A San Giovanni, noto quartiere di Roma, da quasi cento anni c’è un’Osteria, che oggi si chiama Dar Bruttone. Nata come piccola locanda dove si andava per rifocillarsi, dopo la seconda guerra mondiale divenne una pizzeria di quelle senza nemmeno il nome.

Pizzeria, e basta, dove il nome finirono per darglielo le “brutte” fattezze del proprietario (e quindi “Dar Bruttone”). Da un anno e mezzo è stata rilevata da Giuseppe, che ha scelto di non cambiarle il nome per non perdere la romanità e la storicità di un luogo come questo, ricco di tradizioni, rifugio di tantissimi abitanti del posto, meta prediletta di chi ama la cucina romana.

Giuseppe ci ha accompagnati per tutta la sera in cui sono stata a cena nel suo locale, raccontandoci il suo amore per questo lavoro, parlandoci di come fa spesa ogni mattina scegliendo i prodotti da contadini, produttori locali ecc. scegliendo formaggi e salumi nell’Agro Pontino e in Sabina e selezionando con amore tutto quello che viene poi servito ai suoi clienti.

 

Aprendo il menu troviamo una serie di proposte per l’antipasto, tra cui gli sfiziosi fiocchetti di pasta fritta al tartufo con ricotta salata, miele d’arancia e pepe. Se scegliete il tagliere di salumi e formaggi vi si aprirà un mondo di sapori. Qui potrete trovare in degustazione cose come la coppa di testa con scorza di arancia, il salame di fegato di pecora, il salame di cinghiale e di cervo, la mortadella Favola Palmieri, i nervetti di bovino, e poi formaggi come la burrata affumicata, la caciotta con pomodori peperoni e cicoria dell’agro pontino, il pecorino stagionato in grotta, quello stagionato in fieno, quello fresco al tartufo e via dicendo.

Tra i primi i classici matriciana, carbonara e fettuccine con sugo di coda la fanno da padrone. Assolutamente da provare l’abbacchio nostrano al forno, forse il migliore che io abbia mai mangiato, magari accompagnandolo al carciofo alla giudia (disponibile in base alla stagione) e per chiudere in bellezza (anzi, in dolcezza) crema catalana da manuale.

Molti i fuori menù tra cui vi consiglio di sbirciare prima di ordinare, potreste trovare delle belle sorprese, come – per esempio – la zucca all’uccelletta (con ceci, scamorza affumicata e guanciale croccante) un ricetta della nonna di Giuseppe.

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Vicedirettore di questa rivista nonché blogger, giornalista, laureata in comunicazione, parlo di food ma non solo; recensisco locali ed eventi, racconto di persone e situazioni su siti e riviste. Qui su Cavolo Verde – sperando di non essere presa troppo sul serio – chiacchiero, polemizzo, ironizzo, punzecchio e faccio anche la morale.
In sintesi? Scrivo – seriamente – e mi piace. Tanto.