Appio Latino, a pochi passi da Piazza Zama potete trovare il ristorante Sacro e Profano. Chi è di zona lo conosce bene, qui la dualità è ben visibile già dagli arredi. Appena entrati una parte della sala ha parquet, un divano e un arredo confortevole che richiama la tradizione ma basta voltare la testa e tutto appare moderno, luminoso con un tocco minimal e bellissime luci che scendono dal soffitto.
Superato un corridoio si accede alla terza sala, che fa da apripista per una cantina a vista con grande tavolo sociale in legno; è qui che ho degustato la mia cena, in compagnia di altre tre belle bionde (peccato non aver pensato di scattarci una foto) bevendo e chiacchierando della (nostra) vita.
Il menu è tutto votato alla duplicità: le stesse ricette – quantomeno in linea concettuale – ma proposte in due differenti versioni: la sacra della tradizione, come può essere un carciofo alla romana o un risotto ai funghi porcini e l’inventiva profana della rivisitazione, che vede il carciofo trasformarsi in flan e il risotto in sartù con spuma al parmigiano. E questo è solo l’inizio. Vini in perfetto abbinamento consigliati dal sommelier arricchiscono questo momento esperienziale. Il consiglio, spassionato, è ovviamente di ordinare entrambe le versioni dei piatti scelti, per capire come in cucina si divertano a mistificare la tradizione, reinventandola con fortuna, o a riprodurla con religioso rispetto.
Stagionalità e piccoli produttori locali come fornitori, una ricerca e una scelta oculatissima dei vini in cantina e tanto amore sono le note di base della sinfonia sacra e profana che ci regala questo locale, aperto a ridosso del lockdown, nel Novembre del 2019 da Nicola e Francesco.
I piatti da suggerirvi sarebbero tanti, non voglio togliervi il piacere della scoperta ma sicuramente merita una menzione d’onore la Carbonara di Gasperino, un raviolo nero che richiama il Gasperino carbonaro del Marchese del Grillo, ripieno di cacio e pepe e adagiato su zabaione salato con listarelle di guanciale croccante, dove gli ingredienti della tradizionale carbonara romana ci sono tutti, ma tutti redistribuiti con artistica destrezza.
I dolci, come il resto del menu, vedono uno spazio importante dedicato alle regioni, ecco quindi che vi consiglio anche di provare lo strudel, fatto con pasta strudel come da tradizione altoatesina.
Infine una menzione per le scelte vinicole, circa 180 etichette tutte provenienti da piccole realtà della Federazione Italiana Vignaioli indipendenti.

Sacro e Profano,
via Siria, 16 Roma
Tel. 0655136181
Aperto da lunedì a sabato a pranzo e a cena. Domenica chiuso

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Vicedirettore di questa rivista nonché blogger, giornalista, laureata in comunicazione, parlo di food ma non solo; recensisco locali ed eventi, racconto di persone e situazioni su siti e riviste. Qui su Cavolo Verde – sperando di non essere presa troppo sul serio – chiacchiero, polemizzo, ironizzo, punzecchio e faccio anche la morale.
In sintesi? Scrivo – seriamente – e mi piace. Tanto.