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La ristorazione scolastica e l'educazione alimentare dei giovani

08 Aprile 2015
La ristorazione scolastica e l'educazione alimentare dei giovani

Educare un bambino al corretto e sano rapporto col cibo

Da diversi mesi a Benevento si protrae una vicenda molto complessa che riguarda l’erogazione del servizio di ristorazione scolastica che vede da un lato una società privata, vincitrice dell’appalto affidato dal Comune, e dall’altro lato un’associazione contro il malaffare che ha denunciato le pessime condizioni igieniche dei locali e delle attrezzature usate dalla società per cucinare. E non solo: secondo la denuncia dell’Associazione, contenuta in un dossier molto dettagliato, mette in evidenza la scarsa qualità delle materie prime (provenienti da paesi extraeuropei) oltre a gravi violazioni dell’oggetto dell’appalto, soprattutto in merito alla sostituzione di prodotti freschi con surgelati.

In tutti questi mesi, a mezzo di comunicati stampa – tra l’associazione e la società erogatrice – si è susseguito un “botta e risposta”, condito da minacce di azioni legali: l’associazione continua a evidenziare violazioni molto gravi che possono compromettere la salute dei bambini, la società dichiara di erogare il servizio in conformità alla legge vigente, al capitolato d’appalto e alle norme igienico – sanitarie.

Il coinvolgimento della comunità scolastica e della città è via via aumentato e si è alimentato un clima di paura e sospetto per cui molti genitori hanno preferito mettere nello zainetto dei figli un panino da mangiare a mensa.

La società appaltatrice ha organizzato diversi “open days” per rassicurare la comunità scolastica e di genitori sulla regolare preparazione dei pasti.

La vicenda ha finito per assumere rilievo nazionale allorquando l’on. Nunzia De Girolamo (beneventana, n.d.r), affermando che non si può scherzare sulla salute dei bambini, ha depositato un’interrogazione ai ministri della Salute e del Lavoro e delle Politiche sociali per chiedere verifiche.

Fino a qualche giorno fa quando il giornalista Antonio Crispino, ha pubblicato la sua video - inchiesta (http://video.corriere.it/costretti-lavorare-mensa-bambini-zolfo-vermi/d6ffb512-d16d-11e4-8608-3dead25e131d?fb_ref=Default) in cui denuncia le violazioni sanitarie e ambientali, suffragando quanto affermato dall’associazione Altrabenevento anche grazie alla collaborazione di operai e ex – lavoratori che coperti da anonimato (si percepisce il clima di terrore psicologico in cui queste persone vivono) dimostrano che quella famosa pasta e ceci con insetti (da lì è partita questa complessa faccenda) effettivamente era stata preparata dalla ditta.

La complessa e delicata questione che riguarda la ristorazione scolastica a Benevento, fa scaturire diverse riflessioni sulle opportunità di educazione alimentare che possono nascere proprio in seno alla ristorazione scolastica.

In questa sede, infatti, poco interessa se la società debba dimostrare le regolarità del proprio servizio, né interessa la confusione che emerge anche con riguardo ai ruoli istituzionali e di controllo.

Quello che interessa è la tutela della salute dei bambini che comincia anche attraverso le abitudini alimentari.

G. Cammarota, M.P. Graziani e M. P. Pellicano dell’Istituto di Scienze dell’Alimentazione, CNR, di Avellino, nel volume “Il cibo La mente” a cura di V. Zappia et al. (2010, Arti Grafiche Cecom) affermano che “l’infanzia e l’adolescenza sono fasi importanti per lo sviluppo delle abitudini alimentari; l’ambiente domestico, scolastico e i media svolgono un ruolo fondamentale influenzando la preferenza alimentare”. 

La scuola, come agenzia educativa, è dunque chiamata a dare il suo contributo all’educazione alimentare dei giovani: un’alimentazione sana, nutriente e di qualità comincia sin dai banchi di scuola.

Molte sono le scuole che nel corso degli ultimi anni hanno avviato campagne per un’alimentazione più sana, per sensibilizzare la comunità giovanile al recupero dei tradizionali stili culinari rispetto all’espansione preoccupante della cultura del fast – food. I programmi ministeriali insistono sul valore del prodotto fresco e di stagione, biologico, non contaminato, sull’importanza del prodotto tipico: sul significato non solo nutrizionale, ma anche antropologico e culturale del cibo.

All’interno di un ambiente educativo così specifico, si riconosce alla scuola l’opportunità di influenzare positivamente le abitudini alimentari visto che nelle scuole milioni di bambini consumano il pranzo, uno dei pasti principali.

La mensa scolastica rappresenta quindi un’ottima opportunità per  educare all’alimentazione e a stili di vita salutari. 

Vicende così complesse come quella della mensa scolastica a Benevento come si sottovaluta che l’educazione alle buone abitudini alimentari comincia dalla tenera età. I bambini di oggi hanno bisogno di diventare adulti consapevoli e informati anche riguardo l’alimentazione. I bambini devono essere incoraggiati a mangiare in modo sano nei primi anni della loro vita e devono essere informati adeguatamente su questioni connesse all’alimentazione come il vegetarianismo, la fame nel mondo, la produzione industriale del cibo.

Cibarsi in un modo piuttosto che in un altro, essere vegetariani o seguire una dieta mediterranea, è una scelta di tipo educativo e culturale.

Il cibo è relazione e veicolo interculturale: sono molti anche gli aspetti psicologici connessi all’alimentazione. Educare un bambino al corretto e sano rapporto col cibo significa non solo soddisfare il suo bisogno fisiologico: il cibo ha significati emotivi, relazionali, affettivi. Bisogna trovare, nel momento di mensa, occasione per sviluppare l’autonomia, la condivisione di regole nel rispetto degli altri, la convivialità a tavola e la riscoperta di sapori e saperi di cui sono ricchi i piatti tipici del territorio.

Mense scolastiche a chilometro zero che utilizzano prodotti biologici, agroalimentari tradizionali, a filiera corta e marchio di qualità (DOP, IGP), piatti caldi cotti direttamente nelle cucine di ciascuna scuola dal personale addetto: è un’utopia? In alcuni comuni è realtà…per tutti i bambini deve essere speranza.

 

 

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