Se l’uomo è ciò che mangia, vale anche per la donna?
Lungi dal voler districare le matasse filosofiche e materialistiche di fine Ottocento, oggi vogliamo porci un’altra domanda, spostando il fulcro del discorso un po’ più in là, nel tempo e nello spazio, allargando le forchette cronologiche dal Paleolitico fino all’inizio del XX secolo sulla civiltà cinese.

E se vale la regola empirica secondo cui “se lo mangio, lo posso spalmare in faccia”, la cosmetologia cinese deve essersi evoluta seguendo la stessa regola, in pieno raggiungimento del principio olistico di considerare l’essere umano nella sua interezza.

La cultura orientale del ben-essere ha saputo coprire i difetti e ridurre il fisiologico processo di invecchiamento sin dai tempi più antichi documentabili oggi.
Questa scienza cosmetologica cinese si è avvalsa dell’applicazione/assunzione di preparati per via topica, orale e/o dietetica a scopo preventivo ed integrativo per la prevenzione ed il mantenimento del benessere globale, puntando sulla salute interna del corpo. La cosmetologia cinese è permeata dei principi del taoismo e dell’olismo e vede nello stato di salute dell’individuo l’influenza del cosmo e delle stagioni.

La più piccola disarmonia tra gli organi interni viene perciò trasmessa alla pelle, nostro “polmone esterno”.

Lo sviluppo millenario delle pratiche mediche e cosmetologiche è stato guidato dall’interesse per la prevenzione. Ecco spiegato il principio, divenuto un famoso detto, secondo cui “è molto più importante prevenire la malattia, che curare la malattia quando appare”, frase contenuta nel primo testo di teoretica cinese.
I primitivi prodotti di cosmesi utilizzavano ingredienti reperiti sul territorio – oggi diremmo a km0 – soprattutto dal mondo vegetale (fiori, radici, bacche, erbe, ecc.). La sacralità del corpo ed il ben-essere femminile sono stati da sempre fonte di interesse e rispetto della tradizione cinese, una delle prime civiltà ad utilizzare cosmetici per uso personale e con funzione dermoattiva.

Le donne cinesi hanno sempre seguito i trend in fatto di cura di sé nelle varie epoche e dinastie.

Nel Paleolitico le attestazioni scientifiche più recenti riportano l’utilizzo di gusci di crostacei a mo’ di ciondoli per collane, ma già nel Neolitico si utilizzava un composto rosso essiccato per colorare le gote ed oggi identificato come tessuto muscolare cardiaco di bovino – evviva il quinto quarto!
Nel periodo dinastico Xia (2017-1600 a.C.), per intenderci, il periodo in cui nacque la pratica del Loto d’Oro della fasciatura del piede delle ragazze, si utilizzava una cipria a base di farina di riso, mentre per la pulizia dei denti estratto di cartamo.
Bisogna aspettare il periodo Zhou (1046-221 a.C.) per assistere alla nascita della Fitoterapia e della Nutrizione Dietetica,insieme a Dermatologia e Cosmetologia. A questo stesso periodo, recenti studi fanno risalire la moda femminile di rasatura delle sopracciglia, ridipinte in blu o nero.

La Cina è la prima civiltà ad utilizzare lo smalto, ottenuto sapientemente da una miscela di albumi, gelatina, cera d’api, coloranti vegetali e gomma arabica.

In epoca Han (220 a.C-221 d.C.) compaiono le prime testimonianze scritte della medicina cinese: “Classico sulle radici di Erbe del Contadino Divino” ed il “Trattato di Medicina interna dell’Imperatore Giallo”. Dopo il II secolo d.C. col diffondersi del Buddismo, l’attenzione si sposta sull’importanza dell’igiene personale. Durante le Sei Dinastie la società cinese è molto frammentata politicamente, ma il celato mondo femminile guadagna un posto d’eccezione nel “Manuale di Prescrizione per le emergenze”, una raccolta di ricette per la cura di acne, macchie nere ed alopecia.
Ultima grande dinastia, i Quing (1644-1911), saranno i promotori di un governo illuminato. Nonostante il progresso tecnologico, le donne cinesi continueranno a preferire cosmetici tradizionali a base di farina di riso. Varie raccolte enciclopediche risalgono a questo periodo, tra cui “Lo specchio d’Oro della medicina” di Wu Quian. Ricette e trattamenti compaiono anche nei resoconti di corte per la prevenzione della bellezza e ben-essere delle imperatrici, donne anche loro.

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