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L'avena fa l'uomo di ferro

02 Giugno 2015

Dalla Scozia al Trentino, un cereale povero ma utile

Sono moltissime le varietà di cereali che sono state coltivate in Italia dal medioevo ai giorni nostri, e che attualmente vengono usati o per l’alimentazione del bestiame o per certe diete macrobiotiche e integrali che hanno del tutto snaturato l’origine di certe preparazioni tradizionali.

Ad esempio l’avena cresce soprattutto nei paesi freddi, infatti è uno dei cereali più coltivati nel nord Europa, e in passato è stato l’alimento base non solo di paesi come la Scozia e la Germania, che hanno sviluppato una notevole perizia nel cucinare porridge, pudding, sformati e polente di avena, ma anche del Piemonte, del Trentino e di alcune zone delle Alpi. 

Ha la particolarità che può essere seminata in terreni aridi e arati solo superficialmente, quindi si presta bene ad essere coltivata in montagna.

Inoltre, i raccolti seminati in primavera sono protetti dalle gelate tardive che da sempre minacciano altri cereali, seminati in autunno.

È particolarmente famosa, nel nord del nostro paese, la zuppa d’avena, che conosce mille varianti, e viene considerata il vero cibo per l’uomo forte, come dice il vecchio adagio: “l’avena fa l’uomo di ferro”.

L’avena ha un rendimento in farina abbastanza basso, come del resto il frumento, ma veniva ugualmente portata al mulino  a macinare.

Si consuma, oggi, principalmente sotto forma di fiocchi o di farina, anche se qualche volta vengono usati i chicchi interi, che però richiedono una lunga cottura.

Attualmente si trova soprattutto nel muesli, ma, a cercarlo bene, si può ancora reperire il pesante pane nero di avena, che un tempo veniva sbriciolato nella zuppa assieme ai crauti, conservati in salamoia.

 

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