Quattro giorni di evento e trenta birrifici presenti, ognuno con minimo quattro tipi di birre da proporre per un totale che supera le duecento birre da poter assaggiare. Quindi, non chiedeteci quante e quali avremmo voluto provare in una sola sera, perché non siamo riusciti a calcolarlo.

Se volessimo sintetizzarla così, questo è stato il cuore della nostra partecipazione alla nuova edizione dello Spring Beer Festival, la prima manifestazione brassicola gratuita di Roma dedicata alle birre artigianali e che si svolgerà fino al 19 maggio alla Città dell’altra economia a Testaccio.

Se di birra artigianale si parla ormai da un bel po’ di tempo e si assiste ad un sempre più evidente aumento della qualità e del consumo di questa bevanda, dall’altro lato è da molto meno tempo invece che si sente parlare di birra agricola a cui, proprio quest’anno, lo Spring Beer Festival dedica un interessante focus. Ma cosa sono le birre agricole? E chi può produrle? I birrifici agricoli sono quelle realtà brassicole che hanno deciso di valorizzare la propria filiera corta, producendo birra con almeno il 50% di materia prima (luppolo, cereali, frutta, verdura e molto altro) prodotta direttamente in azienda. Allora spazio alla fantasia e alla sperimentazione.

Nel vasto panorama di birre presenti al Festival, abbiamo scelto di seguire un beer trail curato dall’Unione Degustatori Birra alla scoperta di queste birre agricole e dei loro produttori.

Abbiamo incominciato con Birra Losa, un birrificio nato nel 2013 nella provincia di Latina, che ha in produzione quattordici birre di cui quattro stagionali.

Abbiamo assaggiato la +Pils Pit, una pilsner dalla schiuma molto morbida e compatta, aromi di malto e un finale leggermente amaro. Una birra di grande freschezza. Subito dopo abbiamo incontrato Agrilab, produttori di birra nati nel 2016 come spin off di un’azienda agricola fondata già nel 2011 a Campagnano Romano. Delle dodici birre stagionali prodotte, alcune nascono da ricette originali studiate in collaborazione con altri birrifici artigianali. Tra queste abbiamo provato la Sveja a base di luppolo, lievito tedesco e buccia di bergamotto calabrese. Il birrificio La Gramigna invece si trova vicino Perugia e produce luppolo e orzo con cui fa le sue birre. Con loro abbiamo provato la Genuina, una Golden Ale fresca e dissetante dal colore paglierino e dal corpo leggero.
Abbiamo scoperto poi la linea Monkey Style di Mastri Birrai, birrificio conosciuto anche per alcuni prodotti venduti nella Grande Distribuzione.

Monkey è invece una produzione (nata nell’anno della scimmia secondo il calendario cinese) realizzata appositamente per un pubblico di curiosi e di intenditori.

Abbiamo provato la California West Coast Ipa prodotta con luppoli italiani di ceppo californiano e cereali totalmente coltivati nei terreni dell’azienda. Si caratterizza per i sentori di frutta tropicale e di caramello. Birrificio Rurale invece è nato nel 2009 e si trova a Desio, in provincia di Monza.

Producono tra i quindici e i diciotto tipi di birra l’anno e sono tutte non filtrate e non pastorizzate. Tra le cinque birre in degustazione, abbiamo provato la Seta, una Blanche fresca, ottenuta con grano tenero lombardo e fiocchi d’avena che conferiscono opalescenza e spiccati sentori di agrumi come l’arancia e i fiori bianchi.
IBeer (il penultimo birrificio agricolo visitato) si trova a Fabriano in provincia di Ancona. Ci hanno colpito La Storta, una blanche alla canapa e la Special One una Imperial Stout prodotta per la linea Deluxe Special che lascia forti sentori di tabacco e liquirizia come una birra da meditazione. Il nostro giro si è concluso con una Smoked beer del birrificio Flea di Gualdo Tadino, un’ambrata non filtrata e non pastorizzata con sentori di nocciola e caramello.

Abbiamo incontrato persone entusiaste, appassionate del proprio lavoro e con tanta voglia ancora di inventare nuovi gusti.

L’incontro con i birrai agricoli e la degustazione delle loro birre ci ha confermato infatti che, al di là delle preferenze soggettive, nel panorama brassicolo italiano c’è ancora tanta voglia di crescere e di sperimentare. Il nostro tour però si è concentrato sui birrifici agricoli, chissà che in queste sere

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Sono nata e vivo a Roma. Mi sono laureata in Lettere alla Sapienza e dopo un master in Web Marketing e New Media ho lavorato nel settore della Comunicazione e degli eventi. Oggi mi occupo di divulgazione cinematografica in ambito museale e amo viaggiare in maniera spasmodica. Sono cresciuta in una famiglia di astemi, ma visto che ho sempre fatto il contrario di tutto e di tutti, ad un certo punto della mia vita ho deciso di diventare sommelier. Amo il vino in tutte le sue sfaccettature, ma quello che mi piace di più è indagare i legami e scoprire le intermittenze che ci sono tra il mondo del vino e quello dell’arte. Le mie degustazioni sono sempre delle occasioni per condividere, con amici e curiosi, le suggestioni e i richiami tra le note sensoriali di un vino e l’universo artistico. Forse la mia si può chiamare deformazione professionale, ma ormai non riesco più a coltivare le mie passioni per il cinema, il cibo e i viaggi senza condirle con tannini e perlage.