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Batignano, la terra del “Venerabile”

06 Ottobre 2010
Un olio ''santo''
Il paese di Batignano, è una piccolissima frazione del Comune di Grosseto e vi si arriva procedendo sia da nord che da sud lungo la statale Aurelia o la Grosseto-Siena ed è distante circa dieci chilometri a nord est di Grosseto. Sorge come tutti i paesi medioevali su una collina del territorio. Piccolo borgo medioevale costruito intorno al suo castello che controllava la strada che da Grosseto andava a Siena ed alle miniere di piombo ed argento. Fu feudo degli Aldobrandeschi.
Nel trecento era sotto il dominio di Siena e successivamente sotto il Granducato di Toscana, nel 1738 fu riunito al comune di Grosseto. Attualmente è un piccolo paese che conserva resti medioevali e donano allo stesso un tono di antichità. Intorno al paese si è sempre coltivato l’olivo e ciò è dimostrato dalla grande quantità di uliveti presenti e la notevole qualità indiscussa dell’olio che si ottiene e che si tramanda da tempo ormai immemorabile, complici le condizioni geologiche e climatiche particolarmente favorevoli, sono interpretati come ''posto d’ olio'' per antica tradizione. Parlando di olio, in maremma dobbiamo sicuramente riconoscere varie eccellenze che si stanno fortemente affermando a livello nazionale e anche oltre.
La coltura dell´ olivo e la produzione di olio ha da sempre avuto grande importanza nell´ economia del paese, già in epoche remote esistevano in paese ben tre frantoi. E’ cosi nata, l’Associazione dei Produttori dell’ Olio ''Il venerabile'' di Batignano.
''Il Venerabile'' è la denominazione del marchio esclusivo con cui la Comunità pone sul mercato l’ olio che produce, riservato alle olive prodotte esclusivamente nell' ambito dei confini amministrativi della frazione di Batignano, marchio di cui detiene i diritti di utilizzo e possono essere ammessi all' uso del marchio tutti coloro che risultano coltivatori di oliveti ricadenti nel territorio amministrativo della frazione. Il nome, “Il Venerabile”, si rifà a quello del Venerabile Padre Giovanni da S.Guglielmo, religioso agostiniano, che nacque a Monte Cassiano (Ascoli Piceno) il 15 luglio 1552 da Francesco Nicolucci e da Francesca Piccinotti, a cui vennero attribuiti poteri superiori e che è ancora oggi molto onorato e considerato dalla gente del posto. Il Venerabile Padre rimase orfano d’ambo i genitori a 12 anni e, dopo lunghe preghiere entrò tra gli Agostiniani. Compiuti brillantemente gli studi, nel settembre del 1575, venne ordinato sacerdote. Divenuto eremita nel 1597 si stabilì presso Castiglione della Pescaia, e poi presso Buriano ove fondò un romitorio.
Da qui si trasferì nell' eremo, dedicato a Santa Lucia, nella campagna di Batignano ed ancora più in prossimita del paese nel 1621 e secondo la tradizione Giovanni pose la prima pietra del grande convento di Santa Croce. Per le sue esimie virtù e non ordinaria capacità i Superiori lo nominarono successivamente lettore di filosofia e di teologia, maestro dei novizi, priore in vari conventi ed insegnante nelle pubbliche scuole. Desideroso però, di una vita più austera e più ritirata, ottenne di fare vita eremitica nella maremma toscana, presso il celebre romitaggio di S. Guglielmo.
Quella terra, in quel tempo inospitale, divenne campo della instancabile attività del Padre Giovanni, teatro di numerosi e strepitosi prodigi. Impossibile dire ciò che egli ha fatto e sofferto, in un trentennio per quelle povere e abbandonate popolazioni. Povero di mezzi umani eresse romitaggi e chiese, fondò opere di beneficenza e sfamò interi paesi durante le caristie più gravi. Giustamente egli fu detto “Apostolo della maremma toscana”.
Con lo zelo apostolico rifulsero in lui le più belle virtù, specialmente la penitenza e l’umiltà. Alle gravi fatiche del ministero unì continuamente privazioni e mortificazioni che difficilmente si riscontrano nella vita dei più grandi penitenti, tanto che la sua esistenza appariva un miracolo continuato. Fu predicatore nelle principali città d’Italia, venne venerato da Pontefici, Re, Cardinali, Vescovi e Principi, soprattutto dal gran Duca di Toscana, fuggì sempre ogni onore e trovo soddisfazione nella solitudine e nelle privazioni della maremma. La vita del Venerabile Padre Giovanni fu un intreccio continuo di eroismi e prodigi straordinari che lo fanno una delle glorie più fulgide dell’Ordine Agostiniano e della Chiesa.
Aspirando sempre a maggior perfezione, con l’appoggio del santo Cardinale Bellarmino, nel febbraio del 1621, ottenne da Gregorio XV, al quale aveva predetto il pontificato, di abbracciare la Riforma degli Agostiniani Scalzi, di recente introdotta in Italia. Morì in Batignano (Grosseto) il 14 agosto 1621 fra il pianto del popolo del paese che lo amava come padre, e che ancora adesso lo ricorda e lo tiene come un suo celeste intercessore nei vari bisogni.
Anche dopo morto operò molti miracoli e Clemente XIV, nel 1771, approvò l’eroicità delle sue virtù. Le sue spoglie sono conservate dal 1966 in un sepolcro nella locale chiesa di S.Martino.
Il convento si trova su una collinetta che fronteggia quella di Batignano. Il complesso è a pianta rettangolare e conserva ancora la struttura perimetrale originaria. La chiesa è in gran parte (purtroppo) diroccata, mentre i locali monastici sono in discreto stato di conservazione, con un elegante chiostro in mattoni. Fuori dalla chiesa a sinistra, è una struttura con tre arcate centrali ormai priva di copertura, si tratta dei resti di uno dei laboratori della vetreria che, dopo la soppressione del convento nel 1813, si impiantò nei suoi locali e rimase attiva fino al 1840.
Le spese per l'edificazione del convento completata nel 1626 sono state sostenute dalla Granduchessa Maria Cristina di Lorena, moglie di Cosimo II de' Medici, devotissima al Venerabile, che così offrì un grande convento ai monaci che, ormai assai numerosi, non potevano più essere ospitati nel piccolo eremo dedicato a S.Lucia. La causa di beatificazione del Padre venerabile va avanti, seppur lentamente, e nel 1770 viene approvato il decreto sulle eroicità delle virtù. Dopo oltre tre secoli dall' inizio delle procedure, il processo di beatificazione non è ancora stato concluso.
Ritornando all’Associazione dei Produttori dell’ Olio ''Il venerabile'' di Batignano, è stata resa ufficiale nel 2009, ed è stata fondata dalla comunità del cibo istituita dalla Condotta Slow Food di Grosseto. L’Associazione ha come scopo la promozione dell’Olio di Batignano, del paese e del Suo territorio con le sue realtà tradizionali e culturali.
Attualmente, il fiduciario della condotta Slow Food di Grosseto è Giorgio Pernisco coadiuvato da Enzo Flaminio.
Per promuovere e far conoscere l’Olio di Batignano, la Condotta ha organizzato un pranzo, il cui ricavato, servirà come sostegno per la Comunità dei Produttori dell’Olio di Batignano, in quanto tale Comunità parteciperà alla quarta edizione di Terra Madre in contemporanea con il Salone Internazionale del Gusto organizzato da Slow Food.
Per tale pranzo, la Comunità dell’Olio di Batignano ha preparato un menù solamente con prodotti del territorio, prodotti che sono stati forniti da amici e soci della Condotta di Grosseto, in modo tale da “valorizzare e gustare” i piatti preparati con ingredienti buoni, puliti e giusti che molti avevano dimenticato. Naturalmente, visto il successo della manifestazione, verrà sicuramente ripetuto alla prossima occasione.

Graziano FAVILLI
Maremmano DOC
Socio Slow Food
Sommelier A.I.S.
Sommelier F.I.S.A.R.
Degustatore A.N.A.G.
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