Scende la temperatura, sale la voglia di cose buone e calde. Così, soprattutto quando sei in giro per la capitale e hai anche bisogno di staccare un po’ la spina dal caos e la confusione della città, trovi rifugio in uno dei posti più belli del centro. A palazzo Braschi, con un magnifico affaccio su Piazza Navona, c’è il Vivi Bistrot un locale dove l’accoglienza e la qualità sono ineguagliabili. Forse qualcuno di voi ne avrà sentito già parlare, perché Vivi Bistrot non è un singolo locale, ma è un vero e proprio concept food, un modo di intendere il buon cibo che è riuscito a trovare negli anni diversi punti di riferimento a Roma: da Villa Pamphili a Palazzo Braschi, da Galleria Borghese alla Rinascente di via del Tritone fino al teatro Sala umberto.

Luoghi di arte e natura, healthy food, materie prime biologiche e pietanze preparate nelle proprie cucine: questi sono i principi di Vivi Bistrot, una proposta enogastronomica per gli amanti della cucina sana e di qualità.

In un pomeriggio umido e freddo, mi sono riparata nel calore di Vivi Bistrot a Palazzo Braschi dove ho potuto gustare e scoprire l’High Tea, una tradizione tutta british che le proprietarie Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo hanno sapientemente portato in Italia. Era proprio l’ora dell’aperitivo e, se in un altro caso avrei optato per bitter e patatine, mi sono immersa invece nell’esperienza di “I love tea time” e mi lasciata guidare nella piacevole scoperta di tè e infusi preparati con miscele studiate ad hoc per i clienti di Vivi Bistrot (e che presto saranno anche messe in vendita presso i bistrot con il proprio marchio). L’assaggio di queste nuove bevande è stata per me anche l’occasione per scoprire l’usanza dell’High Tea che, per semplificare un po’ l’idea, è una specie di aperitivo molto british durante il quale si possono assaggiare sia cose dolci che salate, sia tè che vino.

La tradizione dell’High Tea è nata come pasto serale della classe operaia inglese, una specie di versione più sostanziosa del famosissimo tè delle cinque.

Poi invece è diventata una consuetudine dell’alta società inglese e ormai si è diffusa in tantissime città del mondo. Di solito l’High Tea è un’abitudine riservata alle occasioni importanti come incontri di lavoro e il cibo (stuzzichini e dessert) viene preparato per esaltare il tè scelto che verrà offerto. Di solito si incomincia con l’assaggio di qualcosa di salato per poi proseguire con i dessert, il tutto accompagnato con tè e bollicine. Al Vivi Bistrot ho assaggiato dei mini sandiwich e mini panini multicolor con sesamo e farcitura di formaggio, salmone e pomodori secchi preparati in casa. Per accompagnargli ho scelto prima il Tè Bianco dell’Imperatore (un bianco Pai Mu Tan “peonia bianca”), un tè cinese molto pregiato dal gusto leggero, delicato e floreale. A seguire l’infuso “Piccolo diavolo confuso” dal profumo molto piacevole e fatto con una miscela di pezzi di mela, rosa canina anice stellato, chiodi di garofano e soprattutto pepe rosso la cui nota si avverte sia al naso che al gusto.

“Piccolo diavolo confuso”appartiene a quelli che Daniela ha chiamato “mangia e bevi”, cioè miscele piacevoli non solo in infusione ma anche da spizzicare e mordicchiare a secco.

In un momento così british non poteva mancare lo scones, tipica brioche di origine scozzese perfetta sia nella versione salata che dolce per accompagnare il momento del tè. Io l’ho provata nella sua versione classica con panna e composta di fragole ed è stata una vera esplosione di piacere per il palato. In abbinamento un “Marrakesh Express”, un tè verde con una forte fragranza di menta, agrumi e spezie dolci.
A conclusione dell’high tea anche una flute di Franciacorta bio. Ci volevano delle bollicine benauguranti per Cristina e Daniela che nelle ultime settimane hanno improvvisamente ricevuto dal Comune di Roma un avviso di sfratto per la sede di Vivi Bistrot che si trova dentro Villa Pamphili. Il motivo? Il contratto è scaduto nel 2015 e le proprietarie di vivi Bistrot si sono date da fare più volte per sollecitare il Comune di Roma a risolvere la situazione e ad aprire un nuovo bando per la concessione dello spazio. Dal Comune di Roma nessuna risposta fino ad oggi quando si è rifatto vivo con una lettera di sfratto.
Come andrà a finire? Al momento l’unica cosa che si sa è che il Consiglio ha votato all’unanimità contro la chiusura di Vivi Bistrot. Non ci resta che augurare un enorme in bocca a lupo a Daniela e Cristina.

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Sono nata e vivo a Roma. Mi sono laureata in Lettere alla Sapienza e dopo un master in Web Marketing e New Media ho lavorato nel settore della Comunicazione e degli eventi. Oggi mi occupo di divulgazione cinematografica in ambito museale e amo viaggiare in maniera spasmodica. Sono cresciuta in una famiglia di astemi, ma visto che ho sempre fatto il contrario di tutto e di tutti, ad un certo punto della mia vita ho deciso di diventare sommelier. Amo il vino in tutte le sue sfaccettature, ma quello che mi piace di più è indagare i legami e scoprire le intermittenze che ci sono tra il mondo del vino e quello dell’arte. Le mie degustazioni sono sempre delle occasioni per condividere, con amici e curiosi, le suggestioni e i richiami tra le note sensoriali di un vino e l’universo artistico. Forse la mia si può chiamare deformazione professionale, ma ormai non riesco più a coltivare le mie passioni per il cinema, il cibo e i viaggi senza condirle con tannini e perlage.