Iniziare una dieta è molto facile, ma portarla avanti ed ottenere dei risultati apprezzabili spesso è un altro paio di maniche.

Purtroppo, la buona volontà si scontra il più delle volte con problemi di tipo logistico.

Pesare le porzioni, cucinare piatti separati per seguire alla lettera un programma, sono per la maggior parte delle persone degli ostacoli difficili da superare, poiché si scontrano con le mille e più incombenze legate ad una famiglia da seguire e ad una casa da mandare avanti.

Non a caso, infatti, dimagrire è più facile per i single, rispetto alle persone sposate…ed è più facile per gli uomini, rispetto alle donne.

Se qualcuno pensa alla parte organizzativa, infatti, tutto diventa più facile…se invece oltre a gestire la dieta c’è da gestire tutto il resto, come accade per la maggior parte delle donne, il carico mentale e fisico può diventare complesso da sostenere, mentre la tentazione di una bella brioche diventa quasi irrinunciabile.

Non è un discorso sessista, è semplicemente una valutazione oggettiva…e comunque, anche se abbiamo qualcuno che ci da una mano, la forza di volontà non sempre ci sostiene fino in fondo.

Così, sempre più spesso ci si ritrova con l’ennesima dieta fallita ed i chili di troppo che ci guardano beffardi dalla bilancia.

Ovviamente, parliamo di un dimagrimento legato alla salute ed all’estetica, e non a condizioni croniche come obesità o patologie che causino sovrappeso, situazioni che vanno gestite esclusivamente tramite assistenza medica professionale.

Limitandoci al panorama della dieta tipo, in realtà – specie quando i chili da perdere sono pochi – il più delle volte non è tanto una dieta che serve, quanto uno stile di vita più sano.

La vita moderna promuove infatti uno stile di vita troppo sedentario, con livelli di attività fisica molto ridotti, mentre il nostro organismo avrebbe bisogno di muoversi con regolarità, oltre che di un regime alimentare controllato, regolare ma non per forza eccessivamente rigido.

Raggiungere il peso ideale, quando il sovrappeso non è patologico, si può, senza bisogno di ricorrere ad una dieta, ma osservando alcune semplici regole che si possono riassumere in sette punti cardine.

La prima cosa da ricordare infatti è che il cibo NON è un nemico, è solo una parte della nostra esistenza con la quale dobbiamo instaurare un rapporto più equilibrato e sano.

Fase Uno: Mangiare Sano.

Scegliere gli alimenti in modo calibrato e responsabile è il primo passo per un calo di peso naturale. Contrariamente a quello che si pensa, pasta, pane, riso ed alimenti ricchi di carboidrati non sono solo concessi in una dieta, ma anche utili.

Infatti, le fibre e i carboidrati svolgono un azione protettiva sull’apparato cardiovascolare, respiratorio e digerente, specialmente se si decide di consumarli, almeno alternativamente, nella loro versione integrale.

Inoltre, favoriscono il senso di sazietà, importante per evitare gli attacchi di fame tra un pasto e l’altro.

Un’alimentazione più corretta si può riassumere in ulteriori sette punti:

  • Frutta: dare la precedenza a frutta di stagione, possibilmente a Km zero o comunque non proveniente dall’estero. Sarà più saporita e più sana, perché non irrorata da sostanze atte a mantenerla in buone condizioni per lunghe distanze.
  • Verdura: come per la frutta, si preferisca quella autoctona, e si cerchi di assumerne almeno 5 porzioni al giorno, alternando i colori in modo da assicurare all’organismo tutte le preziose sostanze che i vegetali possono fornirci.
  • Proteine: scegliere come fonti di proteine carne e pesce a carne bianca, ma anche legumi e latticini. Si cerchi di limitare la carne rossa e la selvaggina, troppo ricche di grassi e spesso assai poco digeribili, a causa dell’elevata presenza di tessuti connettivi.
  • Cereali: almeno la metà dei cibi fonte di carboidrati dovrebbero essere integrali. I cereali possono essere assunti in quantità leggermente più abbondanti rispetto ai cibi fonte di proteine, ma per evitarne un’assunzione eccessiva basta ricordarsi che ogni pasto dovrebbe contenere una sola P. Quindi, suddividendo i cibi a base di carboidrati come Pane e Pasta, è sufficiente ricordare che se c’è uno non può esserci l’altro, o che se sono presenti entrambi dovranno essere dimezzate le porzioni.
  • Acqua: bere molto, per eliminare le tossine e favorire il drenaggio dei tessuti, ma soprattutto privilegiare l’acqua semplice al posto delle bevande gassate, in modo da evitare un eccessivo apporto di zuccheri. Se vi piace l’acqua gassata non vi preoccupate, un bicchiere o due a pasto aiutano a digerire, ma si abbia cura di chiudere sempre il pasto con un bicchiere d’acqua naturale.
  • Condimenti: privilegiare l’olio d’oliva a crudo, evitando il più possibile condimenti di origine animale come burro e strutto. Si limiterà così l’assunzione di colesterolo, che può determinare, oltre all’aumento di peso, anche un’occlusione progressiva dei vasi sanguigni, prima causa dell’ictus.
  • Metodi di Cottura: privilegiare la cottura in forno ed al vapore, e più in generale quelle che consentano di limitare l’uso di condimenti e che non favoriscano la dispersione dei liquidi e delle sostanze nutritive.

Fase Due: Mangiare Meglio.

Acquisire un modo più corretto di mangiare consente all’organismo di conservare più a lungo il senso di sazietà, evitando il pericolo di andare continuamente ad aprire il frigorifero per stuzzicare.

La correttezza a livello alimentare non è data solo dallo scegliere gli alimenti più sani, ma anche dall’assumerli in maniera più corretta.

Imparare a mangiare lentamente, masticare con cura, evitare distrazioni come televisione e computer, sono tutte ottime abitudini che consentono al cervello di concentrarsi sul cibo e sull’atto di nutrirsi, assimilando maggiormente la coscienza del nutrimento ed allontanando più a lungo la sensazione di fame.

Fase Tre: Pianificare i Pasti.

Assoldato quali sono i cibi concessi e quali quelli da evitare, può essere utile, ad inizio settimana, stilare un programma dei pasti per decidere in anticipo cosa cucinare.

Questo consentirà di evitare seccature come dover fare la spesa separata, cucinare con tre o quattro pentole…o peggio mandare all’aria il programma di una settimana perché non ci si è ricordati che chi è a dieta doveva mangiare i broccoli.

Inoltre, la pianificazione dei pasti può consentire di rivedere in maniera più sana la dieta di tutta la famiglia, eliminando magari qualche pasto a base di pizza e di take away, con un indubbio ritorno non solo a livello di salute, ma anche a livello economico.

Fase Quattro: Resistere alle Tentazioni.

Le tentazioni sono ovunque, soprattutto quando c’è l’abitudine di ospitare cibi pericolosi nella dispensa.

Se i vostri figli sono abituati ad avere in casa le merendine confezionate, limitatevi ad un solo tipo per volta, che magari a voi non piacciono particolarmente.

Imparate a tenere in casa degli spezza-fame salutari, come frutta fresca e verdure crude e, se proprio sentite la volontà vacillare, buttatevi su quelli.

Per il resto, si cerchi di limitare gli acquisti di goloserie di vario genere.

Ricordate che per evitare le tentazioni c’è un metodo più che collaudato: eliminarle.

Inoltre, la presenza in casa di cibi più sani al posto dei soliti dolciumi sarà salutare anche per il resto della famiglia.

Fase Cinque: Muoversi!

Molti pensano che il movimento faccia rima con soldi, ed effettivamente spesso è vero.

Frequentare una palestra ha un costo, sia in termini di tempo che di spesa.

Un abbonamento in palestra od in piscina hanno un’incidenza spesso notevole, sul bilancio spese di una famiglia, ed è una spesa che non tutti – con le necessità di uno o due figli che vanno a scuola, ad esempio – possono permettersi.

Tuttavia, molti non si accorgono che c’è una palestra alla portata di tutti, proprio sotto i nostri occhi.

Fare le scale, evitare l’ascensore, scendere dall’autobus una fermata prima, passeggiare nel verde, portare il cane a spasso sono tutte attività che possono consentire di bruciare calorie a costo zero.

Bisogna però mettersi nell’ottica di cominciare, un passo per volta, senza evitare maratone massacranti, ma senza per questo ricadere subito nella pigrizia.

Fase Sei: Cucinare.

Spesso ci si lascia andare alla tentazione di non cucinare, di ripiegare su cibi pronti come quelli dei programmi dietetici, o di limitare la nostra alimentazione a yogurt, frutta e verdura.

Questo è sbagliato, perché non solo toglie il piacere di stare a contatto con il cibo, ma rischia pure di privare la nostra alimentazione di molti nutrienti essenziali.

Cucinare per noi e per i nostri cari ci aiuta a mantenere un salutare contatto con la realtà, oltre che lasciarci il gusto di conservare tutti o quasi i sapori ai quali siamo abituati.

Fase Sette: Concedersi una Ricompensa.

Quando ci si accorge di aver rispettato le nuove regole di vita, è gratificante concedersi una piccola ricompensa, avendo sempre cura di limitarsi a cibi che, per quanto golosi, non rappresentino uno sbilanciamento troppo grave nel nuovo percorso alimentare.

Quindi, via libera ad un bel gelato a base di frutta, ad una piccola tavoletta di cioccolato fondente, ad un aperitivo analcolico con le amiche o ad una bella pizza in famiglia.

Stabilite un giorno alla settimana in cui concedervi la ricompensa, e ricordate che ricompensarsi non deve diventare una scusa per imbrogliare, ma deve essere un modo per spronarci ad andare avanti nel perseguimento del nostro obbiettivo.

Concludendo:

Partire dal presupposto che la dieta sia inderogabilmente una mission impossible, è ovviamente l’anticamera del fallimento.

Così come credere che la dieta sia solo sinonimo di sacrifici, non solo alimentari ma anche economici.

Troppo spesso infatti le mode ci portano ad identificare le diete con cibi costosi, particolari o di difficile reperibilità, con il rischio di demotivarci in partenza facendoci cercare il barattolo di Nutella nascosto in fondo allo scaffale della cucina.

Se è vero che farsi assistere da professionisti – nutrizionisti, dietisti, personal trainer – può essere certamente un supporto in più al successo della nostra battaglia personale, è altrettanto vero che la buona volontà, unita a regole semplici da seguire, può ugualmente consentirci se non di perdere peso, quantomeno di non continuare ad ingrassare o comunque di iniziare la risalita verso uno stato di salute più equilibrato e verso un peso più adatto alla nostra fisicità ed al nostro stile di vita.

Una vita sana è possibile, basta cominciare!

Foto di Fuu J su Unsplash

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Nome: Layla.Cognome: Benazzi. Età: 37 (effettivi, dichiarati e documentati…). Città: Genova (forever!). Layla Benazzi nasce in quel di Genova nel 1981. Di natali liguri ma di origini emiliane, coltiva da sempre la passione per la scrittura, coltivazione finora rimasta limitata alla scrivania, ma che ultimamente inizia a dare qualche risultato che non sia quello di appesantire il cassetto. A tredici anni, non avendo ancora scoperto la vocazione della penna, decide di fare della scienza il suo lavoro. Studia come perito chimico all’ITIS Gastaldi di Genova, scuola dedicata al primo partigiano d’Italia, e nel frattempo inizia a scrivere, buttando giù in cinque anni di studi circa 10 romanzi, tutti finiti ormai al riciclaggio della carta. A 18 anni inizia a lavorare, prima in un laboratorio ospedaliero e poi in varie aziende del settore farmaceutico, tuttavia la passione per la scrittura non la molla, con il risultato di scrivere altri racconti (tutti con lo stesso destino dei precedenti) con i quali affina (si spera) lo stile. Per quel che riguarda la cucina, non riesce mai a fare delle grandi esperienze (però mangia benissimo) a causa del tempo sempre risicato, ma si specializza almeno nella pasta fresca (quel tanto che basta per non disonorare la regione d’origine) e nella paella di pesce, ad oggi suo piatto forte. A 21 anni l’incontro con Laura Rangoni imprime una decisa svolta alla sua vita, creando una sincera e solida amicizia. Nel frattempo, continua a scrivere, visto che non riesce a cucinare. Attualmente, dopo aver abbandonato il mondo del lavoro dipendente a favore della libera professione, sta lavorando come consulente per la sicurezza delle aziende, e nell’attesa di scrivere qualcosa che non resti nella scrivania (un’altra, perché nel frattempo si è sposata ed ha fatto anche un figlio) ha ri-scoperto il giornalismo gastronomico. Amante della ricerca sul campo, grazie alla natura pignola data dal segno della Vergine, si dedica ad articoli legati all’alimentazione e alla nutrizione, aiutata indubbiamente dagli studi fatti, che la portano ad approfondire gli argomenti soprattutto dal punto di vista della composizione degli alimenti. Alla chiamata di Laura per il NUOVO Cavolo Verde, ha risposto con un garibaldino “obbedisco!”, avendo già da tempo iniziato a contribuire ad altri siti, tra cui il Cavolo ORIGINARIO. Se poi pubblicherà qualcosa, ve lo faremo sapere…
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