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Essere Massimo Bottura

29 Maggio 2014

...perché loro non ce l'hanno!

Nella mia folle fantasia… per una volta almeno nella vita… mi piacerebbe, parafrasando il titolo del famoso film del 1999 di Charlie Kaufman "Essere John Malkovich", trasformarmi in un'altra persona… ma non una qualsiasi

... mi piacerebbe essere colui che con la sua opera costante e continua mi sta rendendo sempre più fiera della mia italianità, delle mie radici e del mio territorio, al punto tale da andare a Parigi guardando i parigini dall'alto verso il basso perché loro… uno come lui… loro non ce l' hanno.

Quindi vorrei, proprio come nel film sovracitato, prendere le sembianze di una burattinaia e come nella pellicola ritrovarmi, spostando accidentalmente un mobile, di fronte ad un cunicolo che porta fin dentro alla testa di Massimo Bottura e così, in questa nuova veste rivivere i suoi ricordi, l'esperienza fatta a El Bulli con Ferran Adrià (altra mia ossessione da quando avevo 12 anni), con Alain Ducasse e con Georges Cogny, entrare nei suoi pensieri per riuscire una volta per tutte a capire DOVE prende vita il suo genio e la sua creatività. 

Immergermi nella sua testa magari semplicemente quando guarda negli occhi lo splendido viso di sua figlia e di sua moglie, respirare l'aria della cucina della sua Osteria Francescana e magari sorseggiare, usando il suo palato, un calice di vino col suo amico e sommelier Giuseppe Palmieri. 

Mi piacerebbe attraverso le sue mani manipolare sapientemente le materie prime e creare i capolavori che solo lui riesce a fare, immergermi in una sua elucubrazione mentale ed assorbire ogni istante della sua memoria fino quasi a scoppiarne; cercare di vedere le cose attraverso i suoi occhi e fare i suoi ragionamenti, vivere insomma come lui, almeno per un giorno, ne basterebbe uno…. perché per capire fino in fondo il genio, bisogna essere quel genio! 

Penso che la gente non sia ancora abituata a mangiare bene, a rispettare il cibo e a rispettarsi, altrimenti non consumerebbe così tanta immondizia!

Certe volte vedo comprar cose talmente scadenti e mi domando il perchè la gente non si voglia bene visto che ingurgita cose che io non darei nemmeno ai miei cuccioli… e loro in molti casi mangiano meglio di queste persone;

Evidentemente c'è ancora bisogno che qualcuno insegni loro che, come dice lo Chef, non bisogna dare nessuna concessione alla mediocrità ma puntare solo sulla qualità e per farlo bisogna conoscere innanzitutto cosa mangiamo e dove quel che mangiamo viene prodotto; 

Dobbiamo dare la preferenza solo ai Nostri prodotti territoriali, ma non a tutti, bensì a quelli che per dettami legati alla biodiversità, alla tutela del territorio ove essi vengono prodotti e coltivati, alla freschezza del prodotto raccolto e alla genuinità senza contaminazione alcuna di pesticidi, antibiotici o altro, siano il risultato di un prodotto di altissima qualità e garanzia per chi lo consuma; poco importa se un pomodoro non è grande quanto un cocomero se poi quel che abbiamo di fronte altri non è che la fase finale di un esperimento chimico e genetico di cui noi siamo inconsapevoli vittime, e tutto questo allo scopo di arricchire un'industria fatta di numeri, creata e basata solo ed esclusivamente allo scopo di trarre beneficio dalla speculazione di un prodotto magari esteticamente perfetto ma a discapito del sapore e sapere che quel che compriamo oggi non sono altro che un cumulo di conservanti travestiti da frutta , verdura, carne…

Bisogna avere la consapevolezza che noi siamo e saremo sempre quel che mangiamo, e non regge la scusa, "costa troppo, non posso permettermelo" perché ricordo a lor signori che tu OGGI risparmi per un prodotto scadente e quel che risparmi alla fine lo spendi e lo moltiplichi a livello esponenziale se ciò che ne deriva è malattia e scompenso per il tuo organismo.

Quindi tanto vale spendere di più ma mangiare sano che lesinar ciò che poi andrai a convertire in medicinali e soprattutto perché mangiare ciò che viene importato dall'estero quando in Italia ci sono centinaia di realtà fatte di piccoli coltivatori, artigiani che ti garantiscono l'eccellenza di un prodotto tutto made in Italy?

Quindi per tutti questi motivi e altro ancora, vorrei per una volta essere Massimo Bottura, anche se con tutto quello che lui attraverso i suoi piatti ci insegna e ci ha insegnato tutti i giorni, un pochino mi ci sento già. 

I sogni sono belli, ma la realtà certe volte supera la fantasia e lui ne è esempio vivente;

Il riuscire a ricreare l'immagine di un sottobosco dopo una nevicata, lo sperimentare la compressione dell'identità di un territorio in una pasta e fagioli e il render reale un pensiero trasformandolo in un piatto così da trovare un pollo che non c'è, facendoci desiderare di essere come l'anguilla in umido che adora il sale di Cervia e risale il fiume, ritrovarci tortellino dentro una sfera ripiena di brodo o immedesimarci in un maialino laccato che non vede l'ora di essere addentato… beh non è da tutti.  

Ogni volta che vedo, leggo o sento parlare di Bottura e di un suo piatto cerco di comprenderne non solo il suo significato ma di capire come sia arrivato a sviluppare nel piatto quel concetto e a meno che non sia lui, io davvero non ci riesco.

Per questo almeno per una volta mi piacerebbe "Essere Massimo Bottura" e sentirmi sull'Olimpo dell'eccellenza culinaria tutta Italiana. 

Citando il famoso critico d'arte Achille Bonito Oliva, il quale considera Bottura "una sintesi da esportazione così com'è stata l'arte della transavanguardia", in lui vedo convergere tutta la magnificenza del suo territorio, attraverso il suo operato riscopriamo il pastoso, dolce sapore armonico del Parmigiano reggiano, la mistica supremazia del Culatello, l'alchemica dolce viscosità dell'Aceto balsamico di Modena, in lui ritroviamo tradizione e innovazione mescolate assieme quasi a rincorrersi in una quotidiana ricerca votata al richiamo della nostra tradizione enogastronomica e al concetto di mobilità di pensiero attraverso un piatto. 

Ci sono persone che lasciano un segno nella Storia…

Lui è una di quelle persone; e mentre da piccola mia madre mi raccontava la favola di Biancaneve, io ai miei figli racconterò di come un uomo con la sua grande passione è riuscito a rendere fisici i sogni, a creare l'impalpabile e a materializzare una sensazione, cose che solo i maghi o i geni sanno fare e dirò loro che al contrario delle favole i cui personaggi prendono vita solo nei libri, questa persona è in carne ed ossa e che la sua magia resterà eterna ed indelebile nella testa così come lo sarà nel cuore e che tanti Cuochi sono diventati tali grazie alla traccia che lui ha lasciato nel corso degli anni. Tra queste persone ci sono anche io. 

 

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