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Bambini, alimentazione... e tentazioni

09 Giugno 2012
“Mamma, me lo compri?”
Ecco la “frase tipo” ideale per mandare in crisi anche la più inflessibile delle mamme, in un banalissimo pomeriggio al supermercato e di fronte al famigerato scaffale delle merendine che, manco a dirlo, è sempre accanto alla pasta e al pane.

Al di là della risposta più o meno affermativa o negativa, gestire le “voglie” dei bambini è un problema non da poco, soprattutto perché in una determinata fascia di età è tanto facile dare dei vizi quanto è difficile toglierli.

Come comportarsi quindi di volta in volta? Dire sempre di no? Sarebbe senz’altro la soluzione più pratica, ma non è così semplice.

Tanto per cominciare è bene analizzare con attenzione cosa spinge il bambino a desiderare questi alimenti così appetitosi ma tutt’altro che sani.
La prima cosa da fare è osservare con obbiettività il bambino e verificare il suo approccio ai cosiddetti “paciughi”. Se ci accorgiamo che il bambino mangia queste cose soprattutto quando è annoiato, o quando è nervoso, probabilmente c’è una situazione di stress di fondo che può scatenare una fame compulsiva. Questo tipo di comportamento, oltre ad essere nutrizionalmente pericoloso perché diventa sempre più difficile da controllare con la crescita (sfociando poi in malattie come l’obesità, o in disordini alimentari come la bulimia), deve portare ad analizzare con una buona dose di autocritica lo stile di vita che facciamo condurre a nostro figlio. Eccesso di attività sportiva con aspettative esagerate, pretese troppo alte a livello scolastico, problemi a scuola con i compagni o gli insegnanti (magari sottovalutati), sono tutte cause che possono portare il bambino a sfogare le proprie ansie sul cibo, rivolgendo la sua attenzione certo non al pollo con le patate, ma a merendine, snack e cioccolato. Cercate quindi di capire se la vita di vostro figlio è serena, se il bambino ha un buon rapporto a scuola, se magari ha dei problemi di cui non riesce a parlare, se gioca tranquillo, soprattutto se ha modo di giocare in modo “sano”.

E’ certamente più pratico far giocare un bambino con il computer piuttosto che scendere ed andare ai giardinetti, ma ricordate che una sana attività fisica, intesa come un’attività dove il bambino può fare quello che vuole (e non dove c’è l’insegnante che gli dice cosa fare…), è il migliore metodo di controllo per la fame nervosa. Un bambino che si è appena fatto due ore di allenamento a scherma ha accumulato sufficiente stress da farsi fuori una confezione intera di brioches, un bambino che si è scatenato due ore ai giardinetti ha un sano e robusto appetito che non gli farà fare nessuna storia davanti alla pasta al sugo.

Tenete quindi sempre a mente che c’è un filo diretto tra le attività che proponiamo a nostro figlio e il suo modo di mangiare, e che non è che qualsiasi cosa che faccia sudare poi faccia anche bene. Una o più attività imposte, che il bambino magari accetta o sopporta più o meno volentieri, possono essere pericolose quanto un pomeriggio passato ad alienarsi davanti ai videogiochi, perché in entrambi i casi il bambino accumula nervosismo, e questo lo fa sentire autorizzato a fare i capricci.
Esaminata la parte psicologica, e ponendo che il bambino rivolga la sua attenzione a cibi “tentatori” per normale golosità, torna ora il problema di come comportarsi quando nostro figlio ci manda in crisi con le sue pretese.

Prima di partire con i rimproveri, è doveroso fare un salto indietro nel tempo. Dobbiamo ricordarci che in un bambino fino agli otto anni la cosiddetta “archicorteccia”, cioè la parte della corteccia celebrale più primitiva, è molto più attiva rispetto a quella di una persona adulta. Il bambino in pratica vede in tutto ciò che è superfluo un modo per fare “scorta”, per accumulare riserve fisiologiche in caso di necessità. Quindi, l’istinto del “chiedere” è un impulso primitivo che nel bambino piccolo è pressoché incontrollabile, e questo deve tracciare i nostri dettami di comportamento nei confronti suoi e delle sue richieste.

Un altro aspetto da tenere presente è che un bambino, che è psicologicamente molto più influenzabile e meno razionale di un adulto, è costantemente bombardato da pubblicità ammiccanti e tentatrici, dove i cibi “incriminati” sono sempre più spesso associati a giochini, gadget, oggettini che sono per forza di cose l’oggetto dei desideri dei bambini. Dove non c’è la televisione poi, arrivano i giornalini, i cartelloni pubblicitari, gli scaffali stessi dei supermercati e le confezioni coloratissime. Una battaglia persa quindi? No, non necessariamente.

Vediamo quindi quali possono essere i modi corretti per gestire le tentazioni dei nostri figli, senza dire sempre di no, ma senza acconsentire in maniera eccessiva spianando la strada a vizi poi difficili da eliminare. Intanto, ricordiamoci che sarebbe sempre cosa positiva fare la spesa da sole, senza figli a seguito, in modo da evitare di mettere i nostri bambini davanti alle tentazioni, ma questo ovviamente non è sempre possibile.

Un eccellente trucco per porre un freno alle richieste a volte pressanti dei bambini è il vecchio sistema del seggiolino nel carrello. Un seggiolino del supermercato può reggere senza problemi un bambino fino ai sei/sette anni, e questo espediente gli impedirà di correre a destra e a sinistra, toccando tutto quello che ha a portata di mano e stressandoci al punto da farci infilare nel carrello qualsiasi cosa, pur di farlo stare zitto. Abituate quindi sin da piccolissimi i bambini a stare nel seggiolino, questo gli insegnerà a stare bravi, li terrà sempre sotto il nostro controllo e, da più grandi, li spingerà a non allontanarsi, oltre a salvaguardare la nostra salute mentale…e quella degli altri clienti.

Torniamo ora agli acquisti, quali scegliere per far contenti i bambini evitando esagerazioni? Un buon metodo è osservare le etichette dei prodotti, magari una volta che siamo da sole. Le etichette possono informarci sul contenuto calorico di merendine e dolcetti, consentendoci di far cadere la nostra scelta su alimenti il più possibile sani, e quando saremo con i bambini sapremo già cosa proporre loro, prevenendo le richieste. Cercate di evitare il più possibile le confezioni che propongono serie di giocattoli, videogames e oggettini vari, perché questo spingerà il bambino a richieste sempre più pressanti, al solo scopo di finire la collezione. Se vostro figlio desidera collezionare qualcosa, le edicole sono piene di proposte di figurine e pupazzetti, altrettanto accattivanti ma non associate a roba da mangiare.

E veniamo ora al momento della richiesta. Dire sempre si è indubbiamente dannoso e diseducativo, ma dire sempre no può mortificare il bambino. E’ quindi necessario incamminarci verso la difficile strada dell’equilibrio, una strada tutta in salita perché ci mette in obbligo di spiegare i “no” e di dosare i “si”. Una buona norma può essere quella del “non più di uno”. Quindi, se si compra una cosa non se ne compra un’altra. Altro sistema per evitare richieste eccessive è girare alla larga da reparti dove non ci serve niente, ma pieni di tentazioni per i nostri piccoli.
Per quel che riguarda invece gli snack “da passeggio” come patatine, caramelle e gelati, anche in questa situazione si può optare per il “non più di uno”, inteso in questo caso come giorno della settimana. In pratica, se decidiamo che tutti i sabati prendiamo le patatine, gli altri giorni aspetterai di essere a casa e farai merenda con qualcosa di più sano. Argomento meno scottante sono i gelati, infatti in questo caso basta privilegiare i gelati confezionati, magari alla frutta, e i ghiaccioli, per evitare un apporto calorico sbilanciato.

In ultimo, quando siamo a casa, evitiamo di cedere alla pigrizia e alla comodità della merendina confezionata, e cerchiamo di fornire ai nostri figli delle alternative varie e sane alla classica brioche. Troppo spesso infatti la merendina del supermercato vince la sfida grazie alla scusa del “ho poco tempo”. Se proprio non vi riesce di mettervi a fare una torta o i biscottini fatti in casa, ricordate che pane e marmellata, latte e biscotti, frutta fresca, succhi di frutta non gassati e macedonie possono essere merende più che gradite ai vostri bambini, discostando la loro attenzione da alimenti meno sani e prevenendo l’insorgere di scorrette abitudini alimentari, ormai purtroppo sempre più diffuse.
In questo, modo, quando diremo di si sarà più facile farlo serenamente, perché se concesso con giudizio un piccolo “strappo alla regola” rende gli sfizi molto più graditi, e soprattutto non fa male a nessuno.
primi sui motori con e-max.it
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