Nei giorni scorsi, come accade spesso, mi sono sentito più volte al telefono con la cara amica Laura Rangoni, nostra Direttore.
Tutti e due concordavamo sulla constatazione che spesso si leggono in giro, nelle riviste, nei blog, nei post sui social e nelle domande che molti di voi ci pongono anche in privato, moltissime inesattezze. Molte imprecisioni. E si percepisce che molti aspetti della cultura alimentare, che si credevano acquisiti, non lo sono affatto.
Questo ci ha portato a dire che non bisogna mai dare nulla per scontato e che con regolarità, anche se lo si è fatto più e più volte, bisogna riprendere a scrivere di alimenti dei quali si credeva di aver detto già tutto.
Un po’ come il ripassino delle vecchie maestre che amavano i loro alunni, per usare una metafora forse un po’ logora, ma di facile comprensione.

In particolare per quanto mi riguarda vorrei riproporre, in questo inizio del 2020, notizie, valutazioni, informazioni e punti di vista principalmente su due ali-menti che conosco bene come i mieli e gli oli da olive, narrando ancora una volta le cose basilari su di loro, magari arricchite con nuove considerazioni che possano dare a voi tutti le informazioni necessarie a non farvi sentire in difficoltà davanti ad un miele sconosciuto, ad un olio dubbio e magari anche a qualcuno che vi racconta frottole da venditore della domenica.

Perciò riparliamo di mieli e prossimamente anche di oli da olive, scrivendo righe di facile accesso senza scadere nella banalità dell’approssimativo e cercando di ripetere concetti e notizie utili nelle esplorazioni alla scoperta del buono, sano e onesto come direbbe qualcuno che ha fatto scuola in questo senso.

Oggi ripeterò perciò alcune notizie base sui mieli che terrò volutamente nel campo delle affermazioni categoriche perché mi sono veramente stancato delle “congiunzioni avversative” duplicate e rafforzate.
Cosa sono? Chiarisco subito. La principale è il “ma”, seguito in genere da una emerita stronzata. Poi a seguire il però, o un “ma nondimeno”, due avversative insieme: una catastrofe.

I mieli.
Prima cosa da dire e affermare con certezza: i mieli sono alimenti pensati.
Sì, pensati, perché le api non si annoiano a pensare e lo fanno con grande sapienza. I mieli sono pensati a lungo dalle api. Le api non fanno mai nulla “ad minchiam”, come diceva il Prof. Scoglio, quando escono dalle loro arnie.
Seconda cosa: i mieli non sono alimenti animali ma alimenti vegetali. Chi iscrive i mieli tra gli alimenti animali fa parte della schiera, probabilmente, di chi crede ad esempio che i farmaci omeopatici NON SIANO la più grande conferma esistente al mondo della potenza dell’effetto placebo, che poi quando fallisce, e fallisce spesso, diviene nocebo. Guardare sul vocabolario la parola.
Vi faccio un esempio ancora più semplice. Immaginate se voi aveste una vigna e faceste spremere gli acini delle vostre uve dai santi piedini di bimbi e bimbe stupendi, figli vostri magari o nipoti, ma comunque sempre esseri umani. Giovanissimi e sanissimi. Tutti loro hanno comunque sopra la loro serica pelle delle sacre squame, delle micro-gocce di sudore, grassi nobili che la proteggono, lieviti ecc.

Una domanda sorge spontanea: il vino che ne deriverebbe sarebbe, per questo sacro e bellissimo contatto con la pelle umana che tocca la pelle degli acini e il mosto e che lascia ricordi nel liqdo, un prodotto animale? Non vado oltre. Mi pare basti.

I mieli appartengono all’immenso mondo degli zuccheri – carboidrati – e come tutti gli zuccheri vanno usati con moderazione e se si è in compagnia del di-Abete… vanno evitati. Spero abbiate colto il gioco di parole.

I mieli appartengono a due grandi famiglie: Mieli di nettare, provenienti dalla concentrazione attenta che solo le api sanno fare dei nettari dei fiori visitati.
Vi sono poi i Mieli da melate – detti volgarmente mieli di bosco o di foresta – , provenienti da linfe di esseri vegetali viventi (spesso linfe di grandi alberi) concentrate e lavorate dalle api. Linfe e non nettari. Linfe che vengono estratte da piccoli insetti specifici Rincoti Omotteri – afidi, cicaline, alcune cocciniglie, metcalfe, ecc. – Insetti che hanno la capacità di forare l’epidermide inferiore delle foglie e arrivare ai vasi in cui scorre la linfa. Questa linfa nutre questi insetti che succhiano una quantità notevole, troppa in genere, e perciò ne “scartano” larga parte. Questo dopo averla non digerita,ma solo concentrata. Significa che non siamo in presenza di “scarti intestinali”. Queste micro gocce, dolcissime e sapide, se le condizioni atmosferiche lo permettono (caldo e umidità), vengono raccolte dalle api quando cadono sulle foglie del sottobosco. Le api poi di questa raccolta di linfe concentrate ne fanno mieli superbi e sontuosi; i più ricchi in sali minerali che voi possiate trovare. Questi sono i mieli, in genere molto scuri e di difficile cristallizzazione, chiamati di abete, di quercia, ecc.

I mieli non sono curativi.
Vanno allontanati il più possibile dal concetto del farmaco che si prende il pillole, gocce, iniezioni o supposte, queste ultime mai “per bocca”.

Al massimo possono essere lenitivi o curare il buonumore con i loro aromi, profumi e dolcezze. I casi della presenza nei mieli di principi attivi buoni derivanti dalla presenza di questi nei nettari di fiori vegetali (ma in alcuni casi anche pericolosi, come il Rododendro pontico ad es.) o meno ancora nelle linfe concentrate raccolte dalle api, sono rarissimi e si contano sulle dita di una mano e in Italia non esistono.

I mieli di alta qualità, prodotti con serietà, onestà, etica e amore per le api non possono costare poco.
Ma nemmeno costare cifre inaccessibili ai più solo perché spinti da campagne pubblicitarie dissennate che li descrivono come miracolosi. Per i miracoli l’uomo e le api, insieme ai loro mieli, si stanno ancora attrezzando… pur rimanendo umili.
In Italia, uno dei pochi se non unico paese al mondo, si producono più di 50 tipologie di mieli da nettari e da melate. Codificati da una delle più grandi studiose di mieli a livello mondiale: la Prof.ssa Livia Persano Oddo.

Quando siete in giro tra le nostre vallate in ogni regione dell’Italia cercate i mieli locali e non limitatevi alla solita anche se squisita acacia che trovate all’Iper o al millefiori “la qualunque”. Avrete sorprese straordinarie.

I mieli vanno usati a tutta cucina; se li limitate al famoso e sempre squisito pane, burro vero e mieli vi perdete grandissima parte del piacere profondo che i mieli possono regalarvi.

Infine regalate un po’ del vostro tempo alla ricerca di veri api-cultori prima di partire o quando siete in zone famose per i loro mieli. Sardegna, Sicilia, Calabria, Puglia, Toscana, Piemonte e molte altre regioni italiane permettono alle api la produzione di veri capolavori melliferi che raccontano i terroir con lo spessore di un grande scrittore.
Ho scritto prima api-cultori. L’uso della vocale u al posto della o non è un errore e non è casuale. È proprio voluto e motivato. Gli api-cultori sono sempre e primariamente amanti delle loro api. In genere le chiamano “ragazze ronzanti” come io ho scritto anni fa e faccio ogni volta che scrivo di loro. In genere, ma non sempre questi api-cultori non amano parlare molto. Con le api si parla solo con il silenzio, i gesti e il pensiero. Sono amanti dei silenzi, quelli che oggi molti fanno fatica ad amare, quelli rotti solo dal vento e dai ronzii. Ma se colgono nei vostri occhi amore per le api, per i mieli, per il vento e i silenzi… potranno stupirvi. Alla prossima. Si va.

  • Articoli
Vive in Austria, a Vienna, dal 2014. Studia, scrive e collabora con le sue “ragazze ronzanti” che volano e producono mieli nelle foreste viennesi. Api-cultore, mielosofo, amante della Sapienza applicata al cibo. Libero pensatore nato a Mantova nel secolo scorso. Dice di se: “Vengo… non so da dove. Sono… non so chi. Muoio… non so quando. Vado…non so dove. Mi stupisco di essere lieto.
  • Fondamenti di miele ovvero RIPETERE SPERANDO QUESTO GIOVI

    Il tema con cui iniziare le mie righe questa volta, per tutti i lettori vecchi e nuovi del Cavoloverde.it, è da me più che amato: scriverò una volta ancora di mieli e in parte di api…

  • Dove non osano i “Pan de Toni”

    Stollen. Un dolce che anche questo Natale è stato fatto e sfornato in moltissime case austriache e tedesche come il dolce tradizionale del Natale per eccellenza, prodotto in Germania, ma anche in Alto Adige…

  • VOLA, COLOMBA BIANCA VOLA

    Ebbene sì , anche quest’anno la Pasqua è arrivata e con la Pasqua arrivano anche i simboli a questa festa religiosa legati: l’uovo di cioccolato, con la diatriba trita e ritrita del “meglio fondente o al latte”…

  • DIFFONDERE BIODIVERSITA’? AZIONI UTILI

    Mirtilli, lamponi, fragoline di bosco, pere e mele di strane cultivar abbandonate e leggermente rinselvatichite. Tutte cose buone di cui approfittare quando si possibile. Una delle mie bacche preferite e ricercate è il frutto del corniolo…

  • Oryza sativa . Ancora sor-risi

    Ne avevo già scritto tempo fa qui sul Cavoloverde, ma il discorso sui risi merita ancora qualche racconto interessante…

  • IL RISO ABBONDA NELLA BOCCA DEI COLTI

    Voglio scrivere qualcosa sul riso in quanto preziosissimo vegetale, su di lui e la sua storia, sulle sue curiosità che per certi aspetti poco vengono raccontate…

  • L’uovo di Colombo

    La domanda da cui vorrei partire oggi é: le uova delle galline sono tutte uguali? Apparentemente sì, ma il loro gusto e la loro palatabilitá dipende molto dal come vengono allevati i volatili da cui derivano…

  • IL DOLCE PANE DEL NATALE

    Visto che manca poco alla festa natalizia invasa dalle folli danze tra farina, burro e uvetta sultanina perché non scrivere qualcosa di un po’ meno scontato del solito su questo dolce? Ci provo…

  • VERI RONZII NON HANNO PREZZO

    La primavera è per la gran parte delle zone climatiche italiane ed europee l’inizio dell’uscita in massa delle api dalla situazione di riposo invernale. La arnie iniziano a ronzare a pieno ritmo; si devono ricoprire le perdite dei glomeri invernali e le nuove covate richiedono pollini e nettari. Ma quest’anno cosa è accaduto?

  • Eterni ronzii. Un ricordo di Andrea Paternoster

    Quella mattina, quando arrivò il furgone guidato da Andrea, partiva il più bel progetto che io, Karis e Andrea avessimo mai pensato e poi realizzato insieme: nascevano i “Mieli del Po”…

  • Caro lei! Caro te!

    Ebbene sì le prime carote, nate 5000 anni fa in Afghanistan e colà per le prime volte coltivate, erano viola e in qualche caso gialle, ma non certo color arancio…

  • Passeggiare nei boschi è un bagno di salute
  • Tre sorelle e un diverso carattere vegetale
  • IL SONNO DEL… FUSTO

    Il riposo invernale degli esseri vegetali viventi è – a tutti gli effetti – paragonabile ad un vero sonno umano e come accade anche a noi umani, se le piante e gli alberi venissero privati del sonno invernale si ammalerebbero e si ammalerebbero così gravemente da morirne…

  • GIOVENTÙ BRUCIATA VEGETALE

    Peter Wohlleben chiama gli alberi giovani che ornano e abbelliscono i viali di una qualsiasi città nei nostri climi temperati “ragazzi vegetali di strada” proprio ad indicare come molti di questi alberi siano proprio quasi sempre dei “malati mentali vegetali”; immaturi e infantili anche quando abbiano raggiunto 30 o 50 anni di età…

  • È una questione di… pelle

    Ogni albero ha la sua tipica pelle che dipende dalla sua… pigrizia. Sì, avete letto bene, dalla sua pigrizia…

  • Il veleno che fa bene

    Oltre al dolore e al prurito, in una puntura d’ape vi è molto di più…

  • Quando la pappa è… reale!

    Da dove deriva e a cosa serve la pappa reale? Prima cosa da dire è che la pappa reale è un vero e proprio prodotto animale dell’alveare, mentre la grande maggioranza degli altri prodotti delle api invece è strettamente da annoverare nei prodotti vegetali…

  • FACEVA IL PALO NELLA BANDA DELL’ORTICA

    Alimurgia: ovvero raccogliere e cibarsi di erbe spontanee, selvatiche, che possono essere mangiate e, cosa non meno importante, erbe che possono essere utilissime dal punto di vista salutistico…

  • Anche il “pegano” dice la sua: una nuova dieta all’orizzonte

    La dieta ha un nome strano che ricorda un po’ gli infedeli, i cavalli alati e le abbuffate di seitan: Dieta Pegana.
    La Dieta che mette insieme fuoco e acqua; carne e proteine unite ai sacri dogmi del veganesimo…

  • OHH… LIVE – L’olio nutraceutico

    Il termine nutraceutica è composto dai due sostantivi: nutrizione e farmaceutica. Nutrire curando con la prevenzione.
    La parola può essere riferita a varie tipologie di prodotti e tra questi rientra proprio l’olio da olive e.v…

  • I pipistrelli non si mangiano

    I pipistrelli. Mammiferi straordinari. Sono le palestre naturali in cui molti virus rimangono per anni ad allenarsi. Perché? Perché questi piccoli chirotteri hanno una particolarità straordinaria che a nessun altro essere vivente a sangue caldo è stata concessa: hanno un sistema immunitario spaventosamente efficiente. Loro, piccoli topi volanti, non si ammalano mai, pur ospitando virus terribili…

  • Oro e cioccolato, le due facce dell’uovo pasquale

    L’uovo di cioccolato quando, come e dove è nato?

  • La colomba… il dolce mette le ali

    Qui su Cavolo Verde, come sempre cerco di fare, vorrei raccontarvi qualche storia sul come nacque la Colomba che oggi rallegra le Pasque dalla parte del dolce…

  • I nemici dei virus stanno anche nelle nostre scelte alimentari

    Virus, dal latino. Significa veleno. Un veleno invisibile e perciò temibile. Ma qualcuno questi virus, che girano per il mondo facendo i loro interessi di specie, li vede benissimo. Sono i nostri amici del sistema immunitario, il nostro esercito interno che combatte ogni giorno per noi battaglie silenziose, di cui noi percepiamo spesso solo echi lontani

  • REPETITA IUVANT. Di mieli, semplicemente…

    Parliamo di mieli scrivendo righe di facile accesso senza scadere nella banalità dell’approssimativo e cercando di ripetere concetti e notizie utili nelle esplorazioni alla scoperta del buono, sano e onesto come direbbe qualcuno che ha fatto scuola in questo senso…

  • Carnevale: La carne è tolta? E pesce sia

    In attesa delle ricette, che fioriranno su ogni rivista o giornale che abbia qualche intenzione di proporre cultura del cibo, forse vale la pena ricordare alcune premesse storiche di questa festa che ci fa “rimettere in carne” prima del periodo quaresimale, dove saranno le regole dietetiche a dettare legge, imponendo l’astensione dalla carne e la sobrietà…

  • Vanillekipferl, il dolce Natale viennese

    Il croissant (letteralmente “crescente”) è un dolce austriaco. Non stupitevi, è così, e tra un po’ capirete perché e anche come sia strettamente collegato ai Vanillekipferl…

  • RED-ATTORI DEL CAVOLO

    Oggi vorrei raccontarvi di due bellissime iniziative, promosse a Vienna gli scorsi giorni, e che hanno avuto come protagonisti proprio alcuni redattori del Cavolo Verde. Iniziative importanti e belle…

  • Mutuo appoggio: l’Evoluzione

    Forse pochi di voi hanno potuto vedere dal vivo una Gunnera Manicata. Una pianta dalle foglie gigantesche, che arrivano a diametri di 140 centimetri e con picciolo di 4 metri. Nella foto a corredo si può vederla a confronto con una normale bicicletta…