Proseguo con le categorie e i profili psicologici di chi ama mangiare (qui trovate la prima parte dell’articolo)
Il frigorifero vuoto
Ha perennemente il frigorifero vuoto, al massimo ci trovi una scatoletta aperta e un pezzo di sedano ingrigito dalla lunga permanenza. Ma non sono tipi magri, giammai! Sono gli specialisti nell’autoinvito. Quelli che ti piombano nella vita all’ora di pranzo e cena. Se per caso cucinano a casa loro, dimenticano i piatti da lavare nel lavello (hanno scordato come si fa).
Il nostalgico
È perennemente alla ricerca dei gusti che gli ricordano l’infanzia, il primo amore, il primo bacio, il primo marito ecc… È fondamentalmente un sentimentale (mi ci metto pure io ).
L’avaro
In genere l’avarizia si traduce in un modus vivendi generale: si è avari anche negli affetti e in tutti gli aspetti della vita. Lo riconosci perché mai una volta, nemmeno per sbaglio, ti ha offerto un caffè al bar. In compenso è uno specialista nel farselo offrire. Non sai esattamente cosa mangia: non ti ha mai invitato a casa sua!
Il conviviale
È l’esatto opposto dell’avaro. Ogni scusa è buona per festeggiare con gli amici. Gli puoi piombare in casa a qualsiasi ora: è sempre l’ora per offrirti qualcosa (ci rientro alla grande)
Il mammone
È quello che, così abituato al cibo di mamma, storce il naso ad ogni vostro tentativo culinario, anche se mamma è una pessima cuoca. Se per sbaglio ne avete sposato uno, mandatelo a mangiare da mamma! E godetevi in santa pace i vostri pasti solitari.
Il regionale
Solo nella mia regione si mangia bene. Non contradditelo ed evitatelo come la peste…
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Conosco diverse erbe del posto dove vivo, la Sardegna, ma non conoscevo affatto l’enula.
Ho potuto scoprirla grazie a Giovanna, una mia nuova amica, che mi ha regalato una bottiglia di liquore e l’olio d’enula… -
Non so voi, ma a me Novembre deprime, nonostante abiti in Sardegna: proprio non digerisco la mancanza di luce, le giornate corte, il dovermi intabarrare di scomodi strati di vestiti, l’umidità…
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Chiedete ad un sardo emigrato qual’è il profumo che sente appena sbarcato in terra natia: vi dirà il profumo di elicriso!
Anche per i turisti, non avvezzi a questo profumo, questa pianta sarà indissolubilmente legata ai ricordi… -
Lo so che mi attirerò gli strali di chi considera la cucina una questione di pesi al grammo, ma la sottoscritta, onestamente, non pesa quasi niente, nemmeno per i dolci…
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Cosa fare con i profumatissimi fiori d’arancio? Io di solito preparo la confettura, oppure fare il liquore…
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Aprile è un mese straordinario per la raccolta di erbe spontanee. Oggi ho colto mazzetti di Erba vajola (detta anche Erba tortora) che in questo periodo è in fiore…
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Oggi sono in vena di ricordi e vi parlo di un’esperienza culinaria che risale a ben 40 e passa anni fa…
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La loro carne (delle capre) richiede molta cottura ed è più magra di quella di pecora. Meglio sporzionarla in pezzetti piccoli, così cuoce un tantino prima…
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Costoso più dell’oro, lo zafferano si può trovare sotto varie forme, ma la resa migliore dal punto di vista organolettico e visivo, è sicuramente data dallo zafferano in pistilli. I pistilli, o stimmi, sono i tre filini rossi che si trovano al centro del fiore e dai quali si ricava la polvere dorata che siamo abituati a vedere.
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In Sardegna le lumache sono considerate una vera e propria prelibatezza, e non c’è sardo che si rispetti che, dopo un paio di giornate di pioggia, non sparisca in campagna attrezzato di stivali di gomma e retino per la raccolta…
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La cordula, chiamata anche treccia, è a base di interiora d’agnello e deve il suo nome alla forma che assume con l’intreccio degli intestini.
E così intestino tenue e crasso, pancia e una rete, chiamata in sardo “sa nappa”, sono sapientemente intrecciati a formare la treccia… -
Quest’anno, complice un inverno mite e una primavera anticipata, riesco a fare la confettura ai fiori d’arancio a marzo, anziché a maggio…
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È un momentaccio, lo sappiamo tutti. Poi, scorrendo la home di fb, ti puoi imbattere anche in cose che ti scaldano il cuore. Mi riferisco alla “cucina degli avanzi” di Paolo Lepori…
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Quando ero piccola e andavo a trovare nonna Stella, sentivo il profumo di questa torta prima di arrivare a casa sua. La casa di nonna si affacciava su una grande corte lombarda dove c’era una panetteria che sfornava torte…
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Le seadas, tonde e dorate come il sole pieno della Sardegna, profumate di agrumi e miele…
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I polentoni si chiamano così per aver mangiato tanta polenta. Mia nonna Stella, classe 1899, mi raccontava che la sua generazione è sopravvissuta grazie alla polenta. Non c’era altro da mangiare…
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Che Natale è senza panettone ripieno? Ecco come trasformare un panettone in una vera goduria…
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Mi sono iscritta per gioco (adoro scherzare!) ad un gruppo facebook dal nome che è tutto un programma: “Anonima coccodrilli” dove si confessano le varie dipendenze da cibo, il gruppo si fa sempre più esilarante e si stanno delineando vari profili…
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Mi sono iscritta per gioco (adoro scherzare!) ad un gruppo facebook dal nome che è tutto un programma: “Anonima coccodrilli” dove si confessano le varie dipendenze da cibo, il gruppo si fa sempre più esilarante e si stanno delineando vari profili…
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Siete anche voi una di quelle persone che impazziscono quando entrano in una gelateria millegusti? Amate esplorare e creare in cucina? Avete desiderio di gelato anche a Gennaio? Ecco la ricetta che fa per voi…
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Le pecore, Perché quelle vere? Perché ci sono veramente, e sono veramente tante…
Al contrario delle pecore d’Abruzzo che non ho mai visto…
Il famoso “arrosticino” abruzzese si dice che sia prevalentemente fatto di carne importata dall’Irlanda… -
Oggi vi parlerò di un’altra prova iniziatica culinaria che ho vissuto in Sardegna. Ovvero delle anguille, che in Sardegna vengono impiattate a mo’ di serpente…
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Non vi tragga in inganno il nome esotico! Tutte queste “u” finali fanno presagire che trattasi di “cosa” sarda…
Questa “cosa” sta nel frigorifero di casa mia…