Attenzione e valorizzazione dei produttori artigianali di formaggio italiani, ma soprattutto acquisto consapevole da parte del consumatore. Sono questi i temi centrali di Formaticum 2020, la mostra mercato ideata da La Pecora nera e dedicata alle rarità casearie italiane che si svolgerà al Wegil di Roma l’8 e il 9 febbraio 2020.

“Dopo la pastorizia, quest’anno il focus di Formaticum sarà il consumatore – ha spiegato alla stampa Vincenzo Mancini, esperto conoscitore della produzione e della lavorazione di latticini. Il consumatore ha un ruolo importantissimo: cambiare la domanda (del mercato) perché oggi nessun buon formaggio può competere contro la globalizzazione”.

È così che il consumatore viene posto al centro della questione: sono le sue scelte a determinare la sopravvivenza o la fine di un produttore.

Decisioni determinanti non solo nel momento in cui si sceglie che tipo di formaggio acquistare, ma anche dove acquistarlo. Proprio per dimostrare quanto sia importante non interrompere, ma anzi rinforzare la catena che esiste tra acquirente, bottega e produttore, Formaticum 2020 quest’anno vuole presentare un nuovo progetto dedicato alle “botteghe storiche”, cioè quei rivenditori che si dedicano alla scelta e alla vendita di rarità casearie italiane. Durante la mostra mercato, tra l’altro, verranno premiate 15 botteghe del gusto romane alle quali, a loro volta, gli organizzatori hanno chiesto di individuare 5 acquirenti più fedeli per premiarli con la partecipazione gratuita all’evento.

Formaticum 2020 vuole quindi proporsi come una mostra mercato dove i visitatori potranno conoscere e acquistare alcune delle migliori rarità casearie italiane.

Saranno presenti circa 20 produttori di tutta Italia, molti del Centro e del Nord. Tra questi anche lo Storico Ribelle, un formaggio prodotto nella Bassa Valtellina e riconosciuto Presidio Slow Food dal 2003. Fino a tre anni fa il “Bitto Storico” faceva parte della Dop Bitto ma, il 23 settembre 2016, la denominazione cambiò per volere degli stessi produttori in totale disaccordo con l’adozione, da parte del Consorzio di Tutela Valtellina Casera e Bitto Dop di pratiche produttive non tradizionali quali la somministrazione di mangimi agli animali, l’utilizzo di fermenti lattici selezionati nella caseificazione, la facoltatività dell’uso del latte di capra.
Riflettori accesi anche su un tema molto particolare: come oggi uno dei lavori più antichi possa essere consapevolmente scelto anche dai giovani che decidono di dedicarsi alla terra e alla natura, portando avanti un mestiere che rischia sempre di più di scomparire. È per questo che Formaticum ha istituito il Premio “Roberto Molinari” dedicato al giovane produttore di Arcinazzo (dal quale il premio prende il nome) morto prematuramente sul lavoro.

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Sono nata e vivo a Roma. Mi sono laureata in Lettere alla Sapienza e dopo un master in Web Marketing e New Media ho lavorato nel settore della Comunicazione e degli eventi. Oggi mi occupo di divulgazione cinematografica in ambito museale e amo viaggiare in maniera spasmodica. Sono cresciuta in una famiglia di astemi, ma visto che ho sempre fatto il contrario di tutto e di tutti, ad un certo punto della mia vita ho deciso di diventare sommelier. Amo il vino in tutte le sue sfaccettature, ma quello che mi piace di più è indagare i legami e scoprire le intermittenze che ci sono tra il mondo del vino e quello dell’arte. Le mie degustazioni sono sempre delle occasioni per condividere, con amici e curiosi, le suggestioni e i richiami tra le note sensoriali di un vino e l’universo artistico. Forse la mia si può chiamare deformazione professionale, ma ormai non riesco più a coltivare le mie passioni per il cinema, il cibo e i viaggi senza condirle con tannini e perlage.