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Olindo Guerrini: un letterato in cucina

20 Febbraio 2014
L'arte di utilizzare gli avanzi della cucina
Finalmente tra le mie mani.
Qualche giorno fa sono finalmente entrata in possesso del libro “L'arte di utilizzare gli avanzi della cucina” di Olindo Guerrini.

Scommetto che parecchi di voi non lo conoscono, ma se io vi dico che lo stesso è conosciuto con gli pseudonimi di Lorenzo Stecchetti, Argia Sbolenfi, Marco Balossardi, Giovanni Dareni, Pulinera, Bepi e Mercutio che mi dite?

Proprio così, questo forlivese fu un grandissimo poeta e scrittore italiano, bibliofilo e studioso di letteratura italiana. Riuscì ad attraversare quasi un secolo, dal 1845 al 1916, lasciando delle grandi tracce di sé. E anche una denuncia di diffamazione dal vescovo di Faenza, nel 1898, a causa di un sonetto irriverente a firma Argia Sbolenfi.

Iniziò la stesura di questo libro dopo il 1874, dopo essere stato assunto alla Biblioteca Universitaria di Bologna, della quale divenne in seguito direttore.
In realtà questo libro contiene una lieve nota polemica, in linea con il carattere del Guerrini, visto qui viene illustrata una cucina povera, allusiva al fatto che il Guerrini stesso non poteva permettersi banchetti luculliani a causa del magro stipendio da bibliotecario!

Ma in realtà questo non fu il primo tentativo dello scrittore di avvicinarsi alla storia della cucina. È del 1884, infatti, “La tavola e la cucina nei secoli XIV e XV”, un'indagine sulla cucina italiana del Medioevo.
Insomma, in questo libro si possono trovare idee davvero carine, oltre che utili, per imparare a utilizzare e riutilizzare il cibo che magari avanza in casa.

E in questi tempi di magra non è una cosa da sottovalutare.
Il libro uscì postumo nel 1918, due anni dopo la morte del Guerrini, che riuscì a concluderlo appena sedici giorni prima di essere portato via da un cancro alla gola.
Tanto per fare un esempio, ecco qui un paio di ricette di riciclo davvero molto interessanti.

Costolette di pollo.
Se vi rimangono alcune cosce di pollo lesso e non importa che siano rimaste tutte lo stesso giorni, levate loro l'osso e , sotto pressione e aiutandovi colle mani, riducetele pressapoco della forma e dello spessore delle costolette. Ungetele con burro liquefatti, passatele poi nell'uovo sbattuti e nel pangrattato. Cuocete o sulla gratella o sul burro come le costolette alla milanese.

Ovviamente i grassi si sprecano in queste ricette, ma volendo si possono realizzare anche in maniera un po' più light!

Lesso alla semplice.
Tritate un buon pugno di scalogni e fateli prendere il color biondo del burro. Aggiungete un pizzico di farina mezzo bicchiere di brodo, sale, pepe e lasciate cuocere cinque minuti. Digrassate, disponete il lesso già tagliato in fette sottili in corona sopra un piatto, copritelo con questa salsa, aggiungete alcune gocce d'aceto, spargete su tutto prezzemolo e servite.
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