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Le eccellenze agroalimentari del Cilento

06 Maggio 2014

Tra natura e cultura

Nella splendida cornice di Palazzo de Vargas a Vatolla, in Cilento, si è tenuto il 24 aprile, scorso un importantissimo seminario sulle eccellenze agroalimentari del Cilento, risorse per il turismo sostenibile e l’occupazione.

Il Castello de Vargas, di origine longobarda, dal 1686 al 1695 ospitò il filosofo Giambattista Vico, che fu convocato come precettore dei figli del marchese don Domenico Rocca. Il filosofo napoletano soggiornò qui per nove anni e l’amenità rurale dei luoghi, l’isolamento e il silenzio favorirono l’elaborazione di gran parte del suo pensiero.

Oggi il Castello, recuperato e restaurato, è sede della Fondazione Giambattista Vico, nonché Biblioteca (con circa 20.000 volumi) del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Le splendide sale del palazzo accolgono mostre permanenti, convegni, giornate di formazione e seminari come quello che si è tenuto il 24 aprile.

A introdurre i lavori è stato il prof. Vincenzo Pepe, presidente della Fondazione Giambattista Vico che ha sottolineato l’importanza di valorizzazione delle eccellenze agroalimentari del Cilento (la cipolla di Vatolla, il grano di Pruno, il carciofo di Paestum, solo per citarne alcuni) anche prospettando un brand di eccellenza cilentana supportato da un sistema di commercializzazione (eventualmente in franchising) che promuova il prodotto tipico cilentano partendo dalle grandi città (Napoli, Roma, etc) e poi estendendosi nelle altre capitali europee. Il prof. Pepe ha parlato di “emozioni mediterranee” coniugando la dieta mediterranea al territorio e a ciò che può suscitare la visita di questi luoghi.

La sfida principale è rendere più moderna l’immagine delle aree rurali del Cilento, perché anche se l’agricoltura resta un elemento centrale nell’economia di queste zone, non può più essere considerata l’unico fattore importante dell’economia locale.

Per il Cilento, vi sono buone opportunità per quelle attività turistiche che si rivolgono a particolari segmenti di mercato, ad una domanda interessata alla qualità del territorio che viene loro offerto. Per l’organizzazione e gestione delle attività turistiche, è importante centrare la strategia sul valore del territorio rispettando i parametri della qualità ambientale, economica e sociale.

La valorizzazione delle tipicità agroalimentari del Cilento avviene anche attraverso la conoscenza dei borghi minori, quelli che hanno un notevole interesse storico –artistico e una forte caratterizzazione rurale: ambiti di particolare pregio naturalistico, panorami, punti paesaggistici, ruderi, edifici religiosi, devono essere visitabili o comunque percepibili al turista.

Il valore aggiunto di queste peculiarità agroalimentari deve essere un insieme di azioni strategiche di destination marketing finalizzate al miglioramento complessivo delle prestazioni economico – sociali del sistema locale.

Solo con adeguate azioni di promozione le eccellenze agroalimentari possono rappresentare validi elementi per uno sviluppo turistico che aiuti a combattere lo spopolamento delle aree marginali, a diffondere tra i turisti una cultura di rispetto per l’ambiente, il paesaggio, la natura e a mantenere vitali borghi altrimenti destinati all’abbandono; solo con adeguate azioni di promozione e destination marketing si attira all’interno della propria area il turismo, fattore in grado di arricchire il reddito prodotto ed il valore del territorio stesso.
Tuttavia, questo articolato ventaglio di attrattive turistiche dovrebbe essere valorizzato da una ricettività capillare, basata su aziende agrituristiche, Bed & Breakfast, alloggi collettivi (tipo ostelli e case per ferie), alberghi diffusi, appartamenti in affitto settimanale o anche giornaliero, da ricavare nelle centinaia di abitazioni vuote o abbandonate con interventi di recupero dell’edilizia rurale.

L’appeal dei prodotti agroalimentari, quelli che oggi chiamiamo prodotti tipici, è ineliminabile: essi fanno parte della tradizione storica e della cultura locale e oggi pongono tutta una serie di opportunità.
Le identità alimentari rappresentano una risorsa strategica per lo sviluppo dei territori.

Adeguate politiche di sviluppo che abbiano un impatto sulle diverse fasi della filiera agroalimentare, sono auspicabili per giungere ad una valorizzazione anche turistica delle tipicità di qualità, per la quale non sono certamente sufficiente le sole politiche del marchio di qualità, che pure, hanno un ruolo rilevante e cruciale nell’attivazione di meccanismi virtuosi sul territorio. Per far sì che le identità territoriali agroalimentari del territorio cilentano vengano adeguatamente valorizzate e con esse le filiere agroalimentari ed i suoi attori, è necessario mettere in campo azioni differenti che agiscano su tutte le fasi della filiera e che non si limitino solo a valorizzare la produzione di beni agroalimentari competitivi sui mercati extralocali, ma anche a gestire il territorio e valorizzarne le identità, che vanno oltre il singolo prodotto, perché espressione del territorio stesso.

Nel Cilento, per vocazione e tradizione, l’agricoltura e la trasformazione dei prodotti agricoli rappresentano fattori trainanti seppure in un contesto aziendale caratterizzato dalla polverizzazione: la superficie media di Superficie Agricola Utilizzata (SAU) è molto bassa e per quanto riguarda la struttura giuridico - amministrativa, il ruolo preponderante è ricoperto dalle ditte individuali.

Molte sono le imprese cilentane che hanno intrapreso, negli ultimi anni, uno sforzo economico e organizzativo avviando un processo di promozione all’esterno (alcune di esse erano presenti al seminario). Tuttavia un modello di sviluppo integrato deve coniugare produzioni di qualità, tradizione, tutela e tracciabilità, con territori di qualità nell’ottica del completamento tra protezione e valorizzazione ambientale, attrazione di turisti e itinerari enogastronomici e culturali organizzati.

Non dimentichiamo, infatti, la profondità del legame tra natura e cultura che, nel caso di Vatolla e dello splendido palazzo de Vargas, è opportunità per il turista alla ricerca di prodotti tipici, ma anche di esperienze culturali.

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