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Il FOOD secondo Bressanini

28 Febbraio 2015

Dal seme al piatto

Qualche giorno fa son passata per Milano, la mia visita non era casuale, così come il desiderio di andare a visitare la mostra FOOD curata da Dario Bressanini e allestita, fino al 28 Giugno c.a. nelle sale del museo di Storia Naturale.

Bressanini è un personaggio ambiguo. Chimico e scrittore, divulga in rete e non le sue idee in ambito food, passando da ricette geniali (come la sua fantastica granita algebrica o la mousse al cioccolato 2.0 a base di solo cioccolato e acqua che – per inciso – ho provato a preparare e mangiato con estremo gusto) a idee precise quanto discutibili su OGM e altri temi caldi.

In questo caso però, Bressanini per un attimo si toglie i panni di dissacratore di grano Kamut et similia per vestire quelli di divulgatore scientifico puro, curando questa mostra dalla spiccata vocazione didattica.

Si parte dai semi, da cui la prima sala è invasa, tutti stipati in vitrei barattoli a cerniera e posizionati su ampie teche trasparenti che ne esaltano il contenuto. Il contenuto – appunto – semi come se non ci fosse un domani, l’origine della vita vegetale, una banca dati, un supermercato agricolo in bella mostra. Oltre ai semi gli oli, da odorare, un’esperienza empirica a base di olio di noci e olio di nocciole, la prima di una lunga serie; a seguire, nelle sale, cioccolato in fusione, caffè in tostatura, e una serie di altre esperienze visive/olfattive che richiamano alla mente le gite scolastiche istruttive che tutti noi abbiamo fatto e dimenticato al tempo stesso. Una mostra didattica, come ho detto, fortemente orientata al sapere, al divulgare conoscenza e allo sperimentare insieme (come nell’angolo del burro, allestito con tanto di macchinario in legno che mostra ai visitatori cosa avviene alle molecole della panna quando viene centrifugata per crearne burro.)

E poi riso, grano, latte, frutta e uova, tutti gli alimenti di base dell’alimentazione umana, accompagnati da giochi, video, immagini macro, esemplari dei prodotti da studiare ma soprattutto da guardare perché il cibo (e anche l’elemento principe che lo compone: l’ingrediente) è prima di tutto vista.

FOOD ci insegna la differenza tra i tagli di carne, con la simpatica sagoma di una mucca coperta di finestrelle rappresentante i vari tagli per svelare, una volta per tutte, a chi lo ignorasse, anche l’esistenza del nobile quinto quarto (altro non è che le frattaglie, utero compreso), FOOD ci spiega quale sia la migliore padella da utilizzare a seconda del cibo da cuocere oppure il modo migliore di conservare i cibi nel frigorifero. FOOD ci spiega, appunto, ci guida e ci insegna; non solo una mostra che – per definizione stessa – si “mostra” a noi ma un excursus didattico adatto a varie età (non ultimi gli adulti, spesso ignari delle più banali regole alimentari e info in merito e incapaci quindi – presumibilmente – di trasmetterle alla loro progenie).  

Un'esperienza che vale la pena di vivere, nel caso vi trovaste a Milano, con o senza figli, da soli o in compagnia, portandoci la vostra scolaresca o il foodie curioso che parla sempre di grano del Senatore Cappelli ma non ne conosce la vera storia. 

 

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