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Ci sono food blogger e food blogger

18 Ottobre 2013
Federico Aureli, un cuoco per casa
Ci sono food blogger e food blogger. Ci sono quelli da ciambelloni, spaghetti e involtini (e io, non mi vergogno assolutamente di dirlo, sono una di quelle) e poi ci sono quelli da “Spinosini, peperoni e baccalà con fior di timo e pomodorini confit”. Ecco, questi ultimi li chiamo chef blogger. Federico, grandi occhi blu e una faccia da cuoco “che se spreca”, è uno di questi. Onore al merito, scopriamolo insieme.

D: Nel Luglio 2012 hai partecipato e vinto il contest “Visto che sfida” organizzato da Calvè, Knorr e Lipton sconfiggendo un’agguerrita Sandra Salerno (aka Tocco di Zenzero) e dopo la vittoria hai avuto la soddisfazione di vedere la tua ricetta del “Cous cous di mare con filetto di orata in salsa cubana” stampata sulle confezioni di dado Knorr acquistabili in tutti i supermercati d’Italia; raccontaci questa tua esperienza.

R: Il contest “Visto che sfida” è un’esperienza che mi porto nel cuore: è stato il mio primo passo verso il mondo del food. Ricordo ancora che inviai la ricetta perché ero molto attratto dal terzo premio, un robot da cucina che ho sempre desiderato. Pensai: “Ce la posso fare!”. Poi arrivò la mail di Giorgia (aka @StarGrrrl) con la comunicazione: ero io il vincitore del contest! Ma la gioia fece subito posto all’ansia: avrei dovuto sfidare “nientepocodimenoche” la regina delle foodblogger italiane, Sandra Salerno. A quel punto non mi restava altro che concentrarmi al meglio sulla ricetta: pensai a quali potevano essere gli ingredienti che più mi piacevano. Mi vennero in mente l’orata, di cui apprezzo particolarmente il sapore; le vongole, che mi riportano alla Napoli della mia compagna; il cous cous, in grado di dare quel tocco “orientale” che non guasta mai. E poi il mojito, il mio cocktail preferito: perché non trasformarlo in una salsa con la quale accompagnare il piatto?! Fu così che nacque il mio “cous cous di mare con filetto di orata in salsa cubana”.

D: che cosa ti ha spinto ad aprire il blog?

R: E’ stata proprio la persona che più temevo a consigliarmi di aprire il blog, cioè Sandra Salerno. Vista la sua esperienza in campo, non ho potuto far altro che ascoltarla! A quel punto, sfruttando le mie competenze informatiche, ho creato il sito e ho iniziato a scrivere e condividere le mie ricette!

D: Dopo il contest come si è evoluta la vita de “Un cuoco per casa” dentro e fuori il mondo 2.0?

R: Se nella tua vita entra un qualcosa di nuovo, è ovvio che un cambiamento c’è, volente o nolente. E il cambiamento porta in sé un’evoluzione: nuovi spunti, idee, possibilità di migliorare e migliorarsi. Da quando sono diventato “foodblogger” (e diamolo questo status, no?) la passione per la cucina diciamo che si è concretizzata. E poi mettiamoci pure la condivisione, che in tempi di social network imperanti, non guasta mai. Fare qualcosa per gli altri, o che gli altri possano vedere e giudicare, ha sempre un che di speciale. Inoltre sono notevolmente aumentati gli auto-inviti a cena a casa mia, diventata una sorta di ristorante degli amici i quali, con la scusa di fare da cavie, svuotano regolarmente la mia dispensa, a grosso danno delle mie finanze, ma a tutto vantaggio della mia autostima!

D: Nel tuo blog parli di stagionalità degli ingredienti, cura del particolare, semplicità e genuinità come dei punti cardini della tua cucina, la tua “filosofia spiccia”. Raccontaci il perché di tale filosofia.

R: La cucina per me è soprattutto semplicità: oltre alla stagionalità degli ingredienti non amo snaturare troppo le materie prime. Credo che anche in cucina valga la regola del rispetto. Mi piacciono piatti che abbiano soprattutto queste caratteristiche: colore, freschezza, genuinità. Questo non vuol dire che non mi piace l’innovazione, l’uso di ingredienti particolari e accostamenti inusuali. Un mix equilibrato, per intenderci.

D: Dici di aver scoperto troppo tardi che, se un uomo sa cucinare, rimedia un sacco di donne. A tal proposito, confessaci, con quale ricetta hai conquistato la tua compagna?

R: Qui potremmo aprire una discussione infinita, che per ovvi motivi di spazio e di “salvaguardia personale” non farò: la mia compagna ama poco cucinare (ama per non dire odia!) ma in compenso è una critica gastronomico-casalinga inflessibile. Però il piatto alla fine è sempre vuoto! Chissà com’è! Diciamo che l’inizio della nostra storia non è legato al mondo del food. Ma se voglio conquistarla ogni altro giorno, basta che le prepari gli spaghetti (rigorosamente di Gragnano trafilati al bronzo con essicazione naturale etc etc…) con i lupini e la mia (a suo avviso) insostituibile cremina!

D: Il tuo blog, così come la tua pagina Facebook, contiene succulente ricette, soprattutto di pesce, ma com’è nata questa passione? Da chi – se c’è un “chi” – hai imparato l’arte della cucina?

R: Diciamo che in casa, sin da quando ero piccolo, si “respirava” del buon cibo: mio nonno era un esperto di zuppe di pesce (sempre succulenti, da ragazzo adoravo andare a pranzo da lui!); mia zia era ed è una ristoratrice molto fantasiosa e sempre alla ricerca di nuovi spunti (ricordo, a tal proposito, che è stata una delle prime a portare a Roma i fagioli con le cozze) e poi mettiamoci pure l’immancabile “mammà” (ma credo che questo valga un po’ per tutti), cuoca ideale per un marito abbastanza esigente. Tenuto conto di questa situazione, la cucina o la amavo o la odiavo. E, guardandomi, non si può certo dire che la mia risposta fosse la seconda!

D:Antipasto, primo, secondo o dessert, qual è la tipologia di piatto che preferisci preparare e perché?

R: Preferisco soprattutto primi e antipasti. Ma negli ultimi tempi mi sono avvicinato anche alla pasticceria.

D: Nella vita sei un programmatore, nel privato un cuoco appassionato e creativo, ma qual è il vero Federico?

R: Il vero Federico è proprio questo! Un uomo diviso a metà tra le due cose, con un po’ più di attitudine e passione per la cucina; un artista sognatore, con i piedi non sempre a terra; ma anche un musicista appassionato di blues.
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