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Parliamo di strutto?

08 Maggio 2014
Le patate fritte di nonna Felicetta
Conoscete lo strutto? Sicuramente sì, anche se a dirla tutta, sembra quasi di parlare di un prodotto antico ormai in disuso. Lo strutto è un grasso di origine animale chiamato anche sugna. Un composto bianco ottenuto per fusione dei grassi del tessuto adiposo del maiale.

Ne parlavo qualche sera fa con Mauro e Chiara Casetta, i titolari dell’Agrisalumeria Luiset.(www.agrisalumeria.it) Un’azienda agricola piemontese a carattere familiare nata da una passione norcina, che ho avuto modo di conoscere a Milano durante la presentazione dei loro prodotti. La loro una storia che dura da ben tre generazioni, fatta di riti antichi e di tradizioni che seguono le pratiche contadine sull’allevamento degli animali.

Lo strutto, un prodotto dalle molte proprietà. Ricordo anni fa di aver sofferto di un eczema terribile che mi ha riempito le mani di piaghe. L’unico sollievo che avevo erano le applicazioni di creme a base di cortisone. Ebbene, in quel periodo mi trovavo in campagna dai miei zii a Treviso che, viste le condizioni della mia pelle, mi consigliarono degli impacchi notturni con strutto di buona qualità.

Incredibile, dopo una sola applicazione la pelle delle mie mani aveva cambiato aspetto. Miracolo o prodotto naturale miracoloso?Mauro Casetta mi ha raccontato che a tutt’oggi gli anziani lo acquistano presso la sua azienda con il medesimo scopo.

Ma passiamo al suo uso in cucina. Lo strutto viene utilizzato per la preparazione della piadina, per friggere le frittelle, e nell’impasto di alcuni prodotti da forno. Non mi riferisco ovviamente allo strutto industriale, ma a quello artigianale di buona qualità.

Nonna Felicetta, una signora campana di ottantanove anni recentemente mi ha detto - Cinzia, hai mai provato a mangiare le patate fritte nello strutto? Tutto un altro sapore, un sapore antico a cui non siamo più abituati.Ebbene,ti spiego come farle. Sbuccia le patate e tagliale a fette sottili. Quindi, dopo averle messe a bagno tre minuti, falle ben sgocciolare e avvolgile per mezz’ora in uno strofinaccio di cotone. Una volta fatto sciogliere dello strutto in una pentola a bordi alti, immergi le patate; mi raccomando, senza coperchio e senza girarle fino a che non vediche si forma una crosticina dorata. -

Questa era la merenda che preparava ai suoi nipoti… una merende di una volta.
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