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Il Vigneto sul Terrazzo mette radici...

23 Maggio 2013
Sempre aspettando Terroir Vino 2013
Una volta decisa la posizione del vostro “vigneto casalingo” ed avviata la coltivazione, è importante rispettare i tempi e i modi di potatura, sfogliatura e diradamento.

Bisogna infatti tenere presente che la vite non può svilupparsi in maniera indiscriminata, come una qualsiasi pianta decorativa, ma deve essere forzata ad un certo tipo di andamento, soprattutto se si intende coltivare a fini “produttivi”.

La potatura si divide in due fasi, e la prima avviene in inverno, allo scopo di preparare la fruttificazione dell’anno successivo.

Il primo anno, i rami andranno potati lasciandovi solo due gemme, che l’anno successivo daranno vita a due rami distinti, uno da frutto, l’altro da foglie.
Questa operazione è detta “taglio del futuro”.

Il secondo anno, i rami dell’anno precedente andranno forzati a prendere una direzione precisa.
I rami da foglie potranno essere lasciati sviluppare verticalmente, i rami che portano le gemme andranno deviati a seguire un andamento orizzontale e potati lasciando 6/8 gemme.
Questa operazione è detta “taglio del presente”.
Il terzo anno, i rami potati l’anno prima daranno i frutti.
Una volta raccolti i grappoli, il ramo andrà tagliato e verrà sostituito da uno di un anno più giovane, pronto a riprendere il ciclo vitale.

Il taglio del ramo che ha portato i grappoli va fatto alla base, ed è detto “taglio del passato”.
Da qui si comprende facilmente che la coltivazione della vite richiede almeno tre anni prima di poterne “assaporare” i risultati.

Se non avete voglia di aspettare, potete acquistare delle piante già di tre anni, pronte per fruttificare, ma in questo caso dovrete avere già pronte le strutture di sostegno.
La potatura estiva, detta “potatura verde”, è necessaria per migliorare la qualità dell’uva.
Si eliminano quindi i polloni nati ai piedi della pianta, che sottraggono nutrimento, e si cimano gli apici dei germogli, al fine di rallentare la crescita dei viticci e favorire lo sviluppo dei grappoli.
La potatura estiva ha quindi lo scopo di dirottare il nutrimento ai grappoli, per consentirne uno sviluppo ottimale.

Complementare alla potatura verde è la sfogliatura, cioè l’eliminazione delle foglie in eccesso.
Quest’operazione va eseguita un paio di settimane prima della raccolta, e viene fatta non solo per garantire ai grappoli d’uva il massimo del nutrimento, ma anche per consentire ai frutti di ricevere in misura maggiore i raggi del sole, che favoriranno lo sviluppo di grappoli più sani, colorati e profumati.
Infine, grande importanza hanno le operazioni di diradamento.

Quest’operazione non ha una tempistica precisa, avviene lungo tutto il periodo della fruttificazione.
Si tratta semplicemente di selezionare i grappoli in via di sviluppo, eliminando quelli piccoli e malformati per favorire la crescita di quelli più belli e più sani.

Quando finalmente l’uva è pronta per essere raccolta, ricordatevi di non raccoglierla mai bagnata di pioggia o di rugiada.

Raccoglietela al tramonto, prima dell’innaffiatura, o comunque quando è ben asciutta.
I grappoli raccolti in condizioni di umidità tendono infatti a perdere sapore e a marcire velocemente.

Una curiosità.

E’ utile piantare ai piedi delle nostre viti in miniatura delle piccole rose nane, riprendendo l’abitudine contadina, vecchia di secoli, di piantare dei rosai agli estremi dei filari.
Le rose svolgono infatti una funzione di “sentinella”, segnalando gli attacchi dei parassiti perché, essendo piante notoriamente delicate, si ammalano per prime, e danno il tempo di intervenire sulle viti con prodotti adeguati, prevenendo l’estendersi dell’infestazione e delle malattie.
I principali nemici delle viti, anche di quelle casalinghe, sono l’oidio e la peronospora, e possono essere combattuti con trattamenti preventivi effettuati due volte all’anno, da sospendere quando i grappoli iniziano ad ingrossarsi, utilizzando prodotti specifici a base di rame e zolfo.

E’ utile comunque provvedere alla prevenzione delle malattie anche in presenza di condizioni ambientali avverse, indipendentemente dalla stagione (eccezion fatta per il periodo di fruttificazione), soprattutto in caso di piogge abbondanti e prolungate.
Un’ultima nota va fa fatta sulle varietà da scegliere per la coltivazione.
Le varietà bianche più utilizzate sono l’Aurora, senza semi, e l’Italia, dagli acini grossi e tondi.
Le varietà rosse sono invece la Cardinal, violacea, e la Fragola, nera e con gli acini piccoli.
In ogni caso, si consiglia comunque di scegliere varietà di uva da tavola e non da vino, più resistenti alle malattie, più facili da coltivare e più decorative dal punto di vista del fogliame, perché più folte e dalle foglie più ampie.

Un ceppo d’uva, se coltivato in maniera corretta, può produrre fino a 20 Kg d’uva.
Ovviamente, la coltivazione “casalinga” dell’uva non può far sperare nei risultati ottenibili in una coltivazione su larga scala, perciò è meglio evitare di preparare cantinette e bottiglie.
Tuttavia, se eseguita con attenzione, con i metodi corretti e con un po’ di pazienza, potrà se non altro riservare a chi decidesse di tentare questa avventura “agricolo-cittadina”, non solo la soddisfazione di portare in tavola dell’ottima uva coltivata con le proprie mani, ma anche piacere di aver creato in città, magari proprio in mezzo ai palazzi, un piccolo spaccato di campagna…

(Nella foto, vite da terrazzo ormai avviata, foto di Selena Pisaroni)
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