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LoredanGasparini – Capo di Stato 2004

12 Febbraio 2015

IGT Colli Trevigiani: Cabernet Sauvignon – Merlot – Cabernet Franc–Malbec (sostanzialmente un taglio bordolese)

A volte capita che una Champagnista convinta come me si lasci incantare da un vino rosso, che più rosso non si può.

Mi è successo da poco con una magnum di Capo di Stato 2004 di LoredanGasparini. Il Conte di Volpago del Montello (TV) che volle questo vino come una riserva speciale fra i suoi rossi prodotti, tutti vini di estremo pregio.

Questo vino è prodotto in annate e in quantitativi limitati, attraverso un’attentissima selezione di uve provenienti in particolare dal vigneto risalente al 1946 e chiamato delle “100 piante”. La prima annata fu il 1964.

In passato il vino è stato molto ricercato per occasioni speciali, soprattutto nella città di Venezia che soleva ospitare diversi capi di stato esteri.

Il vino fu particolarmente apprezzato da Charles de Gaulle, al quale fu poi definitivamente dedicato con il nome ufficiale di Capo di Stato.

Una storia particolare ce l’ha l’etichetta, realizzata dall’artista Tono Zancanaro nel 1967.

In realtà le opere sono due, perché in effetti due sono le anime in gioco: quella femminile dell’uva, “DesRoses pour Madame”, e quella maschile del vino, “…pour Monsieur La Bombe”. Ecco quindi che possiamo trovare i vini con due diverse immagini in etichetta.

Nel tempo il vino ha continuato ad essere prodotto solo con l’etichetta “maschile”, lasciando quella “femminile” per occasioni speciali.

La mia prima volta con lui fu nel 2009, durante una cena da Perbellini, in occasione del Vinitaly. Provai il millesimo 2000.

Nel tempo sono state poche davvero le volte in cui sono riuscita a trovare una lista vini che avesse il Capo di Stato in carta, sino a quando l’ho bevuto di nuovo, in versione doppio magnum, la scorsa settimana alla Locanda San Lorenzo di Puos d’Alpago, nel millesimo 2004.

Quel che mi colpisce di questo vino è l’estrema eleganza e l’indiscutibile equilibrio di cui è dotato sia nei profumi che nell’assaggio.

I tannini sono tesi e levigati a ricordare che ci sono senza essere invadenti.

La lingua rotea morbida nella stoffa ricamata e precisa, e il sorso si fa lieve.

Grandissimo esempio di un vino che ha molto meno successo di quello che meriterebbe. Peccato…!

 

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