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Birra e idromele nell’antichità

23 Aprile 2013
Cristiano Brandolini presenta le sue conferenze sui divini nettari dell’Insubria
“Bevande degli Dei: la birra e l’idromele nell’antichità” è la prima di una serie di conferenze che l’archeologo Cristiano Brandolini terrà a partire da domenica 21 aprile sotto l’egida dell’associazione culturale Terra Insubre e con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura della Provincia di Lecco. Al nostro amico e collaboratore abbiamo rivolto qualche domanda mirata sul duplice argomento che sta alla base della cultura del bere delle genti del Nord.

(LPL) Ciao Cristiano, facciamo il punto della situazione sulla situazione odierna della produzione di birra e idromele in terra nostrana. C’è ancora molto da scrivere?

(C.Bran.) Ciao Laura, è sempre un piacere fare quattro chiacchiere con te! Devo dire che negli ultimi anni le micro-birrerie nostrane, o anche i semplici appassionati della buona birra fatta in casa sono aumentati in modo esponenziale. Questo è un bene, perché da noi si sta ritornando ad una vera cultura della birra: si ricercano le ricette antiche ma anche i prodotti migliori, si adottano le tecniche di produzione più raffinate e nel frattempo si sperimentano novità: stiamo raggiungendo i livelli di tedeschi, belgi e inglesi.
Al contrario, l'idromele ancora oggi appare come un prodotto di nicchia, per lo più sconosciuto, anche se una certa ripresa della produzione, conoscenza e divulgazione di questo nostro antico prodotto alcoolico c'è. Ed è merito soprattutto degli apicultori, che si sono rimessi a produrre idromele di ottima qualità, naturale, aromatizzato e anche, pensa un po’, barricato.

2) (LPL) Birra e idromele come bevande degli dei: è molto intrigante! Nasce prima la birra o l'idromele? Sono in qualche modo imparentati? In quale contesto?

(C.Bran.) Birra e idromelenon sono in senso stretto imparentati. Partono da materie prime totalmente diverse e con metodi di produzione e fermentazione,pure, diversissimi.Ma un legame ideale sicuramente esiste. Sono, infatti, le due bevande alcoliche più antiche che l'uomo abbia prodotto. Dire quale delle due è nata prima ci è praticamente impossibile; dai dati storico-archeologici in nostro possesso, possiamo solo affermare che la testimonianza più antica riferita ad una bevanda simile alla birra risale ai Sumeri, quindi all'incirca a 6.000 anni fa. Per l'idromele, sappiamo che era tra le bevande più utilizzate nel mondo antico, prima che la diffusione della vite, nel bacino del Mediterraneo, introducesse l'uso del vino.In epoca preistorica si diffuse ampiamente in tutte le pianure, in Europa settentrionale e orientale, comprese le zone climatiche fredde.
Si ipotizza che entrambe le bevande siano natein maniera casuale, probabilmente per fermentazione spontanea: l’idromele grazie a favi contenenti miele dimenticati o caduti in acqua e lì rimasti per lungo tempo,la birra per fermentazione di antichi cereali (grano, farro...).Le due proto-bevande all'uomo sono sembrate buone e anche, diciamocelo, inebrianti.
“Bevande degli dei” lo sono diventate col passare del tempo:e più ancora l'idromele della birra.
La birra più antica era di bassa gradazione alcolica; ben diverso l'idromele, che al contrario poteva raggiungere gradazioni molto elevate.L'idromele inizialmente fu la bevanda esclusiva della casta sacerdotale:i druidi lo consumavano durante i riti religiosi, perché aveva lo scopo di predisporre il sacerdote alla congiunzione con gli dei o con l'aldilà.
A sacralizzare l’idromele presso i Celti sono l'ape, animale divino per eccellenza e messaggero celeste che trasforma il sole in miele, e l’acqua, linfa vitale che scorre nelle vene della Madre Terra. Nella mitologia indoeuropea, nel mondo celtico come in quello germanico, l'idromele è la bevanda tipica dell'aldilà, ed è simbolo di immortalità.Molti sono anche i ritrovamenti archeologici riferiti a questa bevanda: in molte tombe principesche dell'Europa del VI-IV secolo a.C. sono stati trovati recipienti con resti d'idromele quale riserva del defunto per il Sidhe, l'aldilà celtico

3) (LPL) C'è un filo conduttore che partendo da queste bevande lega il territorio insubre ad altri territori celtici oppure ognuno aveva il suo tipo di birra e idromele?

(C.Bran.) C’è una doverosa premessa da fare: il filo conduttore che lega l’Insubria agli altri territori celtici sta sicuramente nelle nostre radici di territorio celto-germanico, che ci associano inequivocabilmente più ai territori e cultura del nord Europa che a quelli latini del bacino del Mediterraneo.Tuttavia i tipi di birra e idromele variano a seconda del territorio.Sono molti i fattori che influenzano una produzione e la rendono unica: l'acqua, l'aria, i prodotti autoctoni impiegati, non ultimo le ricette

4) (LPL) Vorremmo approfondire la questione dell’idromele…

(C.Bran.) Rispetto alla birra l'idromele ha sicuramente una metodologia produttiva molto più semplice. Bastano un recipiente capiente ben lavato e sterilizzato, una buona quantità di miele mille fiori o mono flora, acqua purissima, lievito. A tal proposito ti rimando al mio articolo che scrissi l'anno scorso per Cavolo Verde: “Idromele. Nettare Degli Dèi O Pozione Magica Di Asterix?”
https://www.cavoloverde.it/public/articoli/bevande/dettaglio_articolo.asp?id=1312

5) (LPL) Ricordiamo infine dove possiamo venire a sentire le tue conferenze e, anche, se stai per pubblicare qualche libro in materia.

(C.Bran.) Su questo tema, che sta avendo un ottimo riscontro, farò diverse conferenze, alcune già programmate, altre in data da definirsi. La prima della serie, imminente, è quella che terrò domenica 21 alle ore 15,00 a Barzanò (LC). Riguardo ad una pubblicazione a coronamento della mia continua ricerca, posso dire che ci sto pensando da qualche anno: il materiale raccolto e studiato è molto e sicuramente merita di essere raccolto in un volume... anche questo è tra gli obbiettivi futuri che voglio raggiungere.

A coronamento delle conferenze, rievocazioni storiche in costume e degustazioni gratuite di idromele e birra. Per info su questa e le prossime conferenze: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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