Non lontano dal palazzo del Re di Baviera, il Nymphenburg a Monaco, esiste una via con una odonomastica dal nome italiano: Dall’Armi Strasse… vien da chiedersi chi sia e cosa abbia fatto di così significativo una persona dal nome italico per avere questo onore? Semplice: ha inventato l’Oktoberfest!

 In una recente estate piena di successi sportivi italiani, fa piacere sapere che anche la festa che, nella cultura di massa, viene associata alla Germania, alla Baviera e alla birra, abbia un denominatore nostrano!! Il nostro Michele Dall’Armi nasce a Trento nel 1765 in una famiglia di commercianti, a 19 anni segue la sorella Maria Teresa, che è andata in moglie ad un banchiere bavarese a Monaco. Ragazzo eclettico fece il commerciante, il banchiere, fu maggiore nella cavalleria bavarese ed organizzatore, tanto che fu incaricato di gestire la gara di cavalli che celebrava il matrimonio di Ludwig I di Baviera con Teresa di Sassonia-Hildburghausen, che ebbe luogo il 12 ottobre (stesso giorno della scoperta dell’America, sempre un italiano di mezzo…) del 1810. Già perché quella che è universalmente considerata la festa della birra, nasce… senza birra!

La festa ebbe luogo in un prato della città che venne, per l’occasione, rinominato Theresienwiese, o prato di Teresa, ed ebbe così successo che fu ripetuta l’anno successivo e quelli ancora, aumentando anno per anno la presenza di stand di cibo e giochi fino ad arrivare al 1819 quando comparvero i primi tendoni dei birrifici, e da quel momento l’Oktoberfest prese quel connotato che ha ancora oggi.

In realtà probabilmente questa festa si fuse con altre simili che avevano luogo nella città monacense, dove il denominatore comune era la birra ed allo stile birrario tipico della Baviera.  Nel 1835, in occasione delle nozze d’argento del re, ebbe luogo una sfilata di 86 carri meravigliosamente addobbati, trainati da cavalli altrettanto eleganti con contorno di una gara di tiro con fucilieri e balestrieri.

La prima birra servita fu una Marzen scura di circa 6% abv, più forte e corposa delle tipiche birre monacensi, che comunque erano scure, visto che la tecnologia per produrre malti chiari non era ancora diffusa. Ma nel 1833 i birrai Dreher e Seldmayer, titolare del birrificio Spaten, copiano dall’Inghilterra, la tecnologia per produrre i malti Pale e nel 1841 presentano i loro nuovi rivoluzionari prodotti: Dreher la sua Vienna Lager e Seldmayer la prima Marzen. Queste due birre erano tendenzialmente più chiare delle tradizionali birre bavaresi e leggermente meno alcoliche, ed un salto ulteriore si avrà nel 1872 quando Spaten chiamerà una birra Oktoberfestbier, con conseguente alleggerimento della parte maltata per arrivare dagli anni “70 del secolo scorso, con birre sempre più di colore pallido e con uno stile che si avvicina alle Helles, ovvero molto attenuate, più secche e pulite, con una chiara nota luppolata.

La festa prende vita dalla metà di Settembre fino alla prima domenica di Ottobre e la tradizione la fa da padrona nel suo svolgimento. Prima di tutto sono 6 i birrifici accreditati, ovvero: Spaten, Augustiner e i birrifici storici di Monaco Paulaner, Hacker-Pschorr, Lowenbrau e Hofbrau. Dal 1950 il sindaco di Monaco si reca alla festa sul carro della famiglia Schottenhamel proprietaria di un tendone, pare perché fosse il primo nel quale entrò per ripararsi da un acquazzone.

Ed è qui che si inaugura la festa, sarà lui, il sindaco, a toccare il primo barile di birra ed al momento della spillatura griderà: O’ZAPFT IST! Che significa: È stappata!! E questo è uno dei simboli di questa festa che comunque è fortemente radicata nella cultura bavarese, come le espressioni Wiesn e Gemutlichkeit. Il primo termine significa, prato ma per i bavaresi vuol dire anche festa della birra nel suo insieme, e vale anche per altre feste della birra in Baviera, le Festbier. Perciò dire “andiamo al wiesn” vuol dire “andiamo alla festa della birra”. Il secondo termine è, secondo me, molto affascinante… in italiano non ha una traduzione esatta, letteralmente significa “comodità” o “agio”, interpretandolo potremmo dire che significa “stare bene” e nel significato della festa “stare bene insieme, con gli amici, con gli altri anche con sconosciuti fino ad un momento prima, divertirsi in modo spensierato”. Una bella filosofia vero?

 Ma cosa si mangia all’Oktoberfest? Ci sono alcuni piatti bavaresi tradizionali, famosi anche all’estero. Il Bretzel, il tipico pane bavarese con sale grosso e dalla forma arrotolata, e la tradizione vuole che ricordino le braccia di un monaco in preghiera, si accompagna agli antipasti, salumi o anche da solo. La Brotsuppe, una saporitissima zuppa di pane tostato e cotto con del burro, patate e brodo, il tutto frullato ed unito ad un tuorlo d’uovo.  Pollo Arrosto, probabilmente il piatto più consumato, la porzione normale è mezzo pollo a testa, senza posate e solo con una salvietta profumata per pulirsi le dita! Lo Stinco con patate, di dimensioni generose, un vero piatto per affamati, spesso cucinato nella birra, tedesca si intende! Ed infine il classico dei classici, Wurstel e Crauti di varie dimensioni e con molte salse in accompagnamento.

Fra le curiosità sulla festa ricordiamo che è stata cancellata per 24 volte, causa principale epidemie e guerre. Albert Einstein nel 1896 vi lavorò come elettricista. Visto che nel tempo le birre divennero di colore più chiaro, dalla fine dell’800 furono usati bicchieri di vetro al posto dei boccali di ceramica, in media vengono consumati dai 6 ai 7 milioni di litri di birra, e di conseguenza ogni anno dalle 600 alle 800 persone finiscono in ospedale per le eccessive libagioni. È ancora presente fra le attrazioni il Circo delle Pulci. Ed il Vogeljackob, ovvero la vendita di richiami per uccelli, proposti per il gioco dei bambini ma usati anche per la caccia. Ed ancora il Haus del Lukas, ovvero il gioco del martello usato per colpire una pedana che fa schizzare verso l’alto, lungo un binario, un carrello che deve colpire una campana! Diversi anni fa, la famosa ereditiera americana Paris Hilton arrivo a per pubblicizzare un prosecco in lattina, senza prendere accordi con l’organizzazione…. pessima idea, tanto che fu cacciata dalla manifestazione.

Naturalmente la pandemia ha interrotto la tradizionale festa a Monaco, come le altre Festbier che si svolgono in Baviera, tutte belle e forse anche più a misura d’uomo, visto che l’originale, pur se perfettamente organizzata, soffre un poco dell’enorme afflusso di persone. Perciò accontentiamoci di gustare birre e prodotti bavaresi anche nelle birrerie che organizzano Oktoberfest nostrani, d’altra parte l’abbiamo inventato noi, giusto?

Nato a Roma, classe 1956, dopo il liceo classico ha rischiato di diventare medico. Purtroppo o per fortuna, la dedizione allo studio l’ha poi dirottata verso altre materie: è infatti Sommelier e Docente Certificato Fisar, degustatore di Olio Onav, degustatore di Whisky ed è iscritto all’Università di Viterbo alla facoltà di Agraria Enologia e Viticoltura. È stato presidente di ADB Lazio e ora è fondatore e docente di Unione Degustatori Birre. La sera fa tardi nel suo piccolo grande locale, il Beerstyle, che gestisce per passione insieme ad altri soci anche loro degustatori, al mattino si sveglia prima del sole: per lavoro cura la Rassegna Stampa per il Ministero dell’Interno. Probabilmente a volte dorme anche lui.