Archivio Storico 2011-2017

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Le Sette Terre di Bergamo

12 Giugno 2014

Un gruppo di viticoltori uniti per la promozione della viticoltura bergamasca

Ho conosciuto questa associazione di viticoltori grazie a Carlo Ravasio, un imprenditore dell’edilizia che insieme ad un gruppo di viticoltori si è unito per far conoscere e promuovere la

produzione vitivinicola bergamasca ai più non ancora nota.

 

Impegno, passione, qualità, valore, crescita, studio e programmi: questi i sette punti cardine che uniscono i produttori che si vogliono associare. Sette, simbolo della perfezione legato al compiersi del ciclo lunare, per gli Egizi simbolo di vita.

Carlo Ravasio è un uomo cresciuto nelle terre di un antico borgo rurale, un tempo adibito all’allevamento di capre: Cavril (caprile in bergamasco). La sua attività lo ha portato ad investire nel villaggio abbandonato della sua infanzia a Sotto il Monte Giovanni XXIII, ben determinato a riportarlo in vita. www.cavril.it

Questo recupero ha fatto nascere un agriturismo con una terrazza da cui ho goduto, seduta su una panchina, la bellissima vista su Bergamo. Ma non solo, ha fatto rinascere anche la vecchia cantina in cui riposano le bottiglie dei vini prodotti dall’azienda agricola annessa Sant’Egidio. Una storia familiare di origine contadina iniziata nel dopoguerra con l’acquisto della prima vigna: ‘Ronco di Sera’.www.sant-egidio.it

Tre ettari di vigneti e uno di oliveto da cui produce olio extra vergine di oliva da cultivar Frantoio, Casaliva, Leccino e Pendolino, e il vino che porta sulle tavole del suo agriristoro biologico:‘Ronco di Sera’, prodotto con un taglio di vino Merlot variabile tra il 60-70% e Cabernet Sauvignon per la rimanente parte, ‘Tessére’ ottenuto da uve Merlot, ‘Turano’da uve Cabernet Sauvignon, e infine ‘Marinele’, da uve Moscato giallo.

Carlo mi ha espresso la volontà di far conoscere come merita il suo territorio e le sue produzioni, avvalendosi di materie prime di piccole medie aziende agricole della zona di accertata qualità.

Durante la cena in cui l’ho incontrato ho avuto il piacere di assaggiare un piatto contadino tipico della tradizione: il Pancotto alle verdure con uovo poché (uovo in camicia). Un piatto da alcuni considerato povero, per me un piatto ricco, perché tramandandolo di generazione in generazione ci permette di tenere viva la memoria storica della nostra bell’Italia.

www.setteterre.it

 

 

 

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