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Il Tartufo bene immateriale dell'Umanità

11 Novembre 2013
Ne abbiamo parlato a Savigno
Sabato 2 novembre un importante convegno dal titolo "Terra, Tartufo, Futuro" ha aperto ufficialmente il trentennale della Sagra Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato di Savigno e dei Colli Bolognesi, che si protrarrà fino a domenica 17 novembre.

Ogni anno la Sagra riveste un ruolo importante all’interno del mercato nazionale del tartufo: nella piazza centrale di Savigno si tiene la “Mostra Mercato del tartufo” con espositori provenienti da varie località italiane, mentre nelle vie del paese i negozianti e i ristoratori propongono delizie gastronomiche a base di tartufo, dai tortelloni ai borlenghi, dalle tigelle all'uovo di Amerigo.

Nella splendida struttura messa a disposizione da due giovani e intraprendenti imprenditori, i fratelli Angelo e Luigi Dattilo, proprietari di Appennino Food, si sono alternati gli interventi delle massime autorità italiane in fatto di tartufi. A moderare gli interventi il collega Antonio Farnè della Rai.

Il primo a prendere la parola è stato il sindaco di Savigno, Augusto Casini Ropa, che ha sottolineato come il tartufo sia un prodotto che è stato ed è in grado di far fare un salto di qualità al territorio, ponendosi come una risorsa oggettiva, che va valorizzata da parte degli amministratori comunali, provinciali e regionali, come veicolo di sviluppo economico. E l'azienda dei fratelli Dattilo è lì a testimoniare che si può dare posti di lavoro e produrre occupazione, soprattutto in campo agroalimentare, che è uno dei motori trainanti dell'export italiano.

Interessante la proposta illustrata da Giancarlo Picchiarelli, Presidente dell'Associazione Città del Tartufo, che ha illustrato come sia stata formalizzata la domanda all'Unesco per far avere al tartufo il riconoscimento di bene immateriale dell'umanità.

La cultura tartufigena, che ha una storia notevole e che da sempre ha rappresentato, per le zone dove si trova il magnifico "tuber", una notevole integrazione di reddito per la popolazione, ha contribuito a creare un alone di interesse che ha avvolto luoghi poco toccati dal turismo, rendendoli invece appetibili e inserendoli nei circuiti enogastronomici proprio grazie alla presenza del tarufo.

Tartufo che diventa metacomunicazione e che richiama in loco persone anche quando non è stagione, ammantando con i suoi profumi e le promesse di sapore luoghi di straordinario interesse naturalistico, città d'arte, beni culturali.

In effetti, i 53 piccoli comuni che fanno parte dell'Associazione Città del Tartufo, tra le quali Savigno, Norcia, Alba, i cui sindaci sono intervenuti al Convegno, sono diventati noti nel mondo proprio grazie al tartufo.

Attualmente, le uniche cose dichiarate patrimonio immateriale dell'umanità da parte dell'Unesco sono l’opera dei Pupi siciliani, il canto a tenore della cultura pastorale sarda e la dieta mediterranea.
Francamente, il tartufo, secondo me, non sfigurerebbe affatto!
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