Progetto 100 ettari per il futuro delle api. Seminario 3 luglio 2019 – Eataly Roma
Come sarebbe il mondo senza api? Ci avete mai pensato? Siamo abituati a dare tutto per scontato, pensando che la frutta, la verdura che portiamo sulle nostre tavole nasca semplicemente dall’opera di coltivazione degli agricoltori… Ma non è proprio così. Senza l’impollinazione dovuta al passaggio delle api di fiore in fiore, probabilmente tutto si ridurrebbe ad un fatto puramente meccanico, innaturale. Purtroppo il problema della moria delle api sta diventando sempre più evidente. L’introduzione di colture monovarietali, l’uso di antiparassitari e gli sconvolgimenti climatici hanno inciso notevolmente sul pericolo di estinzione di questi insetti.
Sempre più studiosi ed addetti ai lavori stanno cercando di sensibilizzare in primis gli agricoltori e tutti coloro che vivono su questo Pianeta, a fare qualcosa.
Nel 2018 viene presentato a Terra Madre – Salone del Gusto di Torino un progetto, nato dopo anni di studio in collaborazione con Eataly, Arcoiris unica azienda sementiera italiana esclusivamente biologica, il Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università di Palermo e la Fondazione Slow Food per la biodiversità. Il progetto, apparentemente semplice, ha lo scopo ambizioso di contrastare il problema della sparizione delle api.
Si chiama Bee the future ossia “L’Ape per il futuro” e consiste nel ricreare un miscuglio di fiori appetibili per le api seminato in 100 ettari di terreni messi a disposizione dagli agricoltori che aderiscono al progetto, con l’obiettivo di portare avanti un modello di agricoltura virtuosa, in aree particolarmente colpite da questo fenomeno. Gli agricoltori che partecipano a questo progetto vengono definiti resistenti, in quanto decisi a portare avanti un processo ecosostenibile, attraverso la semina del famoso miscuglio in campi di monocolture, favorendo la crescita di piante utili per le api.
A circa un anno di distanza dalla nascita di Bee the Future, Il 3 luglio 2019, presso Eataly Roma, si è tenuta una conferenza per fare il punto della situazione.
Erano presenti il Presidente Esecutivo Eataly Andrea Guerra, il Prof. Francesco Sottile del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università di Palermo nonché rappresentante del Comitato esecutivo Slow Food, Costanza Pratesi, Responsabilità Sostenibilità Ambientale FAI, alcuni “agricoltori resistenti” come Francesco Colafemmina dell’Azienda Apistica La Pecheronza di Bari ed Elena Moschetta dell’Azienda Vitivinicola Biancavigna di Conegliano Veneto, oltre ad aziende produttrici di Nocciole dell’Alto Lazio.
I dati sono soddisfacenti: dell’obiettivo iniziale dei 100 ettari di terreni coltivati con il famoso miscuglio di semi, composto da circa 10 piante diverse che cambiano di anno in anno (quest’anno i semi sono di trifoglio alessandrino, coriandolo, facelia, lino, senape, sulla, cicoria, cima di rapa, trifoglio incarnato, girasole), ne sono stati seminati circa 50 ettari, ottenendo in un anno un ragguardevole risultato.
È chiaro che c’è ancora tanto da fare e che tra gli obiettivi del Progetto Bee the Future c’è anche quello di sensibilizzare l’opinione pubblica, non soltanto gli agricoltori, facendo informazione, portando il progetto nelle scuole, nelle associazioni, nelle comunità.
In inglese ape si scrive “Bee” e si legge “bi”, come il verbo “essere” in inglese e non è un caso:
essere = siamo = esistiamo grazie alle api che rappresentano la vita.
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