“D’Autunno piove spesso. Per questo i funghi nascono a forma di ombrello”.

Guido Clericetti

Da bambina credevo che i Puffi fossero “stagionali”, non naturalmente, nel senso di lavoratori, ma come “abitanti” dei boschi.

Alle Elementari, infatti, imparai che i funghi, le tanto amate case dei miei “Amici Blu”, erano uno dei tanti regali dell’Autunno (anche se poi con l’andare del tempo appresi che i funghi si trovano spesso, più o meno, tutto l’anno), quindi nelle altre stagioni, i Puffi, semplicemente, non esistevano!

Non vi dico poi la difficoltà nel mangiare i funghi, quando, sempre da piccina, pensavo che i Puffi rimanessero senza casa, o che peggio ancora, provetta Gargamella, li potessi ingurgitare con tutte le loro abitazioni.

Insomma, come avrete capito, il mio rapporto con questi meravigliosi doni della natura non è che sia stato poi, almeno agli inizi, troppo empatico.

Ecco, dopo avervi raccontato dei miei amici Puffi, ed avervi “inconsapevolmente” svelato, così, la mia età, direi che possiamo passare tranquillamente ad occuparci dei consigli sull’acquisto e la conservazione dei funghi.

Che vogliate mangiarli in giornata, preparare sughi o conservarli per averli sempre “a portata di mano”, al momento dell’acquisto scegliete sempre funghi sodi, lucidi e senza ammaccature. Il massimo sarebbe poterli toccare, se non potete, lasciatevi, quindi, aiutare dalla vista.

Occhio anche alle confezioni spesso gli esemplari deperiti si trovano sotto, il mio consiglio è quello di guardarli con attenzione e di consumarli il prima possibile, massimo due giorni dall’acquisto.

Altro suggerimento: una volta a casa, aprite la confezione, mettete i funghi in un sacchetto di carta per il pane, senza chiuderlo e conservateli in frigo, non nel cassetto, l’umidità li farebbe deperire presto.

Se avete avuto la fortuna di poter “andar per funghi”, consumate il vostro “bottino” il giorno stesso della raccolta, se volete mangiarli uno o due giorni dopo, raccomandabile è conservarli in frigo e gustarli dopo averli cotti. Ovviamente, ogni fungo ha il suo tempo di cottura che può essere di qualche minuto o di maggior tempo. Ad esempio le gambe secche richiedono quasi 10 minuti di cottura.

Se utilizzate i funghi congelati, non scongelateli mai prima della cottura. Se, invece decidete di congelarli, puliteli bene, sbollentateli per 2-3 minuti in acqua e limone, raffreddateli subito dopo in acqua fredda, fateli sgocciolare e asciugare, solo dopo queste operazioni potete passare al congelamento.

Qualsiasi fungo dev’essere lavato, anche brevemente, sotto un getto di acqua corrente freddo e accuratamente ripulito di ogni residuo di terra al fine di evitare sporcizia e contaminazioni.

Se avete il sentore che ci sia qualche “inquilino” all’interno dei vostri funghi, e naturalmente non parlo dei Puffi, affettateli, metteteli su di un tovagliolo e cospargeteli di sale. Questa operazione dovrebbe stanare le creaturine. A questo punto, però, farete bene a buttare il tutto. Utile in questo caso è anche l’esposizione al sole.

Piccola postilla merita l’essiccazione, se scegliete di utilizzare il forno, ricordatevi di lasciare aperto lo sportello, altrimenti l’umidità rovinerà il processo.

Se decidete, invece, di utilizzare l’essiccazione all’aria e con il sole, essenziale è avere un locale asciutto ed arieggiato dove poter riporre i funghi la notte ed in caso di pioggia.

Occupiamoci ora della conservazione dei Tartufi

Prima distinzione da fare, secondo gli esperti, è sulla raccolta: se un tartufo viene da una zona calda, va consumato immediatamente per evitare che perda le sue caratteristiche organolettiche, se il tartufo proviene da una zona fredda può essere conservato fino ad un mese.

I tartufi vanno avvolti, uno per uno, in un tovagliolo di cotone o lino, in modo tale da non essere a contatto gli uni con gli altri, andrebbero bene anche dei tovaglioli di carta ma questi ultimi dovranno essere cambiati almeno due volte al giorno. Fatta questa operazione avremo cura di metterli in un contenitore ermetico e poi in frigo, nella parte meno fredda.

Se volete poi unire l’utile al dilettevole, ma solo se vi piace l’aroma del tartufo nel riso, potete, dopo averli avvolti con dei tovaglioli di carta, metterli all’interno di un barattolo, possibilmente scuro, contenente del riso, appunto. In questo modo i tartufi si conserveranno per un po’, l’importante è smuoverli ogni tanto ma soprattutto cambiare i tovaglioli di carta ogni due giorni.

Bandita naturalmente la plastica.

Come già detto all’inizio il mio rapporto, soprattutto con i funghi, non è stato subito molto semplice…a ben pensarci non nascondo che tutt’ora ogni volta che mi capita di mangiarli mi sento ancora un pochino “Gargamella”, senza contare che preferisco gustarli in tutte le stagioni evitando se posso l’Autunno

Nata a Roma ma cittadina del Mondo, scrivo in giro per il web, e non solo, di cucina, collezionismo e sicurezza. Sommelier A.I.S. ma soprattutto curiosa lettrice appassionata, autrice di un libro e di una favola natalizia per bambini. Uso la cucina come autoanalisi, soprattutto la pasticceria come esercizio per allenare la pazienza. Le tradizioni, per me, sono come la copertina per Linus, mi fanno sempre sentire a casa ovunque io sia. Impazzisco per la pasta alla Norma e i Maritozzi con la panna, ma soprattutto sono fermamente convinta come recita un noto aforisma che: “Il cioccolato è la risposta. Chi se ne importa qual è la domanda!”