Archivio Storico 2011-2017

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Piantare una pianta o piantati da una pianta?

23 Marzo 2016

Riflessioni sulle eco-sinergie col mondo vegetale (parte prima)

Molti amici, sia su FB sia fuori dai social nella bella e palpabile realtà fisica del contatto, ragionano spesso di cucina vegetariana.

Diete vegetariane e molti altri concetti e ricette legate al consumo di esseri vegetali viventi. Io, come api-cultore, lavoro con organismi complessi, detti anche super organismi, (gli sciami d'api) che hanno fatto del loro rapporto con gli esseri viventi vegetali, con i loro fiori, nettari e linfe,un dato vitale della loro esistenza.

Mantengono questi rapporti strettissimi da molte migliaia di anni. Da molto prima che noi umani arrivassimo su questo piccolo pianeta. 

Noi api-cultori abbiamo l'obbligo, direi l'imperativo categorico, di sapere bene con chi abbiamo a che fare quando le nostre api intrecciano i loro legami profondissimi con le piante. Da questo, cioè dal sapere profondamente il complesso ragionamento vegetale, dipende in larghissima parte la salute delle nostre comunità ronzanti.  

Vorrei in questo scritto, il primo di una breve serie, farvi partecipi di ciò a cui penso quando porto, guido, accompagno, aiuto e incoraggio le mie ragazze volanti verso fioriture o linfe per mieli futuri che condivido, (li mangiamo poi insieme io con voi e tutti noi con loro: le api), con stima reciproca, con gli sciami.

Detto questo vorrei raccontarvi un po' di questi esseri vegetali viventi che ci circondano con un immenso e silenzioso dialogo tra loro, dialogo verso il quale noi siamo in gran parte sordi e ciechi. 

Tutti dovremmo sapere, spero, che i vegetali respirano CO2 detta anche anidride carbonica o biossido di carbonio. Cosa fanno in pratica? Trattengono il carbonio, che costruisce e alimenta i loro spesso immensi corpi, e rilasciano ossigeno del quale sappiamo la vitale importanza per le nostre esistenze. 

È stata quest'azione costante e profonda che nel corso di circa 500 milioni di anni ha permesso all'ossigeno di arrivare nell'atmosfera a poco più del 21%, la quantità necessaria perché, un po' di tempo dopo, arrivassimo noi umani, permettendoci il nostro vitale respiro. Questo è un primo dato di fatto: ci hanno preparato proprio il mondo giusto affinché noi potessimo... viverci.

È poco secondo voi? 

Secondo me, solo per questo ogni volta che vediamo un albero dovrebbe esplodere in noi una riconoscenza infinita, tale da correre ad abbracciarlo. Invece noi bellamente, quando va bene, gli facciamo la pipì contro o lo abbattiamo perché ci disturba un po' la vista spesso di un nulla cosmico. 

(continua)

 

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