Capita, a volte, che io vada a cena con un ospite di eccezione. Mia madre.
Lei non è mai stata un’amante dei ristoranti, è sempre stata più fan di feste, cene private, serate con gli amici.
Ma nella vita si cambia, oppure la vita ti cambia, fate voi.
E così, una sera, siamo state in questo locale a Collina Fleming, zona “in” di Roma Nord.
Locale piccolo e raccolto, luci soffuse d’atmosfera e personale di sala molto accorto e premuroso.
Dopo averci chiesto se avessimo allergie o intolleranze e aver preso nota del mio enorme fastidio nei confronti di qualunque alimento contenga peperoncino ci hanno fornito i menu.
Sono poi tornati, per spiegarci il concept del locale (non mi dilungherò su questo) per prendere le ordinazioni e portarci il cestino del pane.
A quel punto siamo rimaste quaranta minuti in attesa delle nostre Ostriche in tempura con mayo allo yuzu.
Quaranta minuti per aprire, preparare la tempura e friggere tre-ostriche-tre. Ah, beh, ovviamente poi va considerato il tempo di ricollocamento delle stesse nelle loro valve originarie nonché impiattamento in una bowl con ghiaccio. Certo, buonissime, ma va da sé che il cestino del pane fosse stato spazzolato quasi del tutto all’arrivo della nostra tempura e gli occhi fuori dalle orbite di mia madre non fossero certo sintomo di ipertiroidismo.

Siamo poi passati ai primi.
Per mamma Chitarre alla Julienne 2016. Trattasi di pasta fresca con pesto alla trapanese e trito di frutta secca. Un piatto bilanciato nei sapori e con della pasta fresca di qualità; diciamo pure che l’ho rubata a mia madre che l’aveva ordinata.
L’ho rubata perché i miei Spaghetti con cozze pelose, cannolicchi, cime di rapa e crumble erano poco sapidi, sì per carità buoni, ma sapete quando uscite con un* e a fine serata vi dite ” va beh, tanto ‘na brava persona…. però che due palle mi son fatt*!” Ecco, ‘sti spaghetti erano così.

Per cui appena mamma li ha assaggiati e ha detto “buonissimi” io me lo so segnato e – a metà piatto – è scattato il tranello del “mamma visto che li ritieni buonissimi, facciamo cambio?”
Ora, mamma è anziana mica scema. Alla terza forchettata del mio spaghetto è scattato a sua volta un velato livore con la frase “certo i miei erano proprio buoni…” Mamma non solo non è scema. Mamma è pure dello scorpione…

Per quanto mi riguarda, la nostra cena era così conclusa, anche perché, solitamente, io non prendo mai il dolce.
Il dolce nei ristoranti mi delude fortemente.
Il dolce non mantiene mai le promesse del menu che lo precede.
Il dolce rovina una serata di bei ricordi.
Il dolce è la fine di una storia d’amore segnata con due grandi corna, è la ricotta buona del pastore quando però inizia a sapere di acido, il dolce è per tanti (ristoranti) ma non è per tutti.
Ma questo locale mi incuriosiva per cui ho voluto lanciare il cuore oltre l’ostacolo e accontentare la golosità della mamy.
È a questo punto che son successe cose…
Io ho ordinato una Cassata con ganache di pistacchio e mandorle.
Apprezzo tantissimo il fatto che non abbiano scritto che i pistacchi venivano direttamente da Bronte, come invece fanno quasi tutti i locali negli ultimi anni, perché qualcuno che ammetta che i pistacchi che usa non siano di Bronte va premiato per l’onestà.
Però, e la foto mi fa da testimone. La ganache non era di pistacchio.
Ora.
Apprezzo anche che a inizio cena il cameriere mi abbia chiesto se avevamo allergie o intolleranze, una pregevole attenzione che, unita alla cura del servizio, al cambio di posateria per ogni portata, al pane buonissimo servito a inizio pasto, mi potrebbe giustificare i 5 euro a persona pagati per il servizio.
Però.
Proprio per l’attenzione che mi hai riservato finora, perché non dirmi che la Cassata, questa sera, sarebbe stata servita con una ganache differente? Evitando di irrigidirmi su questo punto ci tengo a tessere le lodi di questo dolce. Davvero di livello. Il mio palato ha battuto le mani tutto il tempo della degustazione. Touché
Mamy invece aveva ordinato il Semifreddo mandorle, vaniglia e caffè.

E qui purtroppo mi han toppato alla grande (eccole, le corna a fine relazione, lo sapevo io che i dolci non li dovevamo ordinare!)
Le è stato servito un semifreddo che si credeva una morbida e calda mousse o che così gli han fatto credere di essere, tenendolo più del dovuto nel microonde prima di servircelo, senza ombra di caffè e con sopra un topping al caramello salato.
Ora.
Il caramello salato è un prodotto gastronomico relativamente moderno.
Le nuove generazioni sono oramai abituate ai sapori fortemente dolci e stucchevoli (touché Gen Z, ma qualcuno ve lo doveva pur dire) perché a questo le ha abituate l’industria alimentare (le merendine, i biscotti, persino i cereali di oggi sono molto più dolci di quelli venduti negli anni ’80) credo sia per questo motivo che prodotti come gli Oreo e il caramello salato hanno questo enorme successo tra i giovani.
Però.
Però mia madre ha quasi 80 anni.
Il suo palato non avrebbe mai potuto trovare gradevole un sapore stucchevole con, per giunta, il contrasto salato di quel topping.
E difatti se me lo avessero detto prima che – per questa sera – il dessert sarebbe stato servito con filari di caramello salato avremmo gentilmente declinato.
E questo, per un locale che mi si pone con una tale attenzione al servizio, è proprio uno scivolone.
Parliamo poi della consistenza tiepida e spumosa del semifreddo.
Quando mi sono lamentata delicatamente con il cameriere, quel pover’uomo, con l’ònere di dover difendere l’onòre del locale, ha provato a giustificare la temperatura del semifreddo con questa frase: “ma Lei ha idea di quanto faccia caldo in cucina? Ci sono 55 gradi!”
Ora.
Tesoro, mio fratello lavora nelle cucine da 20 anni.
Io scrivo di food da 14 anni.
Così come “Nessuno può mettere Baby in un angolo”, nessuno può venire a dire a me che un semifreddo si scalda perché in cucina fa caldo.
Per il topping sgradito ho preferito soprassedere. In verità anche sul delitto di abuso di microonde ho preferito soprassedere.
Quando sono con mia madre divento protettiva come una leonessa. La proteggo anche da me stessa.
Dal mio caratteraccio.
Dalla mia saccenza.
Dal mio essere ariete ascendente leone.
Insomma, dalla parte sgradevolmente Romanordista del mio carattere.
A fine serata ci siamo allontanate, dopo aver saldato il conto, e non prima di ricevere il baciamano dal sopracitato cameriere. Credo fosse compreso nei 10 euro di servizio, non so darmi altra spiegazione.
Foto di apertura: Dan Bucko su Unsplash
Galleria fotografica: Nàima Tomaselli
Vicedirettore di questa rivista nonché blogger, giornalista, laureata in comunicazione, parlo di food ma non solo; recensisco locali ed eventi, racconto di persone e situazioni su siti e riviste. Qui su Cavolo Verde – sperando di non essere presa troppo sul serio – chiacchiero, polemizzo, ironizzo, punzecchio e faccio anche la morale.
In sintesi? Scrivo – seriamente – e mi piace. Tanto.
-
Ieri era 6 di Ottobre.
Ieri era anche il 15esimo giorno dell’ottavo mese del calendario lunare cinese che corrisponde alla Festa di Metà Autunno… -
Sul web si leggono molti benefici legati alla pratica del digiuno intermittente. Oggi sembrerebbe essere una moda ma non è certo un’invenzione del momento. Il digiuno è una pratica benefica che ha origini davvero lontane…
-
Capita, a volte, che io vada a cena con un ospite di eccezione. Mia madre.
Lei non è mai stata un’amante dei ristoranti, è sempre stata più fan di feste, cene private, serate con gli amici.
Ma nella vita si cambia, oppure la vita ti cambia, fate voi.
E così, una sera, siamo state in questo locale a Collina Fleming, zona “in” di Roma Nord.
Ecco qui, l’anatomia della cena… -
PorchetTIAMO: Ho seguito la conferenza stampa di presentazione alla Camera dei Deputati, dove il sindaco di Gualdo Cattaneo, Enrico Valentini, ha raccontato l’anima di questa manifestazione. Alla base c’è un sapere autentico, fatto di famiglie…
-
Quando ho risposto all`annuncio per una degustazione di colombe della Pasticceria Fagotti l’ho fatto con le intenzioni di mera fruitrice golosa. Vado, assaggio, faccio qualche foto e casomai le posto sui miei canali social.
Io sapevo già che le colombe Fagotti fossero molto buone… -
Lunedì 31 marzo mi sono regalata una serata da sogno: una Cena delle Stelle, letteralmente. Da Eataly Roma ho partecipato a un evento che ha visto protagonisti…
-
Dal 23 al 26 Marzo si è svolta nella Fiera di Roma la prima edizione romana di Expocook. E’ stata un’esperienza di conoscenza, acculturamento, perché il bello di questo mondo è che non si smette mai di conoscere, di assaggiare, di scoprire e poi di stupirsi, complimentarsi, restare ammaliati da quanto ci sia nell’italico universo del food…
-
JOYN! La mostra per i 60 anni di Nutella. E’ gratuita e resterà aperta fino al 20 di Aprile per romani, italiani ma anche cittadini del mondo, visto che l’apertura e i 4 mesi di fruibilità della mostra coincidono con i primi mesi dell’anno giubilare.
-
Voi cosa usate per mangiare? PErchè per mangiare io ho imparato a usare tutti e cinque i sensi. E dovreste imparare a farlo anche voi…
-
Terminerà il 7 Gennaio lo spettacolo di luci all’Orto Botanico di Roma, in Trastevere. Trame di Luce, alla sua seconda edizione, ci regala angoli suggestivi, vedute preziose, gioia per gli occhi e per i cuori (romantici)…
-
Dello spot Esselunga con la pesca si rimprovera l’uso strumentale di un bambino per ottenere della puerile visibilità commerciale.
Su quest’ultimo punto mi vorrei soffermare. Senza giudicare, senza recriminare, da esterna che guarda il mondo con gli occhi lucidi di una lucità distaccata. Ieri sera sono stata a cena da Domò Sushi… -
VIVI BISTROT PIAZZA VENEZIA, trattasi dell’ultimo nato del mondo VIVI, creatura del duo Daniela Gazzini e Cristina Cattaneo, questa volta in associazione con Iole Siena, presidente del Gruppo Arthemisia, azienda leader per le grandi mostre d’arte…
-
Giorni fa ho passato la serata in compagnia da Steel, un locale in zona Talenti. In questo luogo che si articola tra oggetti vintage, nero, varie declinazioni di grigio, corde di canapa e particolari industrial la cucina punta sulla carne…
-
Dove eravate voi ieri pomeriggio? Io a far da giudice a #tuttofritto la sezione del Premio DolceRoma, dedicato alle eccellenze della pasticceria romana…
-
Ha aperto a Settembre 2020, in piena pandemia, è Fermento, pizzeria a taglio in zona Villa Gordiani. C’è Gianluca Rossi dietro questa meraviglia, un ragazzo di appena…














