Archivio Storico 2011-2017

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Pasta opera: un'opera d'arte

22 Luglio 2013
e la Calamarata napoletana
La produzione della pasta artigianale “Opera” risale al lontanno 1856, quando la famiglia Venturino, un vecchio marchio del sud Italia e più precisamente di Nocera Inferiore, iniziò questa attività con impegno e devozione.

L'Azienda ha le idee molto chiare e una marcia in più: “Opera è un processo concettuale che parte dall'idea, passa per l'azione ed arriva al prodotto, fino a diventare capolavoro, evocando sia il processo manuale dell'impastare sia quello emotivo di trasmettere piacere e valori”.

La varietà della pasta spazia dagli spaghetti alle linguine, dalle tagliatelle alle lasagnacce, dalle eliche alle torcinelle, dai radiatori ai gigli solo per citarne alcune varietà.

Vi consiglio una ricetta adatta alla stagione: la classica Calamarata napoletana...

Ingredienti (per 4 persone)
• 400 gr Pasta Opera formato Calamaretti
• 600 gr Calamari
• 300 gr Pomodorini
• 1 spicchio d’aglio
• 1 Peperoncino fresco
• Vino bianco secco
• Olio extravergine di oliva
• Prezzemolo tritato, Sale e Pepe nero macinato (q.b.)

Preparazione

Pulite i calamari, eviscerateli e spellateli poi tagliateli ad anelli di dimensione simile al formato della pasta. Lavate i pomodorini e tagliateli a metà. Riscaldate quattro cucchiai d’olio in una padella larga e rosolatevi il peperoncino tritato e l’aglio (che se preferite potrete eliminare quando sarà dorato). Aggiungete i calamari e lasciate cuocere per qualche minuto, poi sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco secco a temperatura ambiente. Dopo l’evaporazione del vino, unite i pomodorini tagliati e salate. Cuocete a fuoco dolce per 10-15 minuti (in base alla cottura dei calamari). Nel frattempo lessate la pasta in acqua salata. Quando il sugo si sarà addensato, spegnete il fuoco e aggiungete il prezzemolo fresco tritato. Scolate la pasta al dente, quindi trasferitela nella padella col sugo di calamari.
Amalgamate bene il tutto e dopo aver impiattato con cura (perchè anche l'occhio vuole la sua parte!) gustatevi il frutto del vostro lavoro!
L'ultimo, ma non ultimo, anzi l'ingrediente indispensabile, non può che essere la buona compagnia...
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