Archivio Storico 2011-2017

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Il Pigato

04 Aprile 2011
Viaggio nei vini di Liguria
Vino tipico della zona di Albenga e dell’Imperiese, il Pigato è uno dei vitigni più misteriosi della penisola. Pare sia originario della Tessaglia, importato dai greci durante la colonizzazione della penisola. Alcuni detrattori, che affermano che la colonizzazione greca in Liguria non sia stata così intensa, lo danno come un discendente della Malvasia Bianca, vitigno diffuso nella penisola italica sin dai tempi più remoti. L’etimologia del nome viene spesso confusa con un accenno al colore. Infatti molti pensano che Pigato derivi da dorato, color paglia. In realtà, deriva da “piga”, parola dialettale che significa “macchia”, riferita alla macchiolina color ruggine che appare sugli acini nel momento della giusta maturazione. Pigato quindi vuol dire letteralmente macchiato, con le macchie.
L’uva da pigato si presenta con acini ovali, morbidi, di media grandezza e a polpa gialla, con buccia caratteristica.
L’andamento della vite è elegante ed eretto, con una media di 2/3 Kg di prodotto per ceppo.
Viene coltivata a terrazze, in versanti ben esposti al sole, dove il terreno sia ricco d’argilla.
La mancanza di questi fattori provoca la scomparsa delle caratteristiche macchioline.
L’altitudine adatta è circa 300 metri sopra il livello del mare, che gli garantisce il calore ma anche una discreta escursione termica notturna e una certa vicinanza al mare, tutti fattori indispensabili per il corretto sviluppo dell’ampia gamma di profumi di questo vino. Il sistema di coltivazione è quello a potatura corta, e generalmente si vendemmia entro la prima decade di settembre.
Riconosciuto come uva regina di Liguria, ha una DOC specifica come “Pigato della Riviera Ligure di Ponente”, a testimonianza della sua scarsa diffusione nel levante (nello spezzino è addirittura sconosciuto) e rientra nelle DOC della Valpolcevera con le tipologie Bianco, Spumante e Passito.
Per ottenere la DOC, la purezza del prodotto deve essere pari o superiore al 95%.
Spesso confuso con il Vermentino man mano che la coltivazione si sposta a levante e le macchioline scompaiono, è un vino da consumarsi giovane, benché recenti esperimenti di invecchiamento abbiano dato eccellenti risultati.
Le caratteristiche organolettiche sono colore giallo paglierino e odore intenso, leggermente aromatico. Il vino di prima vendemmia presenta sentori di salvia, basilico e muschio, con un colore meno carico dai riflessi argentati. Il vino di fine vendemmia, più ricercato, presenta note di mandorla, miele e frutta matura, con un vago sentore di pesca e un colore paglierino più intenso, quasi ambrato, con riflessi bronzo. Entrambe le qualità presentano un retrogusto amarognolo e vagamente salmastro, considerato l’impronta genetica del pigato autentico.
Vino principe della regione, si accompagna a tutte le ricette della cucina ligure e genovese, dai piatti più pregiati preparati ad esempio con orate, dentici, funghi o frutti di mare, a quelli più rustici, come le trofie al pesto, le verdure ripiene e il polpettone. Vede il suo abbinamento ideale con i pansotti al sugo di noci, ed è un vino indicato soprattutto con i primi piatti. Va servito attorno ai 15°C.
Attualmente il Pigato è tutelato dall’applicazione dei Regolamenti Agroalimentari Comunitari, che prevedono la riduzione drastica di antiparassitari e concimi chimici, al fine di preservare naturalmente tutti i sapori e gli odori caratteristici di questa affascinante varietà.
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