Archivio Storico 2011-2017

x5

Galeotto fu il Borducan... e chi lo restaurò!

20 Giugno 2011
Al sacro monte di varese
Arrivo a Santa Maria del Monte in automobile con mio marito, un martedì pomeriggio di metà giugno: dal centro di Varese si sale in dieci minuti. I bambini sono con i nonni, noi siamo soli a festeggiare il dodicesimo anniversario di nozze nel posto che fu galeotto per il nostro amore, tanti anni fa, sedici per l'esattezza, e proprio di questi giorni. Pioviggina, e l'aria che avvolge i nostri passi fra le viuzze e le scalinate nel borgo antico che sovrasta il secentesco viale delle cappelle è irreale e romantica.

L'impatto di fronte alla facciata liberty del Borducan, completamente restaurata, la bella scritta verde in risalto, è forte: mi sembra davvero di essere tornata indietro di tanti anni, quando al pomeriggio andavo con le mie amiche a studiare e a godermi il sole e il paesaggio. Prendevamo un caffè, aprivamo il libro e stavamo sedute tutto il pomeriggio concentrate nelle nostre letture, e riempiendo di sospiri i minuti di pausa. Ci raccontavamo, noi ragazze, le nostre pene sentimentali, fra una lacrima e uno sguardo all'avvenire. Ci saremmo, chi più chi meno, innamorate davvero, tutte noi, prima o poi; a me successe proprio qui, nei luoghi cari a Liala, ed è con gli stessi occhi di allora che oggi ritrovo i miei passi in questo luogo incantevole, meta di innumerevoli pellegrini di Dio e dell'Amore.

Il Borducan, l'albergo-caffè-ristorante liberty simbolo del Sacro Monte, ha riaperto proprio da poche settimane, il 21 maggio. 'Dopo soli quattro giorni di chiusura, il passaggio da una gestione all'altra è stato praticamente indolore', racconta Rita, una deliziosa e dolce trentenne dai gesti gentili, formazione linguistica alle spalle e anni di gavetta alberghiera. 'Nell'autunno scorso avevo conosciuto il locale e me ne ero innamorata perdutamente. In primavera i gestori decidono di vendere: si ricordano di me, mi contattano e in quattro e quattr'otto eccomi qui con Oliver, il mio fidanzato, ad iniziare questa meravigliosa avventura.'
Rita, gli occhi lucenti, perde lo sguardo nel panorama mozzafiato che si staglia al di là della balconata che ospita i tavolini più ambiti. Si vedono ben tre laghi da questa posizione: quello di Varese, quello di Comabbio e il Maggiore, e Rita viene appunto dall'altra sponda del Verbano, quella piemontese. Sotto di noi c'è anche lo stadio, e durante l'ultima partita, quella che per un soffio ci ha fatto sfuggire dalle mani la prima serie, le urla delle tifoserie risuonavano sino quassù, mi racconta allegra la mia interlocutrice.

Oliver, austriaco, un bel moro nobile di lineamenti e di modi, è maître d'hotel, mentre la sua compagna si occupa prevalentemente delle stanze ('ma so anche fare delle ottime torte', ci tiene a sottolineare); con loro la fedele cuoca Emilia, varesina di nascita, cultrice della cucina altoatesina. Rita, mentre ci accomodiamo in terrazzo, ci serve una fetta fragrante di dolce alle pesche appena sfornato: di solito lo prepara con le ciliegie, ma il papà questa settimana non gliele ha portate. Le suggerisco, anzi, di conservare la ricetta, perché è una quattro quarti deliziosa, e con le pesche nostrane di Monate, che maturano fra un paio di mesi, sarà davvero irresistibile. Rita sorride e ammette di voler includere fra le proposte del già nutrito menu – al Borducan si mangia a pranzo e a cena, sabato e domenica compresi – qualche piatto squisitamente locale e anche qualcosa di raffinato, etereo, belle époque.

D'altronde, la cifra del Borducan, nato nel 1872 dallo spirito imprenditoriale di Davide Bregonzio, garibaldino che partecipò alla famigerata spedizione dei Mille, è stata sin dagli esordi l'estrosità. Bregonzio, esperto erborista e appassionato di liquori, durante un viaggio in Algeria si era innamorato delle famose arance dolci del posto (e forse non solo di quelle). Affascinato dall'analogia fra il termine arabo al burtuqal e quello bosino - portucal, simile un po' dappertutto in Padania a causa del comune etimo greco al suo rientro brevetta l'Elixir del Borducan, distillando un liquore unico, sintesi di erbe del Campo dei Fiori e delle note agrumate dell'arancia. Tutto questo in epoca decadente, un periodo in cui, essendo il clima dei laghi prealpini più mite di quello odierno, sulle isole Borromee maturano proprio limoni, mandarini ed aranci, e queste fragranze sono fra i nostri vanti locali. Per poterlo vendere apre un esercizio, il Caffè del Borducan, originario nucleo di quello che nel 1924 si trasformò – ad opera della nuora Anita Angiolini, vedova di suo figlio Mario – nell'attuale e maestoso edificio in stile liberty a tre piani.

Di figlio in nipote, il segreto della distillazione del leggendario Elixir si è tramandato fino all'ultimo erede, Bruno Bregonzio, il 'nonnino' del Borducan, vera e propria istituzione varesina al congedo del millennio; di lui si carpì solo che preparava l'olio essenziale di bucce d'arance in un paiolo ereditato dal nonno. Alla sua morte, avvenuta negli anni Novanta, non aveva voluto rivelare la ricetta a nessuno, nonostante le generose offerte; fortuna volle che, però, in cantina fossero rimaste alcune vecchie bottiglie, da cui si è riusciti a risalire, conoscendo anche la tecnica di produzione, al 'clone' del famoso infuso. Fu Arturo Rossi, titolare della Rossi d'Angera, a coordinare i lavori dell'équipe che oggi produce nuovamente l'Elixir, grazie ad accordi con gli eredi di Bregonzio, i proprietari dell'attiguo Ristorante Colonne. Così oggi Rita e Oliver lo riportano agli antichi fasti proprio dove nacque, rinvigorendolo della loro nuova gestione, che sa dei loro volti giovani, del loro amore e della loro intraprendenza; saggiamente il locale è stato restaurato anche negli interni - dal bellissimo salone circolare con affreschi in stile alle camere con gli arredi d'epoca - conservando tutto il fascino del periodo in cui fu costruito.

Un tuffo nel passato, dunque, e nel romanticismo targato Varese, dove si può trascorrere un pomeriggio sorseggiando un delizioso caffè corretto al Borducan, oppure un bicchierino di liquore in purezza, o anche ghiacciato se la calura soffoca; dove si può pranzare e cenare con un bel tagliere di salumi e formaggi oppure secondo l'estro di Emilia (autrice, fra le tante ricercatezze, delle pennette zafferano e cacao e di molteplici risotti alla frutta); dove si può prenotare un soggiorno completo in un contesto davvero impareggiabile e a cifre ragionevoli. Cosa non trascurabile, Rita ammicca all'idea di far ritornare il Borducan un luogo di ritrovo per gli studenti, così com'era stato con l'ultima gestione Bregonzio ('a breve faremo una serata 'bigiona'!, mi rivela ridacchiando) e, quel che è ancora più interessante, le piacerebbe farne un punto di riferimento nel mondo della letteratura e della cultura varesina: in poche parole, scrittori, storici, studiosi, potreste fra non molto presentare il vostro libro da Rita e Oliver. Fatevi avanti! C'è una pagina di eventi tutta da riempire.


Ristorante-caffetteria-hotel Al Borducan (****)
Via Beata Caterina Moriggi, 43
21100 Varese
Tel. +39 0332 222 916
fax +39 0332 222 412
www.borducan.com
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Apertura: dal lunedì alla domenica, 9.00-23.00; ristorante 12:00 / 14:00 e 19:00 / 22:00
Giorno di chiusura: mercoledì
Nove camere complete (95 € ÷ 130 ) con vista più una suite (210 € ÷ 230) prima col. inclusa.

Per info. sul Sacro Monte di Varese, patrimonio Unesco:
http://www.sacromonte.it/
primi sui motori con e-max.it
primi sui motori con e-max.it