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Frodi alimentari: uno scenario vario e dilagante

22 Aprile 2014
È allarme? Lo chiediamo ad Anna Zollo
«Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è cenato bene», così scriveva Virginia Woolf nel suo celebre “Una stanza tutta per sé”, manifesto della cultura femminista del Novecento europeo che la grande autrice inglese scrive in modo graffiante, ironico e originale per mettere a nudo il tema “donne e scrittura”.

…se non si è cenato bene…è sempre così? Sarà sempre così? Probabilmente nel XX secolo erano poco note, o perlomeno non avevano assunto le proporzioni rilevanti e preoccupanti di oggi le frodi alimentari, vera e propria piaga economica, sociale e ambientale che mette in pericolo la salute di moltissimi consumatori, sempre più perplessi di fronte alla qualità del cibo che si porta in tavola.

Sul tema, quindi, ecco un’intervista ad Anna Zollo, direttrice editoriale della rivista online frodialimentari.it, che ci permetterà non solo di comprendere l’ampiezza del fenomeno, ma anche di collocare, nel giusto posto, le idonee responsabilità e competenze in ordine alla tutela del consumatore e alla corretta e trasparente informazione che deve giungere fino al nostro piatto.

D. Quando e perché ha cominciato a interessarsi di frodi alimentari?

R. La mia avventura nel mondo degli illeciti agroalimentari in modo effettivo è cominciata cinque anni fa, quando ho risposto ad una sfida lanciatami da Paolo Russo (l’allora presidente della commissione agricoltura della Camera dei Deputati) e da Vincenzo Pepe (presidente del Movimento ecologista europeo Fareambiente), anche se già da anni mi occupavo di qualità e prodotti tipici. Una sfida complessa ed articolata: erano anni in cui, tranne alcune associazioni di categorie, il mondo delle frodi non era così di “moda” e pochi se ne occupavano.
Decidemmo, così, di redigere un “rapporto sulle frodi agroalimentari”, di cui sono responsabile scientifico sin da allora, che curo in collaborazione con tutte le forze di polizia che se ne occupano. A seguito di ciò, vista la complessità e importanzadel tema, nel 2010 abbiamo creato, con due giovani colleghi, un sito di informazione che l’anno dopo è stato trasformato in una testata giornalistica online. Infatti ci rendemmo conto della necessità di informare i consumatori in modo semplice ma anche rigoroso, senza allarmismi. Ci rendemmo conto che era necessario tutelare i consumatori ma non a discapito delle imprese. Un’ informazione non certa può arrecare danni alle imprese e quindi anche all’economia di una nazione. Le frodi infatti, sono sia di tipo igienico sanitario (adulterazione, sofisticazione) ma anche commerciale (contraffazioni). E’ troppo facile creare uno scandalo su un prodotto per poi rendersi conto che quanto affermato fosse meno grave di quanto avvenuto (come ad esempio il caso dei maiali nutriti con scarti non idonei, dei taralli prodotti con farine animali etc). Questo non significa non informare il consumatore, ma farlo senza allarmismi. Oggi con il web tutto circola velocemente senza verificare le fonti.

D. Chi sono i vostri lettori?

R. È difficile definire in modo semplice il target dei nostri lettori. Dai dati che siamo riusciti a ricavare, dalle richieste di iscrizione alla newsletter, possiamo dire che è un target molto eterogeneo.Abbiamo lettori di settore, professionisti ma anche famiglie e casalinghe. Una cosa che ci rende orgogliosi e il numero crescente dei nostri lettori: siamo a circa 100.000/ 150.000 al mese.

D. Quanto il consumatore può ritenersi tutelato dalla normativa vigente sulla produzione e commercio di alimenti non conformi?

R. Il corpus normativo, sia nazionale che comunitario, in materia di sicurezza alimentare è molto stringente e completo. Sin dal 1986 con il vino al metanolo e al 2000 con la mucca pazza e aviaria, l’Unione Europea ha legiferato in materia, creando norme a tutela del consumatore.
Nel “pacchetto igiene” infatti, il consumatore è posto al centro della tutela grazie alla tracciabilità/rintracciabilità del prodotto e alla etichettatura. Ma è fondamentale affinchétutto questo sia efficace oltre che efficiente, la partecipazione e il coinvolgimento dei consumatori stessi.
Oggi infatti non è più possibile che il consumatore sia sbadato o poco interessato a quello che mangia. E’ fondamentale che sia sempre in allerta e attento, altrimenti non ci sono norme che tengono. La principale tutela viene dalla conoscenza.

D. Ogni giorno quintali e quintali di prodotti sequestrati. Quanto significativi sono questi numeri?

R. I numeri sono scioccanti! Anche se le forze di polizia lavorano quotidianamente al contrasto di queste forme di illeciti, si moltiplicano anche i malfattori che ne compiono. Solo nel 2013 sono state oltre 3,3 milioni le unità (634.000 nel 2012 + 431%) e i sequestri di prodotti irregolari pari a 9,7 mila tonnellate (7,1 mila nel 2012 + 34%), in base ai dati forniti dai Nuclei Antifrodi Carabinieri (NAC). E questi sono solo una minima parte di quanto è fatto compiuto nello scorso anno. Il Corpo Forestale, infatti, evidenzia come nel 2013 vi siano stati 89 reati accertati (80% in più rispetto al 2012) e coma siano stati riscontrati 1.114 illeciti amministrativi (6% in meno rispetto al 2012), per un totale di € 4.417.000di importo notificato (50% in più rispetto al 2012). Quindi forse anche a causa della crisi, i casi di frodi aumentano.

D. Dal vino al metanolo ai pomodori cinesi. Cos'altro ci aspetta?

R. Diciamo che chi compie atti illeciti nel comparto legato al cibo ha molta fantasia. Sempre nuovi sono gli escamotage che riescono a inventarsi per “far soldi” con la salute dei cittadini. Gli ultimi casi, più spettacolari, sono quelli dei wine kit.
Il wine kit non è altro che un kit vendibile online, soprattutto nei paesi anglosassoni (Usa e Regno Unito) e nel Nord Europa, che contiene una polverina di mosto o estratto di vino essiccato che, mescolato con acqua, dovrebbe creare un vino di qualità. Infatti i wine kit più venduti e popolari sono quelli del Barolo e di altri vini pregiati italiani.
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