Archivio Storico 2011-2017

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In ricordo di chi abbiamo amato

30 Ottobre 2011
Halloween? No, grazie, preferisco la tradizione
Ci è stato insegnato che la morte è la fine del tutto: i buoni andranno in paradiso e i cattivi all'inferno, conservando memoria di ciò che si è stati tramite le anime, mentre il corpo marcisce in attesa della resurrezione della carne. Per questo motivo, molti hanno paura della morte e la considerano un pensiero così spiacevole da scacciare ogni volta che si affaccia alla nostra coscienza. Se però osserviamo con attenzione il volto della Madre Terra, notiamo come tutto si evolva, come la materia perisca per poi ritornare, come all'inverno segua sempre la primavera e al giorno la notte. La morte è solamente un passaggio verso un'altra esistenza.
Vi sono molte scuole di pensiero a proposito: certi credono nella reincarnazione, alcuni però sostengono che un uomo si reincarnerà sempre in un uomo e mai in una forma di animale o vegetale, altri ritengono che per tutte le vite noi avremo sempre lo stesso sesso, altre ancora che è possibile vivere in uno stato di latenza, come puro spirito, eccetera.
Personalmente, non ho la presunzione di credere che l'essere umano sia la creatura per eccellenza, quindi ritengo assolutamente possibile tornare a vivere sulla Madre Terra in una forma diversa da quella che abbiamo in questa esistenza.
La cosa importante da comprendere però è che la morte non è un male, una malattia, una disgrazia, è solamente un rito di passaggio. La morte spaventa soprattutto coloro che restano, poiché li priva del conforto, dell'affetto, della presenza delle persone che amano e li espongono alla solitudine, al rimpianto, alla privazione.
Al giorno d'oggi è molto difficile che le persone muoiano nella propria casa. Un tempo il defunto veniva coricato nel suo letto, veniva lavato, vestito e accudito dalle persone care, che avevano modo di elaborare il lutto, preparando la veglia funebre. Questa nostra società malata ha paura dei morti e delega questi compiti, che un tempo erano svolti dalle donne e tenuti in alta considerazione, a personale specializzato, che viene pagato per questo servizio. Quando perdiamo una persona cara non possiamo restarle accanto a lungo: ci viene subito tolta e ci viene resa, ben vestita, a volte addirittura truccata, già sistemata in un'elegante cassa foderata di seta. L'unica cosa che ci è concesso fare è toccare le sue mani fredde o baciare una fronte resa asettica da chissà quale sostanza chimica. L'involucro di carne che la persona ha abitato viene sepolto nelle città dei morti e scompare così alla nostra vista per sempre.
Ma a quel punto non è più importante: lo spirito ha già lasciato il corpo, che tornerà alla Madre Terra che lo ha generato. Ed è di quello spirito che noi ci possiamo occupare, secondo i dettami della nostra tradizione.
Così sono nate molte delle tradizioni, anche alimentari, che vedono nel 2 novembre il giorno dedicato ai defunti.
In Emilia (o forse la cosa era particolarmente radicata solo nella mia famiglia), era usanza mettere un lumino acceso su una finestra, e offrire ai trapassati un bicchiere di buon vino, dolci (conosciuti come 'fave dei morti') e pane dolce con uvette, noci e miele (il cosiddetto 'Pane dei morti').
Ormai Halloween ha quasi totalmente sostituito questa tradizione. Lasciamo che il mondo evolva, senza dimenticarci delle nostre radici.
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