Archivio Storico 2011-2017

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I cavolini di Roma a Bruxelles

30 Gennaio 2013
Quando Cesare conquistò le Gallie...
Questa è la cronaca fedele di un episodio realmente accaduto. Anni fa mi ero trasferita a Bruxelles, luogo dove ho vissuto parecchi anni.
Mentre cercavo di acclimatarmi e di trovare un posto nella società, per consolarmi andavo a fare la spesa per vedere di trovare cose e alimenti presenti anche nei supermercati italiani. Tanto per non sentire troppa nostalgia.

Dopo aver trovato un sacco di insalata belga, tra cui anche la varietà incalmata con il radicchio e la carne di struzzo visto che eravamo al tempo del pollo alla diossina, ma questa è un 'altra storia, dopo aver trovato la belga, dicevo, mi metto alla ricerca dei cavolini di Bruxelles.

Si chiamano di Bruxelles, no?
Dove sono io? A Bruxelles, vuoi che non li trovi, che diamine?!
No, non li trovo.

Dopo essere andata avanti e indietro davanti al bancone della verdura, capitolo e chiedo agli inservienti.
Tutto in francese, ovvio, immaginatelo.
- Mi scusi, dove trovo i cavoletti di Bruxelles? -
- I cosa?- il ragazzo mi guarda con un'aria mista tra "lasolitaturista" e "maquestadadoveesce".
- I cavoletti di Bruxelles, dai! - e gli faccio i segni con la mano - quelli piccoli, verdi, che assomigliano a un cavolo, ma sono piccoli -

Lui mi guarda, e ride.
Ride tantissimo e io mi sento davvero male. Avrò detto qualcosa di sbagliato? La mia pronuncia l'ha offeso in qualche modo?
No, nulla di tutto questo.

Il ragazzo, asciugandosi le lacrime dal ridere, mi dice: - Ah, ma tu stai parlando dei cavoletti di Roma! -
Allora sono io a sbattere le ciglia. Di che stiamo parlando?
- Ma sono quei cavoletti piccoli piccoli verdi? -
- Sì, da noi si chiamano cavoletti di Roma. Non so perché -

Non lo sapevo neppure io, allora sono andata a documentarmi.

Dovete sapere che il nome di questo ortaggio risale alle guerre di Cesare nel Nord Europa.
Sapete tutti che il nostro quasi eroe nazionale ha deciso di invadere la Gallia prima e la "perfida Albione" poi. Bene, ovviamente è passato anche attraverso altri paesi europei, come l'allora Belgio.
Il quale era formato da piccoli villaggi, molto valorosi, che hanno resistito alle invasioni romane ad ogni costo.
Alla fine hanno raggiunto un accordo: avrebbero fatto passare Cesare e le sue truppe in cambio della vita e dell'avere risparmiate le loro terre.

I Romani accettarono e qui arriva il bello.

Dovete sapere che Cesare aveva attrezzato le truppe con una serie di cibi resistenti al freddo e ai viaggi, tra i quali una specie di cavolo molto piccolo, che cresceva a treccia sotto terra.
Era molto semplice tirare su questa radice nella quale si trovavano i cavolini.
Così le truppe italiane mangiavano questo cibo che, giocoforza, venne a contatto con le popolazioni del Nord Europa.
Il clima del Belgio favorì la crescita di questo ortaggio, che conobbe una nuova rinascita anche quando le truppe romane se ne erano andate.

E il tempo dimenticò questa storia, per cui i cavolini furono conosciuti come "di Bruxelles" in tutto il mondo, mentre in patria continuavano a essere chiamati " romani".

Una piccola nota di colore: quest'estate sono tornata in Belgio dopo anni. Una sera in un supermercato ho rivisto i cavolini. Ora si chiamano "Petits Choux" e basta.
Non so, mi ha fatto un po' di tristezza. Mi sarebbe piaciuto che avessero continuato ad avere una loro identità.

Per la foto si ringrazia: http://www.alimentipedia.it/cavolini-di-bruxelles.html
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