Archivio Storico 2011-2017

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Alla scoperta della cucina tipica del Sannio con Alessandro Frangiosa

08 Febbraio 2016

Preservare e valorizzare tutti i sapori e le particolarità che si stanno perdendo

Ci sono dei luoghi che parlano del territorio, della storia e della memoria. Uno di questi è Masseria Frangiosa, azienda agrituristica a pochi chilometri da Benevento, un luogo che parla della ruralità di queste genti, della natura incontaminata e del paesaggio sannita. Masseria Frangiosa, incastonata in un paesaggio agricolo di rara bellezza e dominata dal massiccio del Taburno, racconta la realtà contadina, quelle radici agricole che non devono andar perse ma valorizzate e consegnate come memoria del passato alle generazioni future.

Masseria Frangiosa è la storia del duro lavoro della terra, dell’attesa del raccolto, del vivere quotidiano tra campi e allevamenti e se oggi può vantare di essere una delle aziende agrituristiche più conosciute del Sannio e della Campania, di essere fattoria didattica e luogo d’intrattenimento all’insegna del relax e dell’aria pulita, lo deve grazie allo spirito di corpo che da sempre ha contraddistinto quest’azienda familiare in cui tutti i componenti della famiglia si dedicano con passione e devozione allo sviluppo del loro progetto. Una lunga tradizione rurale alle spalle e una forte motivazione guidano le attività e grazie a questo oggi la Masseria Frangiosa può offrire quanto di buono hanno i nostri territorio tra olio extravergine di oliva, ortaggi, carni…il tutto condito da ospitalità, passione e rispetto per i ritmi della natura.

Ho avuto la possibilità di parlare con Alessandro Frangiosa, uno dei più giovani componenti della grande famiglia, chef qualificato e conosciuto sul territorio che tra memoria, gastronomia e progetti futuri ha raccontato di essere “nato a Torrepalazzo, una contrada del comune di Torrecuso, piccolo borgo del Sannio beneventano. Da sempre ho vissuto in campagna, coinvolto nelle moltissime attività agricole che la mia famiglia da sempre ha portato avanti: raccolta di olive e di ortaggi, coltivazione di funghi, allevamento di animali da cortile e di suini e bovini…tutto questo è stata la mia infanzia e la mia gioventù! Da azienda agricola ad azienda agrituristica…il passo è stato compiuto per passione nei confronti della nostra splendida terra che gelosamente ho portato nel cuore crescendo. Per lavoro sono stato lontano da casa per diversi mesi, trovandomi nei contesti più svariati dove ho anche conosciuto la parola terrone e il suo significato negativo…”.

Alessandro ama la sua terra, rispetta le sue origini, vive il senso di famiglia con grande devozione e cura, ma è anche tenace e propositivo (complice la sua giovane età!) e sa bene che la tradizione rurale sannita può essere anche occasione di rilancio, a fini turistici del suo territorio: 

“Ho sempre pensato e sognato che la nostra bellissima realtà inespressa, il Sannio beneventano, abbia il potenziale per somigliare alle Dolomiti o ai colli toscani e non c’è bisogno di espatriare per vivere e progredire, a maggior ragione in questo periodo storico che quasi impone la fuga a chi ha il coraggio di rimanere. Credo che, al pari di altre realtà turistiche dell’Italia, il Sannio debba essere valorizzato e fatto conoscere perché può offrire tanto, tra storia, cultura e gastronomia. Tocca a noi preservare e valorizzare tutti i sapori e le particolarità che si stanno perdendo”.

Una passione per la cucina, quella di Alessandro, per i sapori e i profumi che si legano a ricordi intensi di pranzi indimenticabili: 

“Da piccolo, vista la numerosa presenza di operai nell’azienda di mamma e papà, trascorrevo il pomeriggio con nonna Iolanda che oltre a faticare per farmi studiare, doveva anche preparate il pranzo per una ventina di persone che tornavano dai campi stanchi e affamati. Credo proprio che sia stata lei a trasmettermi la sua passione per la cucina. Lei metteva amore e dedizione anche in operazioni semplici come sbucciare una cipolla o come quando nel grembiule ripiegato accoglieva decine e decine di patate sbucciate e da friggere. Sono cresciuto e col tempo ho imparato a fare di questa passione una professione e la mia formazione si ispira alla mia idea di cucina che poi è racchiusa nel motto dell’azienda (produrre e conservare i sapori di un tempo). La mia è una cucina moderna che rivisita le ricette tipiche, che utilizza i prodotti del Sannio, i prodotti a chilometro zero”.

Un vero e proprio viaggio, quello compiuto con lo chef di Masseria Frangiosa alla scoperta della cucina che propone ai suoi ospiti, una cucina naturale e semplice basata su piatti della memoria, su antichi gusti riscoperti e presentati anche in chiave moderna, pur mantenendo il legame con i ricordi, il calore e l’affetto della famiglia:

“Amo il dolce e tutto ciò che lo è, ma la mia vera passione è cucinare la carne soprattutto da abbinare a ortaggi freschi di stagione prodotti da noi e da condire esclusivamente con olio extravergine d’oliva, fiore all’occhiello dell’azienda. Il piatto a cui sono maggiormente legato è il filettino di maiale in manto di noci, su cicoria selvatica e pomodorini all’ortice d’oliva. Una mia rivisitazione di una minestra antica che preparava mia nonna mettendo a cuocere in un tegame con i pomodorini la carne di maiale bollita.Il filetto di maiale deve essere marinato, cotto a bassa temperatura e poi passato sulla griglia; prima di essere adagiato sulla cicoria e i pomodorini viene passato nella granella di noci e condito con un pizzico di sale, pepe nero e un filo di olio extravergine di oliva della varietà “ortice” una cultivar tipica del nostro Sannio”.

 

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