Archivio Storico 2011-2017

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Il fico bianco del Cilento

23 Settembre 2011
da pane dei poveri alle mense dei buongustai
I fichi, definiti un tempo 'pane dei poveri', oggi sono un alimento speciale che si consuma in determinate ricorrenze, e soprattutto rappresentano una notevole fonte di reddito per le zone di produzione.
Il fico si coltiva principalmente nell'Italia meridionale, ma la patria eletta di questa prelibatezza è l'area salernitana del Cilento, dove si estende il parco nazionale ed il Vallo di Diano.
In questo territorio rurale mitigato dal mare, il paesaggio è disegnato completamente da piante di fico e olivi, che convivono ormai da secoli pacificamente.
Questa pianta dall'Arabia giunge nel Cilento grazie ai Greci, intorno al V secolo, e trova il suo habitat ideale, tanto da diffondersi spontaneamente e diventare un'importante risorsa a cui attingere in difficili periodi storici, da questo proviene il soprannome 'pane dei poveri'.
I contadini imparano anche a conservarli, facendoli essiccare al sole, stesi su letti di canne per consumarli durante l'inverno.
Con il tempo questa leccornia diventa ricercata sia per il suo gusto, sia per le virtù balsamiche che se ne ricavano dagli infusi e la grande maggioranza delle strutture agricole si dedicano alla coltivazione di questo prodotto, tanto da ottenere il prestigioso marchio DOP.
Attualmente è noto a livello mondiale con la denominazione 'FICO BIANCO DEL CILENTO' e resiste egregiamente alla concorrenza turca.
La maturazione dei fichi si ha tra fine agosto e settembre, ed è il periodo in cui si gustano come frutta a fine pasto oppure da accompagnamento a salumi e formaggi negli antipasti, ed è anche il momento in cui si essiccano per essere poi farciti o ricoperti di cioccolato e confezionati per arricchire i menù natalizi.
Un accostamento che spesso propongono gli chef sono i fichi all'aceto balsamico accompagnati da prosciutto crudo e scaglie di parmigiano, un'idea che vale la pena provare.
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