Archivio Storico 2011-2017

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L'ultimo appuntamento a Identità Golose

17 Marzo 2014
La semplicità è una complessità risolta
L'ultimo appuntamento è con Massimiliano e Raffaele Alajmo per la presentazione del loro ultimo libro di cucina: “Fluidità”. Difficile “spiegare” un libro, ancora di più quando il soggetto è l'acqua; elemento fuggevole, che trasforma, amplifica e filtra l'immagine puntando l'attenzione sulla parte germinale della ricetta, la sua essenza più profonda e sconosciuta, difficile da comprendere. Sott'acqua la sensazione di rientrare nel grembo materno ci riporta a uno stato di piacere anteriore a quello sensitivo, inconsapevole e perciò misterioso. Alla mia domanda “ anche l'acqua, nella sua fluidità, lascia comunque un segno nel tempo. Quale segno vorresti lasciare?” Massimiliano, imprevedibilmente, risponde così: “Il segno che vorrei lasciare è la condivisione”.

È tardi e il treno non aspetta. Fuori piove a dirotto e trovare un taxi è un'impresa. Alla fine arrivo in stazione, bagnata fradicia. Cerco un posto per sedermi, ma ormai le sale d'aspetto sono un ricordo del secolo scorso.
Sono stati due giorni intensi, interessanti, bellissimi e divertenti ma anche di turbamento. Perché, direte voi? Ehi, Roberta, che ti prende? Sei entrata gratis, hai conosciuto gli chef più famosi d'Italia, hai assaggiato leccornie senza tirar fuori nemmeno un cent e sei pure turbata? Qui c'è qualcosa che non va, vedi un po' di darti una regolata, amica bella!

Avete proprio ragione, sembro un'ingrata di prima scelta, ma non è così.

Vi confesso che nemmeno io ho resistito al fascino della divisa, non quella con i bottoni d'oro degli ufficiali di Marina, ma a quella immacolata degli Chef. Ho ceduto alla tentazione di condividere su Facebook, le foto con il famoso di turno favorendo la mia vanità. Non è stato solo questo la causa del mio turbamento, ma, piuttosto, la consapevolezza che, nonostante le buone intenzioni, a vincere sia sempre e comunque l'apparenza.

Durante il suo contributo, Massimo Bottura gridava: “fateli entrare, aprite le porte, lasciate che tutti possano ascoltare quello che ho da dire”. Forse è stato il momento più vero e autentico, almeno per me. Quando noi, invidiati possessori di braccialetti arancione e oro, abbiamo capito che non siamo per questo più importanti degli altri, è serpeggiato un brivido tra le file. Perché siamo qui, pomposamente orgogliosi del nostro ruolo, senza alcun merito evidente se non quello di poter esprimere le nostre idee? Quale deve essere il nostro impegno, quale la nostra responsabilità verso chi ci legge? Quello di presenziare alle manifestazioni culinarie illuminati dalla luce riflessa delle star della cucina, o quello di essere testimoni credibili di un cambiamento vero e profondo nel considerare il cibo? Questa food mania generale, secondo me, un merito ce l'ha ed è quello di aver riportato le persone in cucina, felici di fare la spesa non soltanto per nutrire la famiglia ma anche per provare e dare gioia. E proprio la crisi ha acuito la nostra creatività, come nel dopoguerra quando le massaie riuscivano a fare piatti buonissimi con molto poco. Il ritorno alla tradizione rivisitata, alla manualità, al piacere di trasformare le materie prime con la delicatezza e il rispetto delle nostre nonne vale di più delle considerazioni di chi vede in questo fenomeno esclusivamente la voglia di stupire. Ecco, allora, che l'apparenza diventa sostanza se guardiamo a questi “eventi” con il distacco di chi sa che dietro lo chef stellato c'è tanta fatica, studio e impegno.

“La semplicità è una complessità risolta” ho sentito dire l'altro ieri. È una grande verità, non vi sembra?
Concludere è sempre difficile perché vorrei scrivere ancora, raccontare un momento, una sensazione, un profumo. Ecco, il profumo non ve lo posso ancora trasmettere, ma non è detta l'ultima parola. Secondo me prima o poi ci riusciremo. Per adesso vi do una dritta: uscite all'aria aperta, andate a fare una passeggiata, raccogliete erbe e fiori, usateli per i vostri piatti, con gentilezza e sapienza; sentirete il profumo della primavera.

C'è ancora, sapete, ed è meraviglioso.
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