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Gian Maria Vercesi, la storia in Oltrepò Pavese

20 Marzo 2014
Azienda Agricola Vercesi del Castellazzo- Montù Beccaria (PV)
“Non fermatevi alle apparenze (dell’Oltrepò), approfondite senza farvi influenzare dalle mode.” Questo è ciò che chiede un viticoltore per la sua terra a chi fa comunicazione nel mondo del vino.

L’Azienda AgricolaVercesi del Castellazzo è una realtà storica condotta dall’amico Gian Maria Vercesi insieme al fratello Marco a Montù Beccaria (PV). Circa 20 ettari vitati a Croatina, Barbera, Pinot Nero, Ughetta e Cabernet Sauvignon.

La loro storia ha origini lontane. Gian Maria mi ha raccontato che la sua famiglia è proprietaria di questi terreni fin dal 1600. Fu però il padre nel 1961 a dare impulso all’azienda vinificando le uve fino allora solo coltivate.

L’ho conosciuto anni fa durante una serata di degustazione che avevo organizzato in Oltrepò Pavese con la collaborazione dell’enologo Mario Maffi, e dei cari amici dell’Azienda Agricola Doria di Montalto Pavese. Un uomo legato alla terra che voglio farvi conoscere attraverso le sue parole.

D) Gian Maria, cosa trasmetti del ‘tuo credo’ nel vino che produci?

R) Cerco di trasmettere la forza del terroir evitando interventi pesanti in cantina, sull’uva, sui mosti, e sui vini che ne derivano. Cerco di toccarli il meno possibile proprio per mantenere tutto il loro patrimonio derivante dalla terra su cui vivono.

D) Non è un momento facile per nessun settore produttivo Italiano. Da esperto del territorio quale sei, mi puoi dire come si sta vivendo la viticoltura in Oltrepò Pavese? Ma soprattutto, quali sono le maggiori difficoltà attuali di voi viticoltori?

R) Le difficoltà sono quelle di sempre, purtroppo. Scarso rapporto tra colleghi ma, soprattutto, la quantità di vino di qualità che scompare in rapporto all’altro vino, quello taroccato, mistificato, violentato per farne un prodotto da prezzo che invade gli scaffali della grande distribuzione e che comunica al mercato quel tipo di qualità. Da qui ha origine il detto che il vino dell’Oltrepò Pavese è mediocre. Altro problema è che “non c’è mai tempo” e molto, tocca delegarlo agli altri…

D) Come produttore hai consigli o suggerimenti da dare ai giornalisti e ai blogger sulla comunicazione del mondo del vino?

R) Solo un consiglio: non fermarsi alle apparenze (dell’Oltrepò), approfondire senza farsi influenzare dalle mode. Ricercare, scoprire…

D) In Oltrepò la volontà di un cambiamento è forte in molti.Ne è testimonianza la libera Associazione di Produttori “InOtre” di cui sei membro e promotore. Me ne vuoi parlare?

R) InOLTRE(www.inoltre-po.it) è nata nel 2002 partendo dall’idea di partecipare al Vinitaly con un folto gruppo che non si appoggiasse alle solite collettive istituzionali.Siamo una decina di produttori con un duplice fine: “Primo, partecipare a fiere ed eventi per far conoscere un cospicuo numero di etichette di qualità, e fare economie di scala. Secondo, quello di degustarci, e degustare gli altri.Noi crediamo molto nella divulgazione dei nostri marchi sul territorio provinciale, e questa è cosa molto più realizzabile quando si lavora in squadra.

Esattamente così, ‘fare sistema’ andando avanti uniti. Questa è l’unica strada da percorrere per uscire da questa grave crisi economica che ci attanaglia. Io ci credo, come credo che persone come Gian Maria Vercesi, possano fare bene per il futuro dell’Oltrepò Pavese, una bellissima terra da promuovere e rivalutare.
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