Faccia a faccia con William Nonnis (Ministero della Difesa) che ci parla di come aumentare la sicurezza anche nel settore del food attraverso la tecnologia.


 

Da anni usata per bitcoin, criptovalute e settore finanziario, si sta comprendendo che le sue applicazioni possono essere su larga scala. Di cosa parliamo? Di blockchain, una tecnologia che permette di immagazzinare e conservare informazioni in modo innovativo rispetto a quanto fatto fino adesso. Nel settore food aumenta la sicurezza, la velocità e la riservatezza delle informazioni, permettendo ai consumatori di avere notizie dettagliate sul cibo acquistato, tracciandone tutte le fasi della filiera.

Una Blockchain pubblica nel settore agroalimentare come forma di tutela, in termini di sicurezza e trasparenza, della qualità dei prodotti Made in Italy. Cosa significa davvero? È chiaro che la tracciatura della filiera è di sicuro un valore aggiunto ma perché proprio pubblica?

È necessario che la Blockchain utilizzata sia esclusivamente quella pubblica perché l’applicazione di blockchain private in progetti di implementazione agroalimentare ne snatura lo scopi e la motivazioni. Vengono a mancare le fondamenta di trasparenza della filiera e la sicurezza, che sono invece i punti cardini di un qualsiasi prodotto di qualità.

Cosa succede quindi nelle blockchain Private?

In questo caso l’accreditamento alla Blockchain avviene solo su invito degli stessi amministratori e il dato viene validato dagli operatori della Blockchain. Chiaramente questo fa venire a mancare la sua immutabilità, rendendo il dato stesso manipolabile. Quando ci troviamo in presenza di una Blockchain Permissionless, l’accesso è invece decentralizzato e libero, garantito da un’identità digitale e da milioni di nodi. Si evita così in tra l’altro il problema della contraffazione, che le eccellenze del nostro territorio ben conoscono, ma anche gli sprechi e l’inefficienza della supply chain (catena distributiva dei prodotti); la forte criticità della cybersecurity, basti ricordare che ogni anno vengono hackerate il 74% delle aziende del mondo; e si aiuta anche il nostro pianeta evitando lo spreco di supporto cartaceo, avendo sempre a disposizione tutti i documenti che accompagnano le merci, la loro spedizione e il finanziamento.

Niente più frodi alimentari, quindi?

Assolutamente, perché i record sono inalterabili, vengono salvati e mantenuti permanentemente e gli errori sono riconducibili ai singoli autori. La rintracciabilità di chi ha commesso errore all’interno dell’intera catena è fondamentale, perché ne deriva il riconoscimento di responsabilità e questo incentiva ad alzare gli standard, le competenze professionali, oltre che funzionare molto bene come deterrente per azioni illecite e fraudolente. Ci sono poi una serie di vantaggi che la Blockchain Permissionless porta sia per il consumatore che per la sua salute. Quindi pagamenti equi e rapidi, tracking in real time, sicurezza e trasparenza garantite dall’affidabilità e solidità della tecnologia e da ultimo, ma non per importanza, il contrasto all’evasione fiscale e alla criminalità.

E se parliamo di qualità dei prodotti?

La qualità dei prodotti è uno degli altri aspetti fondamentali che la Blockchain può monitorare nel settore Supply Chain e Agrifood, coadiuvandosi con l’Intelligenza Artificiale dagli IoT (parliamo di sensori di temperatura, pressione, umidità che con i relativi dati verranno associati alla transazione del prodotto) dai droni e dai satelliti. Questo naturalmente per ricostruire la storia di un prodotto, dal seme, al processo di coltivazione e maturazione, stabilendo con certezza quanti e quali eventi atmosferici lo hanno accompagnato fino alla tavola del consumatore. Non solo, questo tipo di infrastruttura è in grado di indicare con certezza il tipo di coltivazione effettuata, e garantire quindi la reale qualità di quel prodotto, offrendo al cliente finale dei parametri corretti, certi ed incorruttibili.

Quindi stiamo parlando del meglio del meglio?

Facendo un ulteriore passo ancora meglio potrebbe fare la Blockchain di Governance, cioè una Blockchain dove sia direttamente lo Stato a tutelare e garantire la fiducia, la trasparenza e la sicurezza del processo in toto, nei confronti della comunità, sia essa azienda o consumatore ultimo. Vale a dire che lo Stato, che da qualche anno già sta studiando e testando attraverso il Ministero della Difesa e da pochissimo anche attraverso il MISE, dovrebbe sovrintendere tutte le Blockchain pubbliche, definendo una regolamentazione univoca ed imprescindibile. Quello di cui c’è veramente bisogno è un cambio di paradigma socio-culturale che abbatta gli intermediari a favore di una tecnologia distribuita, aperta, trasparente, immutabile, sicura, orizzontale, priva di un’architettura apicale e al servizio dell’uomo e non delle logiche di mercato.

La vision di questi sviluppatori è quindi quella di costruire un futuro migliore, partecipato e condiviso, insomma come dice William Nonnis un “Buon futuro a tutti”.

William Nonnis, classe 1982, da oltre vent’anni si occupa di sviluppo software, siti web e web application. Full Stack & Blockchain Developer presso Ministero della Difesa, Membro del Consiglio Nazionale di Italia4Blockchain e tra i 10 Top Influncer Blockchain per MondoCrypto. Si definisce un purista della blockchain, ma la sua più grande ambizione è quella di divulgare questo protocollo in modo da fornire vantaggi orizzontali alla portata di tutti.

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