Archivio Storico 2011-2017

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Mamme del 'cavolo', unitevi!

17 Settembre 2011
è nato Cavolo Junior, una pagina per i più piccoli
Nonostante quest'ultimo, generoso scorcio d'estate che ci fa vivere ancora in una sorta di limbo vacanziero, come sospesi fra i ritmi della bella stagione che non si vorrebbero abbandonare e il rientro graduale alle attività consuete, siamo decisamente tornati alla quasi totale normalità delle nostre giornate lavorative e scolastiche. Inutile negarlo: il tempo è ancora splendido, le spiagge di mare o di lago – per chi ha la fortuna di abitarci a due passi – sono ancora più belle perché, finalmente, poco frequentate; la montagna concede ancora diverse settimane delle ritempranti escursioni.

Anche il bosco ha un suo fascino particolare, in questa stagione che si fa a poco a poco più fresca, più vivibile, e che fra pochissimo ci regalerà le prime, preziose castagne. La vita all'aria aperta non è certo riservata alla sola piena e calda stagione: dovremmo piuttosto metterci in testa, una volta per tutte, che non è difficile trovare delle occasioni per ristorarsi a pochi passi dalle città. Ci basterebbe prendere un autobus o fare pochi chilometri in auto per uscire dalle città e aprire il cuore ed i polmoni alla natura; non serve essere chissà quali sportivi per saper camminare qualche chilometro e insegnare ai nostri bambini anche nella stagione che volge al fresco la gioia di uscire di casa, di cogliere un filo d'erba, di vedere una lumaca rossa in un sentiero, di odorare i profumi di un bosco.

Probabilmente vi starete chiedendo cosa c'entra tutto questo con una neonata rubrica di cucina per bambini...

Ve lo spiego subito. Riflettevo, giorni fa, avuta la conferma dalla mia Direttrice dell'imminente apertura dello spazio 'Junior', su come poter salutare i nostri futuri lettori, quando mi capita sotto tiro una di quelle notizie che, appunto, si direbbero il cacio sui maccheroni (tanto per riportare il discorso sul piano culinario!). E' tornato da poco sotto i riflettori mediatici, infatti, il vademecum, emanato l'anno scorso dal Ministero della Salute, che riguarda il menu delle mense scolastiche: le cosiddette 'Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica' (http://www.governo.it/GovernoInforma/linee-indirizzo-ristorazione-scolastica.pdf). Si tratta di direttive che sono state studiate, ovviamente, da un gruppo di massimi esperti nazionali nel campo nutrizionale, e in particolare accordo con le raccomandazioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha evidenziato con il particolare allarmismo che la contraddistingue il serio (per carità) problema dell'obesità infantile. Per far fronte a cifre – si considera a rischio effettivo di obesità il 13 % circa della popolazione infantile italiana - destinate, pare, a peggiorare di anno in anno, il Ministero ha giustamente sollevato la questione dell'educazione alimentare riqualificando le mense scolastiche ed imponendo una volta per tutte criteri generali come l'equilibrio e la varietà della dieta, la stagionalità dei cibi (ottimo: quante volte avevamo storto il naso di fronte sentendo di asparagi serviti in dicembre?) e la biodiversità regionale, per cui, giusto per fare un esempio che i miei figli esperiscono personalmente, a Varese si servono polenta e bruscitt una volta al mese. Viene rispettata così, in maniera abbastanza soddisfacente, la tipicità di ogni regione, a volte presentando anche i piatti di un altro territorio, a rotazione. Frutta e verdura sono presenti in tavola ogni giorno: spenderemo più avanti qualche parola in più per parlare della lodevole iniziativa, accolta da alcune regioni, di proporre periodicamente come spuntino gratuito, in alternativa alla merenda portata da casa, un pacchetto sigillato di frutta o verdura di stagione.
Ora, i media hanno recentemente riaperto la questione – a mio avviso giusto per creare un caso in un'epoca come l'estate in cui siamo spesso a corto di notizie interessanti - sottolineando come a partire da queste direttive non sarà più possibile, fra le altre cose, chiedere il bis delle pietanze. Riporto direttamente dal sito del Governo: 'È opportuno inserire nel capitolato, previa condivisione del significato con l'utenza e la scuola, la necessità di impedire la somministrazione di una seconda porzione, soprattutto del primo piatto, per evitare un apporto eccessivo di calorie e per modificare le abitudini alimentari, nell'ambito della prevenzione dell'obesità.'

A parte il fatto che le Linee sono state divulgate già nel 2010, e che quindi dovevamo essere già pronti all'idea, a mio avviso si tratta di una nota un po' stonata in quella che avrebbe potuto essere una buona riforma di portata non solo alimentare ma culturale in senso lato, e che invece non lo è stata. Come potrebbe esserlo, del resto, un discorso legato strettamente alla dietetica ed ai numeri, alle grammature ed ai pesi (quando, Dio non voglia, a questioni di budget) e non rivolto alla cultura alimentare intesa come materia di formazione globale, umanistica dello studente?

Alimentarsi non significa solo valutare con precisione matematica ciò che si ha nel piatto.
Significa associare al pasto una dimensione spirituale, di convivialità, di conoscenza e curiosità per il cibo che si porta alla bocca; valori, questi, che vanno ben oltre la bilancia e le calorie. Io, come madre, sono più contenta di sapere che mio figlio ha apprezzato in maniera particolare una pietanza e che una mattinata scolastica gli ha messo un sano appetito, piuttosto che scoprire che ha lasciato avanzare quasi tutto nel piatto. Sarò all'antica, sarà che i miei cinque figli – che frequentano già dall'anno passato, tutti quanti, le mense scolastiche – conducono una vita sana, movimentata il giusto, e che non c'è una volta che stiano fermi e tranquilli per più di mezz'ora a parte quando studiano, ma io sono certa che l'obesità infantile abbia degli stretti legami con uno stile di vita scorretto e pericoloso, e non solo a livello dietetico, e non con un sano appetito di pasta al sugo o di fettona di torta della mamma; tra l'altro, a parità di volume, la torta casalinga sazia molto di più delle merendine confezionate, sospendendo per ora il giudizio sulla qualità delle stesse.

Siamo assolutamente d'accordo sul limitare o – meglio ancora – sull'abolire direttamente il junk food, il cibo cosiddetto spazzatura, ma mi pare che le mense scolastiche da tempo abbiano fatto rotta verso una ben diversa concezione dell'alimentazione, cosa peraltro ribadita a gran voce (si spera non solo sulla carta, a questo punto) dalle Linee stesse. C'è, piuttosto, in queste Linee, qualcosa che stride con l'impostazione generale di cultura alimentare che si vorrebbe strombazzare. Peccato.

Diciamoci la verità: siamo cresciuti tutti, chi più chi meno, a pastasciutte, pizza, gnocchi, polente. A carboidrati più che a proteine, forse. Comunque, anche se leggermente in abbondanza i primi, sempre associati in maniera intuitivamente ed atavicamente equilibrata ad ottimi condimenti di verdure, tipici della tradizione alimentare italiana. E a polpette, pesce povero e grana padano: il branzino te lo tirano dietro da pochi anni. Certo, un tempo mangiavamo più spesso a casa, cucinavano la mamma o la nonna, eravamo sotto controllo. Questo non toglie che faceva e fa tuttora un gran piacere concedere un piattone o un bis al figlio con un particolare appetito. Ciononostante gli obesi, i bambini intendo, anni fa erano molti di meno: perché?
Il problema non è legato al bis o all'appetito giustamente incentivato da una sveglia di molto anticipata rispetto all'estate, e da ore sui banchi di scuola (studiare, ma nel vero senso della parola, fa consumare energie). Piuttosto, ribadisco, è lo stile di vita di parecchi bambini ad essere cambiato. I piccoli arrivano spesso a scuola in macchina, passano sui banchi tutta la mattina e, il più delle volte, anche tutti i pomeriggi. Tornano a casa e si mettono a giochicchiare al Nintendo, magari davanti alla televisione, probabilmente con in mano una merendina, due merendine, a volte tre perché una tira l'altra e la mamma non è ancora tornata e la nonna indulge. Lo sport una volta la settimana non è certo la soluzione per un problema di scarsa motilità quotidiana. E allora certo è che si accumula e non si brucia, con la spada di Damocle dell'obesità infantile sempre in agguato.

Se noi abituassimo i nostri figli ad attività più energiche, a giornate più naturalmente movimentate, se li facessimo camminare un po' tutti i giorni – non dico chissà dove: basterebbe sino a scuola e ritorno -, se gli impedissimo di imbalsamarsi sul divano con i giochi elettronici, se gli concedessimo qualche salto in più sul divano e qualche lotta fraterna sul pavimento, se gli regalassimo qualche passeggiata fuori porta possibilmente nel fine settimana... allora sono sicura che non basterebbe il bis di primo per contenerne l'appetito, e non saremmo certo qui ad interrogarci sulle misure prese dal Ministero della Salute, che, fra le altre cose, si dimentica un po' troppo vistosamente dell'importanza strategica nella cultura mediterranea del piatto unico, che ha sfamato generazioni italiche per millenni. Per il principe della tavola, dicevo, viene purtroppo concesso non più di uno strappo settimanale – la pizza, le lasagne, la polenta come sopra, a volte con l'abbinamento di un secondo che davvero stride con l'idea di educazione alimentare. Ne riparleremo.

Non mi resta che augurarvi buona lettura assieme al Cavolo Junior. Come avrete capito dalle premesse, qui troverete ricette e consigli per un'alimentazione variegata, stuzzicante e gustosa, perlopiù di totale preparazione casalinga, in linea con la sana tradizione italiana... anche se ci concederemo qualche doverosa e golosa eccezione! Non mancheranno interviste e recensioni e pagine dedicate a libri di alimentazione infantile o anche di letteratura per ragazzi che abbia una particolare predilezione per il tema culinario... Insomma, non ci faremo mancare niente!

A presto
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