Archivio Storico 2011-2017

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Il tempo dei morti, i semi e le zucche

01 Novembre 2011
Con qualche biscottino speciale
Nel periodo dei morti è costume, in diverse culture, preparare dei piatti a base di semi, perché la semente rappresenta il ciclo della vita: sotterrata, rinascerà in una nuova primavera. Il risotto è un esempio di piatto tradizionale di questo periodo, di solito particolarmente gradito ai bambini: il riso viene mietuto fra la metà di settembre e il mese di ottobre, e quindi è pronto e brillato per i piatti dei primi freddi autunnali.

Anche le zucche, che giungono a maturazione a partire da ottobre, sono ricche di semi. Intagliate, se ne cava una polpa dolce e gustosa che entra a far parte di tantissimi piatti della tradizione, dal risotto alle zuppe arrivando sino al pane; assieme, come tradizione vuole, viene estratta la semente per il nuovo raccolto. Resistono ancora, da noi, in diverse zone del settentrione, dal Veneto al Piemonte, le tradizioni delle lumere, zucche intagliate e messe fuori dalla finestra, nelle quali vengono collocati un lumino e un pensierino per i propri morti, scritto su un biglietto: i semi tolti rappresentano coloro che non sono più in vita, e che ora, divenuti anime pellegrine, con il lumino possono ritrovare la strada verso i loro cari, per salutarli una volta ancora e per chiedere di intercedere per loro con le loro preghiere presso Dio.

Dei morti si tende a rimuovere il più possibile l'idea, e specialmente coi bambini la prassi comune suggerisce di avvicinarli con grande tatto ad un concetto così difficile, misterioso ed opprimente; ma non dobbiamo dimenticarci che i nostri defunti hanno bisogno delle preghiere e di perpetuarsi grazie al ricordo, non di essere allontanati come un fastidioso pensiero. Una civiltà che non si cura dei defunti è a un passo dal declino; ai nostri piccoli va insegnato che la morte non è che un momento di passaggio, e – se siamo cristiani – che è sconfitta dal sacrificio di Gesù e dalle preci. In ogni caso, sia che crediamo o no, ai nostri figli dovrebbe essere spiegato, a scuola oppure da noi stessi genitori, che essa è stata superata dalla poesia, la più alta delle espressioni umane, come ci insegnarono tanti altissimi poeti fra cui Francesco Petrarca, Ugo Foscolo e, più vicino ai giorni nostri, Dino Buzzati, i cui magnifici Sessanta racconti contengono più di un riferimento al tema, e che dovrebbero costituire parte integrante di tutte le antologie scolastiche.

Nella settimana che quest'anno inizia, piuttosto strategicamente, con la domenica di Cristo Re, abbiamo scelto di proporre un bellissimo articolo di Elena Percivaldi, che ci spiega quanto in realtà di nostrano abbia la tradizione di Halloween, e una serie di ricette gustosissime delle nostre mamme che ci parleranno principalmente di zucca e riso, ma non solo.

Nel frattempo, divertitevi con i vostri bambini a preparare questi dolcini facili facili, che magari gusterete leggendo insieme qualche poesia adatta a loro.

Biscotti morbidi alla zucca

400 g di polpa di zucca (meglio se a pasta soda e non troppo acquosa, come la mantovana); 225 g di burro morbido; 180 g di zucchero finissimo; 500 g di farina 00; una bustina di lievito per dolci; cannella in polvere; momperiglie
Bisogna per prima cosa pulire e tagliare a dadini la zucca, quindi cuocerla in una padella antiaderente con un dito di acqua fino a che non si è intenerita e il liquido asciugato: in ultimo la si frulla e la si tiene da parte, facendola raffreddare per bene. Usando preferibilmente il robot, si lavora poi la polpa di zucca con zucchero e burro sino ad ottenere un composto spumoso e infine si aggiunge la farina setacciata col lievito e una spruzzata di cannella.
Siccome l'impasto è piuttosto morbido, va distribuito a cucchiaiate sulla placca foderata di carta forno. Si cospargono i mucchietti di impasto con le momperiglie e si cuociono i biscottini a 190 °C fino a doratura (circa 15-20 minuti) in forno statico. Quando si tolgono dal forno, i biscotti sotto sono ancora molli ma raffreddandosi raggiungono la giusta consistenza.
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