Archivio Storico 2011-2017

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Tempi moderni: che tristezza

20 Maggio 2011
La Moka Bialetti migra in India e le ferrovie britanniche chiudono le carrozze ristorante
No, non parliamo del vecchio lungometraggio di Charlie Chaplin 'Tempi Moderni', ci vuole una certa età per ricordarselo, ma semplicemente una frase fatta che mutua un titolo che ben si adatta.

Parliamo di cose che fin dall'infanzia o nell'immaginario di ultraquarantenni (come chi scrive) erano assodate, facevano parte del mondo come lo conosciamo, facevano parte di qualcosa che si desiderava ma si lasciava in disparte pensando 'prima o poi nella vita ci vado ...', cose che le ANSA di oggi ci hanno sparato nello stomaco senza pietà e senza possibilità di appello.

La prima è la classica-superclassica-classicissima che più non si può Moka Bialetti: non credo esista una casa italiana che non ne abbia una o almeno una sua imitazione. Chi non ricorda la pubblicità dell'omino coi baffi? Chi non ricorda gli innumerevoli tentativi dell'azienda di proporre versioni riviste e migliorate della moka, con scarso gradimento del pubblico che esigeva sempre e solo quella, quel modello, l'originale...

Ebbene sì, le note caffettiere delle famiglie Italiane diventano Indiane, o migrano in India per un necessario nuovo asset societario, come comunicano i vertici dell'azienda. Per quanto abituato a rivoluzioni più o meno industriali, non mi riferisco ovviamente a quelle inglesi dell'800, ma a quelle più attuali che vedono andare verso l'estremo oriente qualunque tipo di produzione, alla mattina non mi capaciterò mai di veder sgorgare il necessario caffè del risveglio da un pezzo di alluminio che arriva da Bangalore (forse lì nemmeno lo fanno il caffè con la caffettiera). Il caffè italiano, uno dei nostri vanti, sarà 'servito' da un attrezzo indiano, mah...

La seconda cosa sono quei pranzi al ristorante dell'Orient Express alla Poirot o alla James Bond, con argenterie e camerieri in livrea che servono Champagne, Foie-gras e grandi vini d'annata.

Questa seconda novità, per noi italiani forse poco choccante, è che questa serà è partito l'ultimo servizio ristorante sulle linee ferroviarie britanniche, quello sulla linea Londra-Edimburgo. Perchè per noi è poco sconvolgente? Perchè oramai siamo abituati da anni ai sacchetti-pasto delle FS (ricordate il film Fantozzi nel quale trovava un pollo di plastica nel sacco?) o ai vassoi con le portate 'zippate' di primo-secondo-contorno-dessert tutti freddi e tutti con lo stesso sapore (plastico) delle linee aeree e non solo. Anche sui treni inglesi serviranno vassoi-compressi direttamente al posto passeggero. Molto simbolico il fatto che l'ultimo pasto on-the-rail sia stato servito su quella linea, ovvero la tratta dove, nel 1879, venne servito il primo piatto caldo nella storia del trasporto su rotaia.

I tempi cambiano, le brutte abitudini restano, le belle tradizioni scompaiono: ma che razza di progresso è?
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