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Dal mondo dei social nasce “Emilia Mon Amour”

15 Maggio 2013
ricettario digitale per sostenere le imprese agricole emiliane colpite dal terremoto
I dati di Censis e Coldiretti parlano chiaro: oltre 415mila gli italiani partecipano regolarmente a community sul web incentrate sul cibo e se consideriamo anche quelli che lo fanno occasionalmente, il numero sale a 1,4 milioni.

Nonostante la crisi, quindi, la potenza aggregatrice del cibo resiste e si dispiega su internet con una pluralità di comportamenti che vanno dalle consultazioni di siti e blog di ricette alla formazione di community a tema enogastronomico.

E proprio dalla rete, in particolare dal foodblog “Muffin e Dintorni” curato dalle modenesi Cecilia e Micol, è nata l’idea di “Emilia Mon Amour”, il ricettario digitale che racconta la tradizione culinaria emiliana.

Il progetto è nato dai “Mercoledì Social”, ovvero nella condivisione di ricette ed esperienze enogastronomiche tra i foodblogger presenti in rete. Ogni mercoledì attraverso il profilo Twitter e Facebook di “Muffin e Dintorni” si lancia un tema e si raccolgono ricette, storie e approfondimenti sull’argomento proposti da foodblogger da tutta Italia, che vengono poi raccolti alla sera in un post pubblicato sul blog.

Dopo il terremoto del maggio 2012 che ha profondamente ferito il territorio emiliano, il “Mercoledì Social” si è trasformato in un “luogo” 2.0 in cui ogni foodblogger ha potuto dedicare un pensiero ed una ricetta all’Emilia Romagna.

Alla fine, sono state raccolte 33 ricette e in collaborazione con Ebook Editore è nato “Emilia Mon Amour”, il ricettario digitale in vendita sul sito www.ebookeditore.it al costo di 5 euro. L’intero ricavato sarà devoluto al fondo di solidarietà istituito da Coldiretti a sostegno delle imprese agricole colpite dal terremoto.

Come spiegano Cecilia e Micol, del blog “Muffin e Dintorni”, "l'ebook si divide in 4 parti come gli elementi naturali, acqua, aria, terra e fuoco. Abbiamo distinto le ricette in base alla lavorazione: in alcune c'erano ingredienti che avevano bisogno dell'aria per lievitare, altri dell'acqua, alcuni sono legati alla storia, riconducibili quindi all’elemento della terra, altri sono le classiche ricette che si facevano nei forni a legna, cioè del fuoco".

Diversi i piatti rispolverati dal passato, come per esempio le “mistocchine”, un dolce povero della tradizione popolare fatto con farina di castagne e poco altro, che in un tempo in cui c’era tanta povertà, rappresentava una vera gioia per i bimbi. La parola mistocchina sembra derivare dal verbo latino miscere, che significa mescolare e fa riferimento al gesto di mischiare insieme acqua e farina per ottenere l’impasto che poi veniva cotto. Le mistocchine sono focaccine appena dolci, fatte con farina di castagne, semi di anice e, volendo, buccia di limone. In alcune versioni all’impasto viene aggiunta l’uva passa.

Anche Carlo Goldoni ne “L’impresario delle Smirne” ce ne ha lasciato una fuggevole immagine in queste poche battute. «Che vuol dir Mistocchina? Come quella giovane è bolognese, e che a Bologna chiamano mistocchine certe schiacciate fatte di farina di castagne, le hanno dato un soprannome, che conviene alla sua patria ed alla sua abilità».
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