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C'è aria di primavera nell'editoria enogastronomica

29 Marzo 2013
Anna Prandoni, nuovo direttore de La Cucina Italiana, si racconta
Una notizia luminosa fra pentole e fornelli: Anna Prandoni è da poche settimane la nuova direttrice della prestigiosa rivista enogastronomica "La cucina italiana", fondata nel 1929. Noi del Cavolo Verde le abbiamo fatto una breve intervista per augurarle buon lavoro.

(D) Buongiorno Anna, e grazie per averci concesso l'intervista nonostante il periodo che immaginiamo carico di impegni. Sei la primavera nell'editoria del nostro settore. Cosa si prova a diventare la guida della testata da sempre leader nel campo enogastronomico?

(A.P.) L’emozione è grandissima, e la responsabilità si sente molto: ma sono serena, perché vivo ‘La Cucina Italiana’ da ormai 13 anni e questo marchio è davvero dentro di me. Sono sicura che questo lavoro sarà una splendida sfida e che sarà il naturale completamento del mio percorso professionale.

(D) Una direttrice così giovane eppure che ha già un bel carnet di esperienze alle spalle, anche telematiche, come piace a noi. Prima direttrice della Scuola della Cucina Italiana con Fabio Zago, poi a capo della linea editoriale del sito di www.lacucinaitaliana.it (la versione online della Cucina Italiana), curatrice di collane di tema culinario... raccontiamo per sommi capi ai nostri lettori qual è stata la tua formazione.

(A.P.) La mia formazione è giornalistica, e la parte gastronomica è venuta dopo, grazie all’incontro a Scuola con La Cucina Italiana.
Sono arrivata qui con alle spalle una mamma allergica alla cucina, senza conoscere la differenza tra scalogno e cipolla, ma con un desiderio innato di stare ‘con le mani in pasta’. Oggi la cucina è la mia più grande passione, grazie ai mille consigli e alle mille domande che ho potuto porre a Fabio Zago, consulente gastronomico del web e della Scuola, e a tutti gli chef che ho incontrato in questi anni: poterla vivere anche per lavoro è stata una delle più grandi fortune che mi potessero capitare! Nel frattempo, ho scritto numerosi libri sull'argomento e ho curato una rubrica di ricette e di itinerari golosi per le pagine lombarde del Corriere della Sera. Ho collaborato inoltre come ispettore alla Guida de “L’Espresso” e a Identità Golose. Ho inoltre curato, per la casa editrice De Vecchi, una collana dedicata alla cucina della salute, una collana dedicata alla cucina etnica e i volumi relativi alla cucina regionale italiana.

(D) Parlaci della "tua" Cucina Italiana. Che impronta intendi dare alla tua conduzione, dopo sette anni di Patrizia Caglioni e un anno di Paolo Paci, che hanno peraltro fatto seguito alla forte personalità della Ricas?

(A.P.) Da circa un mese dirigo il giornale di cucina più buono del mondo: un traguardo importante, una meta a lungo sognata, un incarico che mi riempie di orgoglio. Delia Notari, le sorelle Gosetti, Filippo Tommaso Marinetti, Fanny Dini e Ada Boni hanno scritto la storia gastronomica che dal 1929 ci ha guidato fino ad oggi: proseguire nella tradizione, rinnovandola e dandole una nuova veste contemporanea sarà la mia missione dei prossimi anni.

(D) Dato che hai parecchia esperienza editoriale in internet, ti facciamo una domanda mirata. Secondo te la rete quanta responsabilità ha avuto in questi ultimi quindici anni nell'ispirare e modificare l'editoria di settore?

(A.P.) La rete è un fenomeno intrigante, ma anche complesso: bisogna cavalcarla con attenzione e competenza per riuscire a governarla e a renderla utile, soprattutto per un Editore che deve fare i conti con la propagazione dei suoi contenuti senza controllo. L’editoria sta cambiando profondamente, ma non dobbiamo vivere queste due realtà come contrapposte: è solo un diverso modo di vedere la stessa faccia della medaglia. I contenuti, in rete come sulla carta, vincono su tutto.
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