Archivio Storico 2011-2017

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Un filo per i bambini di Rocchetta Vara

29 Novembre 2011
Quando una ricetta può dare un aiuto concreto
Un mese fa, il 25 di ottobre, la Liguria veniva colpita da una pesantissima alluvione che spazzò in un solo colpo Vernazza e Monterosso, due fra le località costiere italiane più suggestive, nelle Cinque Terre. A soli dieci giorni di distanza, il 4 di novembre, Genova era messa in ginocchio dalle esondazioni del fiume Bisagno e dei torrenti, ed interi quartieri rimanevano sotto metri di fango e di detriti. Nel disastro perirono diverse persone, fra cui molti bambini. Nemmeno l'entroterra venne risparmiato: diversi comuni dello spezzino sono rimasti pesantemente alluvionati, e in particolare la situazione è apparsa da subito grave a Brugnato e Borghetto Vara.

Oggi, ad un mese di distanza, e con Messina dall'altro capo dell'Italia altrettanto prostrata dal maltempo, dalla cementificazione selvaggia – così come in Sicilia, anche in Liguria si era costruito sul letto dei fiumi – e dalle polemiche per la mancata prevenzione del rischio idrogeologico, la situazione rimane pesante. Grande è stata l'opera dei volontari della Protezione Civile, ma purtroppo non è stata sufficiente per limitare i danni e moltissimi sono a tutt'oggi gli sfollati che riparano in condizioni precarie per il loro quotidiano.

Fra questi, è diventato famoso, grazie alla mobilitazione di massa dei foodblogger italiani, il caso dei bambini delle comunità educatrici della Cooperativa Gulliver di Borghetto Vara. Segnalata dalla blogger ligure Patrizia Bosso de La melagranata (www.lamelagranata.it), questa triste vicenda coinvolge i piccoli disagiati che erano ospitati nelle due case-famiglia della cooperativa e che ora sono rimasti senza sede, senza abiti, senza materiale con cui proseguire gli studi. Per loro, già particolarmente provati per aver perso in precedenza la casa, o la famiglia di origine, si tratta di un autentico dramma che ad un mese di distanza dagli avvenimenti non ha avuto alcun esito.

È stato chiesto ai foodblogger di dedicare una ricetta alla causa: tutte le ricette verranno raccolte in un libro che sarà venduto per rifinanziare la Casa Famiglia. Possono partecipare all'iniziativa anche i siti di cucina e le testate gastronomiche e anche coloro che non possiedono un blog o un sito. All'iniziativa dei foodblogger si sono affiancati numerosi gruppi di lavoro, fra cui anche mercatini benefici. Anche noi del Cavolo Junior abbiamo deciso di partecipare all'iniziativa 'Un filo per i bambini di Rocchetta Vara' con una nostra ricetta che dedichiamo a tutti questi piccoli in difficoltà, sperando che presto ritrovino il sorriso e la speranza di una vita migliore.

Ingredienti per 4 persone:

300 g di riso Maratelli della Cascina Canta di Gionzana (Novara)
un piccolo cavolfiore verde o le sue cimette, per il peso di mezzo chilo
mezza cipolla bionda
Grana Padano
un quarto di formaggetta piemontese stagionata
olio extravergine d'oliva ligure

Per il brodo:
una punta di manzo, mezza gallina, una carota, un gambo di sedano, l'altra metà della cipolla e tre chiodi di garofano, un cucchiaio di sale. Ne servono circa 1, 200 ml


Preparare il soffritto con la cipolla e un fondo di olio. Tostare il riso fino a che non diventa traslucido. Non si sfumerà con il vino, per fare in modo che risulti più delicato possibile.
Portare a cottura versando un paio di mestoli di brodo alla volta, a fiamma allegra. Conservare un paio di mestoli per frullare le cimette lessate e aggiungere la purea al risotto a tre quarti di cottura. Mantecare con i due formaggi grattugiati. Lasciare riposare cinque minuti e servire.

Si tratta di un risotto dal sapore gradevole e pastoso, che maschera abilmente la presenza del cavolfiore, solitamente sgradito ai bambini, con l'astuzia della polpa frullata.
Una curiosità: Mario Maratelli visse in un collegio i primi anni della sua vita, e qui assunse il cognome, inventato di sana pianta dagli istitutori, che lo avrebbe reso celebre nel mondo come il simbolo stesso del riso italiano. Oggi il Maratelli, uscito dall'Ente Risi nel 1982 per volontà degli eredi Maratelli, è prodotto unicamente dalla cascina Canta Gionzana con l'approvazione di Augusto Maratelli, nipote di Mario, e dalla Riseria Vignola di Balzola (Al) sotto la denominazione legale di Nuovo Maratelli.

E' possibile anche fare una donazione diretta alla Cooperativa Gulliver alle seguenti coordinate:
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