Archivio Storico 2011-2017

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Rossana Gaja, una donna del vino italiano

18 Giugno 2015

Lavorare rispettando la terra 

Rossana Gaja, la psicoenologa di casa Gaja, una definizione con la quale lei stessa si è presentata la sera in cui l’ho conosciuta. Trae origine dal fatto che, essendo laureata in psicologia, applica questa sua formazione nel mondo del vino in cui vive e lavora. 

GAJA, una realtà vitivinicola del Piemonte apprezzata nel mondo che ha avuto origine nella seconda metà del 1800 con la vendita di vino sfuso nell’Osteria del Vapore. Fu Giovanni Gaja nel 1859 ad avviare la Cantina a Barbaresco, nelle Langhe. 

Oggi il figlio Angelo, insieme alla moglie Lucia e alle figlie Gaia e Rossana, da continuità all’attività di famiglia.

Ho incontrato Rossana qualche tempo fa, durante una degustazione. Devo ammettere che mi è piaciuta da subito. La sua stretta di mano decisa, il suo porsi determinato, a volte ruvido ma schietto, mi ha indotto a volerla conoscere meglio.

D) Rossana, ieri sera parlavo di te con un amico, gli dicevo – sai, ho conosciuto una donna determinata di gran carattere,che vedrei bene nelle istituzioni per favorire l’agricoltura. - Amo la terra, amo conoscerne la storia, i suoi prodotti e i suoi protagonisti. A modo mio, come posso, oltre che viverla cerco di raccontarla. Ascoltandoti ho pensato che forse, una donna decisa come te, potrebbe qualcosa…

R) ti ringrazio molto per le tue parole gentili. Il vino è un prodotto unico, ma la cosa più straordinaria è la sua capacita di creare legami tra le persone, perché è tradizione, famiglia, sapere, cultura, condivisione, memoria… Pochi prodotti portano con sè questi valori.

Nel mio piccolo, credo che per salvare l’agricoltura dobbiamo lavorare rispettando la terra, cercando di andare verso un’agricoltura naturale, rispettosa dell’ambiente, senza l’utilizzo della chimica. La terra è il nostro patrimonio più grande!

Produrre vini legati ad uno specifico territorio: ‘il segreto di un vino non è la perfezione, ma il difetto che riconduce al terroir’.Rispettare questi paesaggi proteggendoli dalle brutture dell’edilizia e dal cemento, cercando di essere attenti e maggiormente sensibili alla bellezza del nostro paese. 

Insegnare ai giovani a bere bene, consumare il vino esclusivamente durante i pasti e non per le strade o a digiuno.Questa è una macchina che si è già messa in moto, ma si deve fare ancora tanto. Io sono ottimista, il futuro del vino lo vedo in rosa! 

 

Cosa resta da dire… solo che è stato un vero piacere! Tra l’altro quella sera abbiamo brindato con il suo ottimo Barbaresco DOCG 2010 (Nebbiolo), e con il buonissimo Sperss Langhe Nebbiolo DOC 1999. Sperss, nome dialettale piemontese che significa nostalgia, (94% Nebbiolo e 6 % Barbera) prodotto a Serralunga d’Alba, nelle Langhe.

 

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