Archivio Storico 2011-2017

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Volare sul mondo cavalcando api

24 Novembre 2015

Un universo di profumi e sapori disciolto in piccoli soli

Ci sono, a volte, delle serate... speciali. Serate nelle quali, stando seduti ad un tavolo, comodi, si possono fare viaggi bellissimi, buoni e... gratuiti. No, nessun timore o stupore; Cavoloverde non vuole promuovere agenzie di viaggi o altro. Voglio solo parlarvi di una bella serata di degustazione di mieli internazionali, provenienti da tutto il mondo, organizzata dalla Associazione apicoltori di Klosterneuburg Vienna alla quale appartengo come socio apicoltore. 

La serata prevedeva una degustazione spiegata e guidata dalla Dott.ssa Hildegard Burgstaller, Botanica Uni-Wien e api-cultrice in Vienna, amica carissima con la quale spesso lavoro in team per produrre i nostri mieli austriaci Landschaftshonig. Presenti una trentina di apicoltori viennesi. Il nostro viaggio dolce era previsto in 16 tappe. Le prime 4 europee e le altre fuori dall'Europa, alcune lontanissime. 

I paesi che abbiamo visitato attraverso i mieli sono stati: Australia, Vietnam, Russia siberiana, Cina, Usbekistan, Tibet himalaiano, Cipro, alcuni di questi paesi presenti con più di una tipologia. 

Quali i risultati e le impressioni? E infine: a cosa servono queste degustazioni? 

Certamente la prima cosa che si può affermare senza ombra di dubbio è questa: lontano ed esotico non vuol dire necessariamente sano e buono. 

In che senso e perché? Nel senso che spesso in molti di questi paesi l'apicoltura è ancora molto primitiva e condotta con mezzi di fortuna: vecchie arnie malmesse, sporche, spesso ammuffite e trascurate. Questo non porta mai a mieli squisiti e primigeni come si potrebbe pensare, ma spesso a mieli largamente acidi, umidi, pieni di particelle che nel miele di alta qualità non devono essere presenti. 

A conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che l'apicoltura deve divenire api-cultura se vuole raggiungere le vette di mieli veri e il più vicini possibile a quello che le api vogliono raccontarci in quel momento e di quel territorio. 

Faccio un esempio chiaro a tutti. Parto da una domanda: il vino o l'olio evo che da noi in Italia si producevano 100 anni fa erano più buoni, migliori di quelli che noi portiamo alla bocca oggi? La risposta è nella stragrande maggioranza dei casi NO. Molti vini e oli diciamo così... "antichi" oggi sarebbero scartati da qualsiasi concorso di settore. Stessa cosa accade nei mieli. A conferma che alla base di un miele sano, buono, di altissima qualità ci deve essere una profonda conoscenza e un profondo rispetto per i super-organismi sciame, esseri speciali dei quali in molte parti del mondo si ignora tutto o quasi. 

Perciò dico anche che la qualità dei mieli italiani ed europei veri e quelle di paesi con una apicoltura evoluta e moderna è senza dubbio da preferire, spesso, ad antiche modalità di raccolta che solo in rari casi portano a prodotti veramente straordinari. 

La preparazione del conduttore di sciami nella botanica dei propri luoghi, conoscendo le fioriture o le vegetazioni locali, non è sufficiente a garantire buoni mieli se poi le api vivono in condizioni penose e inaccettabili.

L'unico tra i mieli diciamo "selvaggi" che abbiamo assaggiato veramente straordinario era quello Himalayano; proveniente da favi naturali "rubati" alle api selvatiche in grotta, con relativo generale apicidio, inaccettabile per noi. Un miele profondissimo da luoghi altissimi, con fioriture strane e, come ci ha spiegato chi questo miele ha analizzato, anche pericolose. In questo miele infatti vi era la presenza del nettare di Rododendro Pontico, nettare tossico per noi. Come bene raccontarono Plinio, Senofonte, Socrate, o come ha brillantemente esposto un grande studioso italiano Giorgio Samorini nella sua bellissima ricerca-studio sui mieli inebrianti. Perciò attenti a quei mieli che trovate nelle vostre escursioni esotiche. Un consiglio: assaggiateli prima di portarli a casa e diffidate di venditori di strada. Non sempre etnico e selvaggio risulta sano e buono. 

Certamente invece la qualità australiana e russo siberiana è risultata notevole. Mieli dagli aromi decisi, profumi ottimi, umidità perfetta e perfette filtrature di base, tutti segnali di buone lavorazioni e buona conduzione degli apiari. Da rilevare anche la grandiosa "anima mediterranea" di alcuni mieli provenienti dalla Grecia, Creta e Cipro dove il timo dominava in modo straordinario e i profumi salivano a mille. 

Veniamo infine alla domanda che mi sono posto poche righe fa: a cosa servono queste degustazioni? Certamente a fare bellissimi viaggi sensoriali, come vi ho sempre detto in tutti i miei articoli. Poi ad affinare le nostre memorie degustative, ad allenare la sensibilità rispetto a nuovi profumi e sapori. Infine a confermare l'altissimo livello delle produzioni italiane ed europee in genere dove, senza essere tacciati di vanagloria, vengono prodotti mieli di livello altissimo e di qualità indiscutibile. 

Come spesso vi ho proposto e sollecitato non abbiate fretta nel comprare il primo miele sul primo scaffale di un qualsiasi discount o GDO. Spesso rischiate di buttare pochi soldi per avere mieli finti e di nessun valore. Spesso sono mieli morti, cotti, ultra filtrati. Miscelati, purtroppo, con liquidi dolci che nulla hanno a che fare con i mieli veri che rimangono un vero miracolo alimentare che solo le api possono regalarci. 

Cercate un apicoltore di fiducia, adottatelo, andate a vedere le sue arnie, i luoghi delle api, la sua sala di smielatura il suo magazzino. Se è un onesto api-cultore ve li mostrerà volentieri. Capirete e vedrete anche  molte cose che faranno di quei mieli i "vostri" mieli. Buoni mieli a tutti. 

 

primi sui motori con e-max.it
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