Archivio Storico 2011-2017

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Il recioto

27 Aprile 2011
Un nettare per Garibaldi
Tanti sono i fattori che concorrono alla produzione del nostro caro recioto, che non si sa da dove iniziare.
Proviamo a partire dal territorio: Gambellara, piccolo paesino ad ovest della provincia di Vicenza ai piedi dei monti Lessini, di origine vulcanica, (questo fa sì che vino ottenuto abbia una buona mineralità) i colli hanno un'altitudine di circa 250-300 metri slm, una corona di monti meravigliosa, dove si coltiva da sempre un vitigno chiamato garganega, un'uva squisita, a grappolo spargolo che quando matura diventa gialla come l'oro!
È un'uva speciale perché si adatta a tante vinificazioni, cioè produciamo diversi vini: il gambellara classico, il recioto spumante (anche metodo classico), il recioto tranquillo e il vin santo.
Ma noi ci fermiamo al recioto tranquillo, cominciando dal nome, recioto appunto da "rece" che sarebbero i due grappolini che stanno a lato del grappolo della garganega, solitamente più dorati perchè più esposti.
Ecco presi questi grappoli migliori e ulteriormente selezionati, vengono sottoposti ad appassimento, in locali ben aerati, e poi pigiati verso febbraio, poi fatto decantare il mosto per 4/ 5 giorni, fatta fare la fermentazione, e poi (facoltativo) messo in botte.
Il prodotto che ne esce è una cosa meravigliosa, di colore giallo dorato, profuma di acacia, miele, mandorla amara, uva passa e albicocca secca.
Al gusto è dolce ma non stucchevole, con una giusta acidità, che lo conserverà per anni!
C'è pure una leggenda che racconta che un certo generale Framarin, cittadino di Gambellara, che era ai comandi di Garibaldi, avrebbe portato al generale ferito in una battaglia una bottiglia di questo squisito nettare, e lui lo abbia soprannominato Framarin dal buon vin.
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