“Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.” (K. Gibran)

 

Siamo in pieno inverno e la neve quest’anno ha deciso di farsi vedere in molte zone e Paesi con grande protervia arrivando, qui in Austria, ad esempio in alcune regioni come la Carinzia, a livelli record. Come spesso ho fatto, vorrei scrivere ancora alcune righe sulle pagine on line di Cavoloverde.it parlando di alberi o meglio, come preferisco chiamarli io, esseri vegetali viventi che in questo periodo invernale, sotto neve e ghiaccio sono spogli, nudi e senza fogliame.

Dormono nel loro solito letargo invernale in attesa della primavera che li vedrà rinverdire e regalare a noi il benessere di boschi verdeggianti e lucenti.

Ecco, questa volta vorrei accennarvi ad alcuni aspetti degli alberi, alcune loro “abitudini” legate alle foglie e alla loro caduta a cui non sempre noi umani pensiamo nel modo corretto. Infatti, queste abitudini sono legate ad un aspetto che molti di voi difficilmente assocerebbero ad un albero. Sto riferendomi al carattere. Sì, proprio al carattere degli alberi. Possiamo infatti parlare oggi del loro coraggio, della loro prudenza, della loro saggezza.

Oramai molti studi a livello mondiale fatti dai ricercatori di neurobiologia vegetale convergono su un fatto inequivocabile: ogni singolo albero ha un suo carattere, un suo modo di pensare e valutare gli eventi che gli accadono intorno e comportarsi perciò di conseguenza. 

Vi sono dei luoghi dove fare queste osservazioni sul carattere degli alberi: è molto facile, specie qui in Austria dove per i boschi, diffusissimi e immensi, vi è un rispetto che rasenta la venerazione e questo porta ad avere il bosco che spesso si infiltra dentro le città. Esistono, infatti, proprio qui a Vienna, boschi vicinissimi alla città, dove ad esempio la dominanza delle querce è diffusa. Nel Lainzer è facilissimo trovare radure che sono spesso i luoghi più amati dalle querce e che vedono questi alberi belli e maestosi nascere e crescere insieme. Crescere inoltre spesso molto vicine le une alle altre.

Le tre querce di cui vi voglio parlare oggi rimangono in un’ampia radura che viene costeggiata da un sentiero che percorro più volte durante l’anno. Questo mi permette di osservare alcuni aspetti delle tre sorelle vegetali che ad un amante degli alberi come me non sfuggono. 

Ogni anno, infatti, in autunno queste tre querce, come tutte le loro simili, perdono le foglie. Ma ogni anno accade anche, almeno così è stato negli ultimi dieci anni nei quali sono passato loro accanto, che una di loro inizi a colorare le foglie di giallo sempre due o tre settimane prima della proprie sorelle, che sono a pochi passi da lei. Ed essendo le condizioni di luce, temperatura, suolo, venti e precipitazioni assolutamente uguali per ognuna di loro, è evidente che la quercia già completamente gialla ai primi di ottobre abbia ragionato diversamente dalle sue due sorelle che le sono accanto, ancora assolutamente verdi per diverse settimane. 

Questa prima quercia che ingiallisce in anticipo è decisamente la più prudente, la più saggia delle tre. Non appena sente che le giornate si stanno accorciando, lei decide di prepararsi a scaricare il fogliame, iniziando a ritrarre clorofilla dalle foglie e divenendo così completamente gialla. Questa è la prima fase nel rilascio del fogliame, mettere la clorofilla negli appositi serbatoi da dove verrà ripescata in primavera per entrare nel nuovo fogliame. La quercia saggia lo fa con largo anticipo rispetto alle sorelle, per essere pronta poi a rilasciare le foglie al suolo rapidamente alle prime gelate e ai primi venti forti in arrivo e per evitare che la vela fogliare, se fosse rimasta verde e salda, possa essere un pericolo con le prime tempeste di vento che in ottobre qui a Vienna arrivano puntuali.

Da dire anche che la vela fogliare delle querce è immensa e pericolosa quando il vento non scherza e può abbattere in pochi minuti alberi enormi, quando i suoli diventano fradici di pioggia. 

Le altre due sorelle querce che le vivono accanto sono invece molto più coraggiose, direi quasi temerarie. Preferiscono rischiare. Aspettare ed approfittare di giornate autunnali ancora calde, avendo le loro foglie belle verdi e salde esposte al sole e al vento e in piena fotosintesi clorofilliana per incrementare in questo modo al massimo la riserva dei loro zuccheri. Temerarie e golose, aggiungo. Anche se questo le potrebbe esporre ai pericoli dei primi geli e all’incapacità di rilasciare le foglie in breve tempo.

La decisione perciò del quando iniziare a ritirare la clorofilla è proprio una questione di carattere di ogni singolo albero. Timorosa e prudente, o diciamo dotata di maggiore buonsenso, la prima quercia e invece più coraggiose le altre due che preferiscono attendere, pensando magari che gli zuccheri in più potrebbero essere molto utili in una primavera forse fresca, forse in ritardo, e che le vedrebbe con le riserve zuccherine scarse.

Ma a giocare a favore della prima sorella, la prudente, vi sono anche altre considerazioni. Il clima della terra sta cambiando e spesso il caldo autunnale va molto oltre a quelle che erano le tempistiche usuali. Questo approfittare del caldo da parte delle querce coraggiose potrebbe facilmente portarle ad avere la vela fogliare ancora aperta nel corso delle prime tempeste gelide e rischiare così un mortale abbattimento. Direi quindi che la quercia prudente ha molte più probabilità di rimanere in piedi negli anni a venire rispetto alle sorelle. Il futuro sarà degli alberi con più buon senso? Avremo foreste prudenti e sagge? Vedremo. Buoni boschi a tutti e lunga vita alle querce.

Photo by richard hewat on Unsplash

 

  • Articoli
Vive in Austria, a Vienna, dal 2014. Studia, scrive e collabora con le sue “ragazze ronzanti” che volano e producono mieli nelle foreste viennesi. Api-cultore, mielosofo, amante della Sapienza applicata al cibo. Libero pensatore nato a Mantova nel secolo scorso. Dice di se: “Vengo… non so da dove. Sono… non so chi. Muoio… non so quando. Vado…non so dove. Mi stupisco di essere lieto.
  • Fondamenti di miele ovvero RIPETERE SPERANDO QUESTO GIOVI

    Il tema con cui iniziare le mie righe questa volta, per tutti i lettori vecchi e nuovi del Cavoloverde.it, è da me più che amato: scriverò una volta ancora di mieli e in parte di api…

  • Dove non osano i “Pan de Toni”

    Stollen. Un dolce che anche questo Natale è stato fatto e sfornato in moltissime case austriache e tedesche come il dolce tradizionale del Natale per eccellenza, prodotto in Germania, ma anche in Alto Adige…

  • VOLA, COLOMBA BIANCA VOLA

    Ebbene sì , anche quest’anno la Pasqua è arrivata e con la Pasqua arrivano anche i simboli a questa festa religiosa legati: l’uovo di cioccolato, con la diatriba trita e ritrita del “meglio fondente o al latte”…

  • DIFFONDERE BIODIVERSITA’? AZIONI UTILI

    Mirtilli, lamponi, fragoline di bosco, pere e mele di strane cultivar abbandonate e leggermente rinselvatichite. Tutte cose buone di cui approfittare quando si possibile. Una delle mie bacche preferite e ricercate è il frutto del corniolo…

  • Oryza sativa . Ancora sor-risi

    Ne avevo già scritto tempo fa qui sul Cavoloverde, ma il discorso sui risi merita ancora qualche racconto interessante…

  • IL RISO ABBONDA NELLA BOCCA DEI COLTI

    Voglio scrivere qualcosa sul riso in quanto preziosissimo vegetale, su di lui e la sua storia, sulle sue curiosità che per certi aspetti poco vengono raccontate…

  • L’uovo di Colombo

    La domanda da cui vorrei partire oggi é: le uova delle galline sono tutte uguali? Apparentemente sì, ma il loro gusto e la loro palatabilitá dipende molto dal come vengono allevati i volatili da cui derivano…

  • IL DOLCE PANE DEL NATALE

    Visto che manca poco alla festa natalizia invasa dalle folli danze tra farina, burro e uvetta sultanina perché non scrivere qualcosa di un po’ meno scontato del solito su questo dolce? Ci provo…

  • VERI RONZII NON HANNO PREZZO

    La primavera è per la gran parte delle zone climatiche italiane ed europee l’inizio dell’uscita in massa delle api dalla situazione di riposo invernale. La arnie iniziano a ronzare a pieno ritmo; si devono ricoprire le perdite dei glomeri invernali e le nuove covate richiedono pollini e nettari. Ma quest’anno cosa è accaduto?

  • Eterni ronzii. Un ricordo di Andrea Paternoster

    Quella mattina, quando arrivò il furgone guidato da Andrea, partiva il più bel progetto che io, Karis e Andrea avessimo mai pensato e poi realizzato insieme: nascevano i “Mieli del Po”…

  • Caro lei! Caro te!

    Ebbene sì le prime carote, nate 5000 anni fa in Afghanistan e colà per le prime volte coltivate, erano viola e in qualche caso gialle, ma non certo color arancio…

  • Passeggiare nei boschi è un bagno di salute
  • Tre sorelle e un diverso carattere vegetale
  • IL SONNO DEL… FUSTO

    Il riposo invernale degli esseri vegetali viventi è – a tutti gli effetti – paragonabile ad un vero sonno umano e come accade anche a noi umani, se le piante e gli alberi venissero privati del sonno invernale si ammalerebbero e si ammalerebbero così gravemente da morirne…

  • GIOVENTÙ BRUCIATA VEGETALE

    Peter Wohlleben chiama gli alberi giovani che ornano e abbelliscono i viali di una qualsiasi città nei nostri climi temperati “ragazzi vegetali di strada” proprio ad indicare come molti di questi alberi siano proprio quasi sempre dei “malati mentali vegetali”; immaturi e infantili anche quando abbiano raggiunto 30 o 50 anni di età…

  • È una questione di… pelle

    Ogni albero ha la sua tipica pelle che dipende dalla sua… pigrizia. Sì, avete letto bene, dalla sua pigrizia…

  • Il veleno che fa bene

    Oltre al dolore e al prurito, in una puntura d’ape vi è molto di più…

  • Quando la pappa è… reale!

    Da dove deriva e a cosa serve la pappa reale? Prima cosa da dire è che la pappa reale è un vero e proprio prodotto animale dell’alveare, mentre la grande maggioranza degli altri prodotti delle api invece è strettamente da annoverare nei prodotti vegetali…

  • FACEVA IL PALO NELLA BANDA DELL’ORTICA

    Alimurgia: ovvero raccogliere e cibarsi di erbe spontanee, selvatiche, che possono essere mangiate e, cosa non meno importante, erbe che possono essere utilissime dal punto di vista salutistico…

  • Anche il “pegano” dice la sua: una nuova dieta all’orizzonte

    La dieta ha un nome strano che ricorda un po’ gli infedeli, i cavalli alati e le abbuffate di seitan: Dieta Pegana.
    La Dieta che mette insieme fuoco e acqua; carne e proteine unite ai sacri dogmi del veganesimo…

  • OHH… LIVE – L’olio nutraceutico

    Il termine nutraceutica è composto dai due sostantivi: nutrizione e farmaceutica. Nutrire curando con la prevenzione.
    La parola può essere riferita a varie tipologie di prodotti e tra questi rientra proprio l’olio da olive e.v…

  • I pipistrelli non si mangiano

    I pipistrelli. Mammiferi straordinari. Sono le palestre naturali in cui molti virus rimangono per anni ad allenarsi. Perché? Perché questi piccoli chirotteri hanno una particolarità straordinaria che a nessun altro essere vivente a sangue caldo è stata concessa: hanno un sistema immunitario spaventosamente efficiente. Loro, piccoli topi volanti, non si ammalano mai, pur ospitando virus terribili…

  • Oro e cioccolato, le due facce dell’uovo pasquale

    L’uovo di cioccolato quando, come e dove è nato?

  • La colomba… il dolce mette le ali

    Qui su Cavolo Verde, come sempre cerco di fare, vorrei raccontarvi qualche storia sul come nacque la Colomba che oggi rallegra le Pasque dalla parte del dolce…

  • I nemici dei virus stanno anche nelle nostre scelte alimentari

    Virus, dal latino. Significa veleno. Un veleno invisibile e perciò temibile. Ma qualcuno questi virus, che girano per il mondo facendo i loro interessi di specie, li vede benissimo. Sono i nostri amici del sistema immunitario, il nostro esercito interno che combatte ogni giorno per noi battaglie silenziose, di cui noi percepiamo spesso solo echi lontani

  • REPETITA IUVANT. Di mieli, semplicemente…

    Parliamo di mieli scrivendo righe di facile accesso senza scadere nella banalità dell’approssimativo e cercando di ripetere concetti e notizie utili nelle esplorazioni alla scoperta del buono, sano e onesto come direbbe qualcuno che ha fatto scuola in questo senso…

  • Carnevale: La carne è tolta? E pesce sia

    In attesa delle ricette, che fioriranno su ogni rivista o giornale che abbia qualche intenzione di proporre cultura del cibo, forse vale la pena ricordare alcune premesse storiche di questa festa che ci fa “rimettere in carne” prima del periodo quaresimale, dove saranno le regole dietetiche a dettare legge, imponendo l’astensione dalla carne e la sobrietà…

  • Vanillekipferl, il dolce Natale viennese

    Il croissant (letteralmente “crescente”) è un dolce austriaco. Non stupitevi, è così, e tra un po’ capirete perché e anche come sia strettamente collegato ai Vanillekipferl…

  • RED-ATTORI DEL CAVOLO

    Oggi vorrei raccontarvi di due bellissime iniziative, promosse a Vienna gli scorsi giorni, e che hanno avuto come protagonisti proprio alcuni redattori del Cavolo Verde. Iniziative importanti e belle…

  • Mutuo appoggio: l’Evoluzione

    Forse pochi di voi hanno potuto vedere dal vivo una Gunnera Manicata. Una pianta dalle foglie gigantesche, che arrivano a diametri di 140 centimetri e con picciolo di 4 metri. Nella foto a corredo si può vederla a confronto con una normale bicicletta…